Eleonora Daniele è stata minacciata di morte. La conduttrice di “Storie Italiane”, trasmissione mattutina di Rai Uno in onda ogni mattina dal lunedì al venerdì nella fascia oraria inclusa tra le 9.55 e le 11.55, è stata letteralmente presa di mira sul web da parte di un hater dal profilo anonimo, il classico “leone da tastiera”, che ha rivolto una serie di minacce alla presentatrice, fra cui, come riporta “Il Fatto Quotidiano”, anche frasi di questa natura: “Facciamo una strage, preparati idiota!”. Oppure: “Vedrai ora come ti faremo svegliare, povera demente!”.



Tale episodio risalirebbe alla fine del mese di settembre 2020 e sarebbe avvenuto sui post pubblicati da Eleonora Daniele sul suo profilo Instagram, contro la quale l’uomo si era accanito con veemenza, iniziando a bersagliare anche le sue foto di famiglia e arrivando anche a commentare contro la figlia della conduttrice. Forte della sua esperienza derivata da anni di battaglie al fianco dei più deboli e inascoltati per mezzo dello strumento televisivo e del suo programma, la Daniele non s’è persa d’animo e ha inteso rivolgersi prontamente alla polizia postale per fare denuncia e gli agenti sono riusciti a risalire a due persone ritenute responsabili delle minacce e degli insulti.



ELEONORA DANIELE MINACCIATA DI MORTE DA HATER: PERQUISITO E INDAGATO UN 45ENNE DI NAPOLI

Anche il quotidiano “La Repubblica” ha approfondito la questione inerente alla poco piacevole vicissitudine affrontata da Eleonora Daniele in rete e, stando a quanto risulta sino a questo istante, la posizione meno favorevole e felice è quella di un 45enne napoletano, perquisito e ora indagato per minacce e diffamazione.

Naturalmente, l’individuo in questione agiva sotto falso nome e approfittava di questo status di apparente anonimato per scagliarsi contro la presentatrice televisiva senza alcun tipo di filtro. Come si legge online, “l’inchiesta è ancora in corso: se si dovesse accertare che l’uomo è incapace di intendere e di volere, la Procura di Roma potrebbe valutare l’ipotesi di chiedere l’archiviazione al gip”.