E’ un’intervista molto toccante quella di Eleonora Daniele, volto di punta di Rai Uno, ai microfoni del Corriere della Sera. La conduttrice di Storie Italiane parla a cuore aperto del fratello autistico, Luigi, morto inspiegabilmente a 44 anni: «Una risposta vera non l’avrò mai – racconta la presentatrice riferendosi proprio al giorno del decesso dell’amato fratello – la sensazione è che anche i più fragili, a volte, si stancano di combattere come ci stanchiamo noi. Chi ha un disabile in famiglia vive una lotta contro la burocrazia. Mancano le strutture e, negli ospedali, manca il personale sanitario formato per curare persone con bisogni speciali. Manca tutto. Io con l’associazione fondata con le mie sorelle supporto chi insegna a parlare ai bimbi autistici. Mi sono sempre chiesta se mio fratello avrebbe potuto imparare qualche parola. Quando lo sogno, e lo sogno spesso, parla sempre perfettamente e con voce limpida».
Una chiacchierata che, come spiega la collega del Corriere, Candida Morvillo, è iniziata fra le lacrime: “La prima domanda che faccio a Eleonora Daniele è «chi era suo fratello Luigi?» e lei già ha le lacrime, ma proprio da non riuscire a parlare”. «Perchè mi commuovo? Perché nessuno mi ha mai chiesto chi era. Per tutti, sapere che era autistico equivale a sapere chi era. Invece, era una persona, con un suo carisma, un suo carattere e desideri che per decenni ho cercato di interpretare. Ogni autistico è un caso a sé e, dietro ognuno, c’è un infinito da scoprire».
ELEONORA DANIELE: “NESSUNO SAPEVA COSA LUIGI PENSASSE”
Il 9 novembre esce «Quando ti guardo negli occhi – Storia di Luigi, mio fratello», libro in cui Eleonora Daniele racconta appunto la vita vissuta a fianco di un ragazzo autistico. «Nessuno sapeva cosa pensasse – ha continuato – non ha mai parlato. Ho imparato a capire se aveva sete o voleva un gelato alla fragola. E non sempre indovinavo. Se stava male, non sapevi se era un piede, un dente, lo stomaco. Ho due sorelle molto più grandi, lui aveva sei anni più di me, i miei lavoravano e io, da piccola, ero quella che stava di più con lui. Ero io la sua cocca e non lui il mio. Per cui, mi ha insegnato tante cose, nei suoi silenzi. Mi ha insegnato a stare in ascolto. È dura parlarne, i ricordi affiorano e io non sono pronta». L’autismo è una malattia complicata da gestire oggi, nel 2021, figuriamoci negli anni ’70, quando venne diagnosticata al fratello della conduttrice: «Se ne sa poco anche oggi, si figuri allora. Le famiglie erano abbandonate, isolate. Da poco la legge Basaglia aveva chiuso i manicomi ma anche tante strutture intermedie. Trovare un centro diurno dove un bimbo come lui potesse essere seguito non come se fosse matto era un’impresa. C’era tanta ignoranza. Anche da parte dei medici».
ELEONORA DANIELE: “CON LUIGI I MIEI GENITORI FURONO STRAORDINARI”
In ogni caso, Eleonora Daniele ricorda come i suoi genitori siano stati «Straordinari. Intanto, non si sono mai vergognati. Non era scontato. Non hanno mai nascosto Luigi, vivevamo a Saonara vicino a Padova, lui frequentava la salumeria di famiglia anche se, nel mezzo di una crisi, poteva rovesciare uno scaffale di sottaceti. Il vantaggio del paese è che è una famiglia allargata, invece, nelle città, nel chiuso degli appartamenti, quella rete sociale manca».
Ad un certo punto, però, la sua famiglia fu costretta a mettere Luigi Daniele in un istituto: «Fummo obbligati, papà era invecchiato e non riusciva più a tenerlo durante le crisi. Io avevo 14 anni e, a lungo, ho pensato solo a diventare indipendente per andare a riprendermelo. Poi l’istituto è diventato casa sua. Io piangevo quando ce lo riportavo la domenica sera, ma lui sorrideva. Ho dovuto accettare che tenerlo con me era egoistico». In ogni caso, per Eleonora Daniele il suo amato fratello non se ne è mai andato: «Non so ripeterlo, ma è come se venisse in sogno a chiacchierare per dirmi che è normale come tutti noi».