Il padre di Elena Maestrini, la giovane morta nella strage del bus in Erasmus avvenuta in Spagna nel 2016, lancia un nuovo appello affinché l’Italia si occupi del caso e avvi un’inchiesta parallela sul terribile incidente stradale. Insieme alla giovane persero la vita altre 12 persone tra cui 6 studentesse italiane, e le famiglie delle vittime continuano la loro battaglia per la verità davanti a un iter giudiziario denso di incognite dopo una serie di archiviazioni da parte delle autorità iberiche. Il processo deve ancora iniziare e vedrà un solo imputato, l’autista del pullman su cui viaggiavano le ragazze coinvolto nello schianto con un auto in Catalogna il 20 marzo di 7 anni fa. L’uomo, Santiago Rodriguez Jimenez, rischierebbe una condanna a 4 anni e le indagini non avrebbero mai vagliato ulteriori profili di possibili responsabilità nel disastro.



Per questo, spinto dalla volontà di dare giustizia alla figlia e alle altre giovani vittime della strage, Gabriele Maestrini, papà di Elena, non si ferma e prosegue la sua lotta davanti all’ambasciata di Spagna a Roma. In un’intervista al Quotidiano Nazionale ha spiegato i contorni di un dramma che non trova pace e non solo per la perdita irreparabile di una figlia, ma anche perché, ad oggi, non c’è stata una conclusione a livello giudiziario. “Chiediamo all’Italia un’inchiesta parallela“, ha ribadito il padre di Elena Maestrini, sottolineando l’assenza di dovute risposte da parte degli inquirenti spagnoli. L’ultimo step è stato il deposito di un esposto alla Procura di Firenze, atto con il quale spera di vedere assecondata la richiesta di un’inchiesta italiana sulla strage.



Il padre di Elena Maestrini morta nella strage del bus in Erasmus: “Si è guardato in una sola direzione”

Secondo il papà di Elena Maestrini, come ha dichiarato al quotidiano, le autorità spagnole non hanno vagliato possibili altre responsabilità e le indagini hanno puntato in una sola direzione, la posizione dell’autista, trascurando di valutare il disastro nella sua complessità. L’eventuale condanna dell’uomo, secondo il parere di Gabriele Maestrini, lascia il tempo che trova e il motivo è l’assenza di un’attività investigativa che prenda in considerazione tutti gli aspetti del caso.



I giudici spagnoli devono valutare le criticità materiali e morali di altri soggetti istituzionali che abbiano responsabilità su quanto accaduto“, ha precisato il padre di Elena Maestrini, che vorrebbe “poter dimostrare che non si è trattato di un semplice incidente“. Secondo Gabriele Maestrini potrebbero sussistere profili di rilevanza penale in capo ad altri soggetti oltre all’autista del pullman, unico imputato nel processo che, riporta Repubblica, sarebbe slittato al prossimo ottobre per l’assenza di aule utili e disponibili a ospitare udienze per diversi giorni consecutivi. Un altro tassello che si somma al mosaico dell’interminabile attesa delle famiglie che ancora aspettano verità e giustizia.