Elena Sofia Ricci, attrice, è intervenuta in queste ore sulle colonne del “Corriere della Sera”, parlando innanzitutto della ripartenza del mondo dello spettacolo dopo il prolungato stop pandemico: “Sono felice, io sono la pazza che ha pensato di girare il documentario ‘Grido per un Nuovo Rinascimento’. Mi sono interfacciata con il ministro Franceschini parlandogli della necessità di una giornata che risvegliasse le coscienze e desse a tutti noi la patente di lavoratori”.



L’arte del palcoscenico è da sempre nel Dna dell’intervistata, che da piccola si vedeva ballerina, poi cantautrice, poi parrucchiera e per un tratto anche macellaia: “Mi piaceva guardarli mentre tagliavano la carne… Anche loro, in fondo, sembravano su un palco”. Poi, però, ha prevalso la vocazione per il teatro e la danza, praticata sin da bambina. A proposito: della sua infanzia l’artista ricorda i suoi cugini e la sua amica Silvia, oltre a sua nonna, che “era stata la prima a vedere il mio futuro. Fu lei che mi iscrisse a danza e mi regalò una chitarra classica quando avevo sette anni”.



ELENA SOFIA RICCI: “MI INSEGNARONO A DETESTARE MIO PAPÀ”

Nel prosieguo del suo intervento sul “Corriere”, Elena Sofia Ricci ha rivelato di avere conosciuto sua sorella e i suoi altri due fratelli solo a trent’anni, quando ha ritrovato suo padre: “Ero stata programmata, educata per detestare mio padre. Ovviamente tutto questo mi è costato qualche anno di analisi, ma alla fine ho capito che potevo imparare ad amare tutti per quello che erano. Per fortuna ho recuperato sia con lui che con i miei fratelli, appunto, totalmente incolpevoli. Averli nella mia vita è stata una ricchezza”.



L’interprete di tante fiction di successo, da “I Cesaroni” a “Che Dio ci aiuti”, ha quindi reso noto di avere tante amiche nello spettacolo, come Margherita Buy, Valeria Golino e Sabrina Ferilli, anche se i momenti difficili nella sua carriera non sono mancati: “Hanno messo in dubbio il mio talento. È successo, più spesso a teatro, e delle volte mi sono sentita ferita. Ho dovuto fare uno scatto: non mollare, ma trovare una soluzione per rialzarmi e vedere nell’impegno per farlo un motivo di crescita”.