Eleonora Daniele è stata ospite stamane brevemente del programma di Rai Uno, Uno Mattina. Sul finale di puntata la nota conduttrice di Storie Italiane, talk che va in onda subito dopo, ha voluto presentare il suo libro dedicato alle favole e al natale, il Pigiama a Pois. Eleonora Daniele ha spiegato: “Carlotta era il nome di mia nonna che mi ha cresciuta fino a 5 anni e poi se ne è andata, mi leggeva le favole e io ho dato il suo nome anche a mia figlia”, al che Massimiliano Ossini, conduttore di Uno Mattina, ha ribattuto: “Anche mia figlia si chiama Carlotta”.
Eleonora Daniele ha poi ripreso la parola dicendo: “Le favole fanno bene ma non sono solo per i piccini, sono anche per gli adulti, bisogna continuare a credere nelle favole, motivo per cui ho scritto questo libro, anche per mia figlia che ha vissuto il primo vero Natale, ed ho pensato anche a tutte quelle persone che sono un po’ in solitudine, in difficoltà e che cerchiamo di inglobare in questa rete sociale che deve esserci”. L’attenzione si è quindi spostata sul Veneto e su Padova, terre di origine di Eleonora Daniele.
ELEONORA DANIELE: “ECCO COSA MI PORTO DEL VENETO E DI PADOVA”
Incalzata sui suoi natali ha spiegato: “Che cosa mi porto da padovana? Le bellissime piazze di Padova, il nostro spritz, il nostro aperitivo, noi veneti siamo molto allegri, gente che lavora ma che sa anche divertirsi. I veneti sono gente di grandi valori, grandi lavoratori, sognatori, ideatori e creatori, mi porto tutto questo, anche un paese di viaggiatori, perchè è pieno di veneti nel mondo”.
E ancora: “Da noi San Antonio da Padova diciamo che è il santo senza nome visto che quando andiamo alla basilica diciamo che andiamo al santo, perchè per noi è il santo. la basilica del santo, ricordiamolo, è fra il sito degli Unesco, ma anche tanti altri siti importantissimi a Padova. Quanto porto della mia città e della mia ragione a Roma? Non posso non citare il cibo – ha concluso Eleonora Daniele – il baccalà, la polenta, i risi e bisi, il risotto, e poi tutto quello che è il calore e l’ospitalità di veneti e padovani”.