Liliana, moglie di Aldo Gioia, avrebbe compreso sin da subito quanto accaduto al marito, ucciso con sette coltellate ad Avellino. Tante le liti tra il padre e la figlia minore Elena per via di quel fidanzato, Giovanni, che la famiglia faceva fatica ad accettare. Ma lei continuava a ripetere che ci sarebbe rimasta “a qualunque costo” tuonando “poi vedrete”, prima di sbattere la porta lasciandosela alle spalle. Mentre Elena in questura continuava a ribadire la tesi del rapinatore, mamma Liliana restava in silenzio. Poi, appresa la notizia della morte di Aldo, come scrive Corriere della Sera, la donna avrebbe ripetuto sconvolta dal dolore “Basta, basta”, e solo allora le bugie della figlia di sarebbero disintegrate, fino alla tanto attesa confessione. Anche in quel momento sarebbe prevalso l’istinto di madre: “Devo trovarle subito un legale, devo fare in modo che possa difendersi”.



Anche se le ha ucciso il marito e “voleva farci uccidere tutti, io non la lascio sola”, avrebbe riferito la donna, che si è rivolta all’avvocato  Innocenzo Massaro pregandolo di occuparsi della figlia. Sarà lui a cercare di far luce su quanto realmente accaduto e su cosa avrebbe spinto a tanto una 18enne ribelle.



ELENA GIOIA, OMICIDIO AVELLINO: PARLA LO ZIO

Differente la reazione dello zio di Elena, Giancarlo, fratello di Aldo Gioia, che stando sempre a quanto riferisce il quotidiano Corriere della Sera avrebbe detto: “Io non voglio difenderla, non potrei. Però dico che se è tutto vero, quella non è mia nipote. Credetemi, mia nipote è una ragazza d’oro, una ragazza meravigliosa”. Dopo aver appreso dell’omicidio del fratello si è precipitato ad Avellino e durante il lungo viaggio dal Friuli non ha fatto altro che pensare alla nipote Elena che ha ammesso di aver organizzato insieme al fidanzato Giovanni Limata l’omicidio del padre e di aver progettato anche di uccidere la madre e la sorella. E’ toccato a Giancarlo farsi carico di tutte le incombenze del momento poiché, ha spiegato, “mia cognata Liana e Emilia, l’altra mia nipote, sono annientate, completamente annichilite”. Non si tratta solo del lutto: “No, è molto di più. Nella vita sappiamo di poter perdere una persona cara per un incidente, una malattia, o adesso per il Covid. Ma non per un omicidio. E meno che mai per un omicidio deciso da un’altra persona cara”.



Giancarlo non conosce ancora i dettagli del delitto per una forma di autoprotezione: “è come se non volessi sapere per non dover accettare una realtà terribile. Mi sento dilaniato, tutti in famiglia ci sentiamo così”, ha ammesso. La famiglia di Aldo, in particolare, “lo rendeva felice”. Parlando della nipote Elena ha ammesso: “Mi rendo conto che le mie parole possano sembrare assurde, ma Elena è sempre stata la figlia che ogni genitore vorrebbe avere: dolcissima. E anche se fisicamente ha preso dal padre e quindi è alta, noi la vediamo sempre come uno scricciolo, una bambina che va ancora a scuola, al quarto liceo”. Rispetto al possibile movente, lo zio non sa darsi una risposta ma sembra certo di una cosa: “Posso soltanto pensare che è stata manipolata, che si sia lasciata plagiare. Ma non certo facendo uso di droghe. Mio fratello se ne sarebbe accorto”.