La sociologa Elena Esposito ha già detto la sua in merito all’intelligenza artificiale. Voci di corridoio vogliono che fornisca risposte a domande che riguardano la tassazione, la pianificazione urbana e persino la gestione delle aziende. “Gli algoritmi possono elaborare più dati ed eseguire determinati compiti in modo più accurato e affidabile rispetto agli esseri umani“, dice a Social Europe, “questo è un grande vantaggio che dobbiamo tenere presente anche quando evidenziamo i loro limiti, che sono lì e sono fondamentali. La più ovvia è la tendenza degli algoritmi, che apprendono dai dati disponibili, a predire il futuro proiettando in avanti le strutture del presente, compresi pregiudizi e squilibri”. I problemi non mancano. Per esempio i test effettuati con utenti destrorsi, ha spinto l’intelligenza artificiale a non riconoscere un mancino come possibile utente. “Anche gli algoritmi hanno una cecità specifica“, continua, “in particolare per quanto riguarda la circolarità con cui le previsioni influenzano il futuro a cui sono destinate”. Ci sono molti casi in cui il futuro previsto non si realizza. Per esempio la previsioni di traffico durante l’estate con modelli che prevedono ingorghi in orario mattutino e viabilità più facile durante le ore notturne. “Se seguiamo le previsioni, affidabili e ben fatte, faremo la fila in autostrada alle 2 del mattino, contraddicendo la previsione”.
Elena Esposito, la sua sull’intelligenza artificiale
Quanto può essere affidabile l’intelligenza artificiale? Secondo la sociologa Elena Esposito va prestata attenzione al settore di utilizzo. Per esempio in politica potrebbe comportare un problema. “L’attuale campagna pubblicitaria sull’argomento è un segno di perdita della nostra sovranità in quanto società?”, dice a Social Europe in questi giorni. Oggi, venerdì 29 maggio 2020, Elena Esposito sarà uno degli ospiti che vedremo a #Maestri nel pomeriggio di Rai 3. “I pericoli politici ci sono, ma non sono determinati direttamente dalla tecnologia. Le possibilità offerte dagli algoritmi possono portare a risultati e rischi politici molto diversi”, aggiunge, “dal clamore sulla personalizzazione che promette di spiegare l’autonomia dei singoli utenti al sistema cinese di ‘credito sociale’, che va nella direzione opposta“. Come si può usare quindi l’AI in modo corretto? La Esposito segue l’idea di Heinz von Foerster, che aveva come imperativo il motto “‘Agire sempre per aumentare il numero di possibilità’. Oggi più che mai mi sembra un principio fondamentale. Soprattutto quando abbiamo a che fare con condizioni molto complesse“, aggiunge, “penso che sia meglio cercare di imparare continuamente dagli sviluppi attuali piuttosto che fingere di sapere dove vuoi andare”.