Chiesto il rinvio a giudizio per Martina Patti, la mamma della piccola Elena Del Pozzo, 4 anni, uccisa nel giugno 2022 a Mascalucia (Sicilia). La donna, 24 anni, avrebbe confessato il delitto dopo averne inscenato il sequestro, e la Procura di Catania avrebbe chiesto il processo a suo carico, riporta Ansa, con la contestazione dei reati di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato (quest’ultima in merito al finto rapimento).



Elena Del Pozzo sarebbe stata uccisa con un’arma da taglio dalla madre, poi seppellita in un campo non lontano dall’abitazione in cui viveva con la donna. Poco dopo aver commesso il delitto, secondo l’accusa, Martina Patti avrebbe chiesto aiuto sostenendo che alcuni balordi non meglio indentificato avrebbero fermato la sua auto, armati di pistola, per prelevare la figlia con la forza. La pista del sequestro sarebbe apparsa immediatamente improbabile e le indagini, vagliato il racconto della 24enne, avrebbero portato a ricostruire un quadro completamente diverso: ad uccidere la bimba sarebbe stata lei, e una delle ipotesi battute dagli inquirenti sarebbe quella della presunta gelosia nei confronti del padre della piccola, suo ex compagno, rifattosi una vita con una nuova compagna che la bambina amava frequentare.



Martina Patti a processo per l’omicidio della figlia Elena Del Pozzo

Secondo la ricostruzione dei fatti emersi in sede di indagine, la piccola Elena Del Pozzo avrebbe trascorso la sua ultima notte, prima di essere uccisa, a casa dei nonni paterni. È lì che avrebbe dormito prima che sua madre, Martina Patti, andasse a riprenderla dall’asilo in cui era stata accompagnata dalla zia, sorella del papà. Martina Patti avrebbe portato sua figlia a casa, a Mascalucia, dove la minore avrebbe fatto merenda per poi uscire nuovamente con la madre e dirigersi in auto verso la sua tragica fine. Il delitto di Elena Del Pozzo sarebbe avvenuto, riporta Ansa, in un terreno abbandonato in cui la mamma avrebbe seppellito il corpo.



Poco dopo, secondo l’accusa Martina Patti avrebbe fatto scattare la messinscena del falso rapimento: una telefonata ai suoi genitori per lanciare l’allarme e poi il racconto di un improbabile sequestro davanti ai carabinieri. La sua versione non avrebbe retto ai riscontri dei militari, demolita fino alla confessione dell’omicidio che ora la vedrebbe nella posizione di rispondere di gravissimi reati in tribunale. A suo carico, la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio contestando l’omicidio premeditato aggravato, l’occultamento di cadavere e la simulazione di reato. L’udienza davanti al gip, Stefano Montoneri, stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa, si terrà il prossimo 17 aprile. Martina Patti, pur confessando il delitto, non ha mai spiegato il movente.