Oggi 25 ottobre Elena Ceste avrebbe compiuto 43 anni e proprio oggi a Costigliole d’Asti l’amministrazione comunale ha deciso di renderle omaggio con una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. La mamma Lucia, in collegamento con Pomeriggio 5 ha commentato: “Ringraziamo l’associazione Orecchio di Venere che ha voluto inaugurare la panchina proprio qui a Costigliole d’Asti e ricordare nostra figlia Elena, è una cosa molto grande. Purtroppo abbiamo partecipato perchè anche noi speriamo che cessi questa violenza sulle donne. I 4 figli di Elena crescono, sono alti adesso, abbiamo un forte sostegno dai ragazzi anche. Ci fa piacere vederli crescere e soddisfatti. Avrei voluto che fossero stati qua i genitori a vederli crescere bene, ma purtroppo è così”. Elisa, la figlia maggiore di Elena, dopo gli studi ha deciso di cercarsi un lavoro “per darci una mano a tirar su i suoi fratelli”, ha aggiunto la madre della vittima. Il papà, Franco, molto commosso ha rivelato su Michele Buoninconti: “ha scritto e dice che lui in carcere sta bene”. L’uomo, condannato in Cassazione per il delitto della moglie, da 9 mesi si trova nel carcere di Alghero dove studia per poter conseguire la laurea in economia e commercio. La rabbia della famiglia ceste però, deriva non dalla mancata giustizia bensì dalla mancata confessione dell’uomo, che continua a sostenere di non essere stato lui ad uccidere Elena. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



UNA PANCHINA IN MEMORIA DI ELENA CESTE

Una nuova panchina rossa è stata inaugurato oggi in ricordo di Elena Ceste, una delle tante vittime di violenza, uccisa dal marito Michele Buoninconti. La panchina, come spiega Atnews, simbolo delle violenze sulle donne, campeggia a Costigliole d’Asti, il paese dove Elena viveva con la sua famiglia. Oggi, proprio da quella panchina saranno in collegamento i genitori della Ceste con Pomeriggio 5, in un giorno doppiamente importante poichè ricorre il 43esimo compleanno della donna uccisa. In merito all’iniziativa legata all’installazione della panchina rossa, è intervenuto il sindaco di Costigliole, Enrico Cavallero lasciando alla sua vice, Tanya Arconi il compito di spiegare il vero significato di questa iniziativa. “Un’amministrazione in quanto istituzione deve farsi portatore di iniziative a contrasto di ogni tipo di violenza sulle donne, per questo motivo abbiamo deciso di installare una nuova panchina rossa nel piazzale della Chiesa di Santa Margherita, un luogo scelto non a caso, ma ricordando un caso che ci ha toccato da vicino, quello di Elena Ceste”, ha spiegato.



ELENA CESTE, OGGI AVREBBE COMPIUTO 42 ANNI

Avrebbe spento proprio oggi le sue prime 43 candeline, eppure la vita di Elena Ceste si è spenta per sempre il 24 gennaio 2014, quando la mamma di quattro figli e moglie di Michele Buoninconti scomparve nel nulla dalla villetta di Costigliole d’Asti. Il marito Michele Buoninconti, vigile del fuoco, raccontò che quella mattina Elena sarebbe uscita presto, quasi nuda nonostante le basse temperature del periodo. Sin da subito però l’attenzione degli inquirenti si incentrò proprio sull’uomo. Il corpo di Elena fu trovato nel rio Mersa, un piccolo canale a due chilometri da Casa Ceste- Buoninconti, 10 mesi dopo la sparizione della donna. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio il marito ad ucciderla e ad occultarne il corpo. Un anno dopo la morte di Elena, Michele viene arrestato con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, nonostante le sue dichiarazioni di innocenza. Viene condannato in primo grado con rito abbreviato a 30 anni, condanna confermata anche in Appello. Nel 2018, arriva la condanna in Cassazione: attualmente Michele resta recluso in carcere dove studia per una laurea in economia.

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