La criminologa Roberta Bruzzone analizza il caso della piccola Elena Del Pozzo, la bimba di 4 anni uccisa a Mascalucia nel giugno scorso. In carcere la madre, Martina Patti, per la quale la Procura di Catania ha chiesto il rinvio giudizio con udienza davanti al gip attesa per il prossimo 17 aprile. La donna è accusata di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato in ordine al finto rapimento che avrebbe inscenato dopo l’omicidio della figlia per sviare le indagini.
Secondo la criminologa, la contestazione della premeditazione a carico di Martina Patti sarebbe “granitica” e la giovane mamma andrebbe “verso l’ergastolo“: “A mio avviso ha premeditato ed eseguito con estrema lucidità“. Secondo l’accusa, Martina Patti avrebbe ucciso la figlia dopo averla presa dall’asilo. L’avrebbe condotta sul luogo del delitto, un terreno abbandonato in cui poi avrebbe seppellito il corpo della bambina. Ai familiari e agli inquirenti avrebbe inizialmente dichiarato che la minore era stata vittima di un sequestro di persona, prelevata con la forza dalla sua auto sotto minaccia di una pistola. Una versione che non avrebbe convinto gli investigatori fin dal principio: nessun elemento, infatti, avrebbe permesso di ritenere credibile un rapimento. La donna, 23 anni all’epoca del delitto, avrebbe poi confessato e stando alla ricostruzione avrebbe agito spinta da un movente legato alla gelosia per la nuova vita del suo ex compagno, papà della piccola Elena Del Pozzo.
Bruzzone sul caso Elena Del Pozzo: “Martina Patti? Non parliamo di follia né di raptus”
Roberta Bruzzone ha dedicato un approfondimento sul caso della piccola Elena Del Pozzo nel corso di un video sul suo canale YouTube, parlando anche del profilo della madre della vittima, Martina Patti, accusata del terribile omicidio consumatosi nel giugno 2022 a Mascalucia, in Sicilia. “Sicuramente verrà rinviata a giudizio, non potrà avanzare richiesta di rito abbreviato perché quel tipo di capo di imputazione, che prevede peraltro la contestazione dell’aggravante della premeditazione, e quindi l’assai probabile per non dire certa condanna all’ergastolo, non consentirà di poter chiedere riti alternativi”.
Martina Patti aveva reso confessione dopo aver inscenato il rapimento della bambina, tentativo di depistaggio che, secondo la criminologa, spingerebbe verso l’ipotesi di una completa lucidità della donna al momento dei fatti. “Uno degli aspetti più controversi di questa vicenda è il movente, qui siamo oltre il caso di Loris Stival, non pensavo fosse possibile invece abbiamo una donna addirittura più feroce di Veronica Panarello. Martina Patti in realtà si è spinta ben oltre“. Sullo sfondo dell’omicidio di Elena Del Pozzo, ha sottolineato Bruzzone, una trama di tensioni tra i genitori, separati da tempo: “Uno degli elementi che potrebbe aver innescato nella donna questo piano criminale terribile premeditato, eliminare la bambina come modo per punire il padre della bimba perché colpevole di averle preferito un’altra, che a quanto pare avrebbe avuto un buon rapporto con la bambina (…). Nessun omicidio avviene nel buio della mente, men che meno questo. Non parliamo di follia né di raptus”.