Eleonora Giorgi, madre di Paolo Ciavarro ed ex del collega attore Massimo Ciavarro, vorrebbe tornare a recitare. Questo il suo desiderio espresso in una recente intervista a La verità, dove ripercorre la sua esistenza tra lavoro e vita privata. Con un occhio particolare per la carriera; una carriera, quella cinematografica, che non considera affatto conclusa. Tornerebbe a recitare, dice, “se mi arrivasse un ruolo da protagonista. Perché un attore fino ai suoi 80 anni può fare il protagonista, mentre le attrici arrivano a 60-62 anni e si sentono dire: ‘Che cosa ti faccio fare? La nonna? La zia? La madre sotto pasticche?’. Spiegatemi, perché?”. La sua gratitudine, in questo periodo, va a chi l’ha invitata in televisione: “La tv mi ha restituito la libertà di esprimermi”, sostiene la Giorgi.



Eleonora Giorgi racconta la sua carriera

In generale, Eleonora Giorgi è una che non le manda a dire. Per questo motivo, nelle sue confidenze rilasciate al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, l’attrice avverte di essere disposta a tornare al cinema, ma solo a certe condizioni. A patto, cioè, che non le propongano ruoli ‘da nonna’. Per inciso, il suo debutto in questo mondo è avvenuto in maniera abbastanza imprevista, quando i suoi agenti inoltrarono una sua foto al produttore Tonino Cervi: “All’inizio ho fatto un film dietro l’altro, finché ho incontrato Angelo Rizzoli e con lui ero determinatissima a una vita esclusivamente privata. La cosa pazzesca è che lui invece non voleva. Io non avevo forse capito che lui, a modo suo, era molto compiaciuto di avere una moglie brillante, poi aveva a cuore il mio benessere e ragionava per me: è stato un marito pigmalione, quasi un padre, pur avendo solo dieci anni più di me”.



Eleonora Giorgi: dal cinema alla campagna (e ritorno)

Dopo aver sposato Rizzoli, Eleonora Giorgi ebbe un’altra relazione con Massimo Ciavarro, da cui nel 1991 nacque Paolo Ciavarro, anche lui personaggio televisivo protagonista della nuova stagione di Forum. In seguito, Eleonora ebbe modo di lavorare con diversi registi importanti tra cui Carlo Verdone e Nino Manfredi. Di quest’ultimo, in particolare, racconta: “Preparando con lui il film per quattro mesi, è come se avessi fatto tre anni di Centro sperimentale! Abbiamo lavorato sulle battute, sull’accento veneziano, sulla creazione del personaggio, sui suoi obiettivi, sulla sua psicologia, sull’azione delle scene… Fino ad allora avevo sempre costruito il personaggio d’istinto”. Poi la scelta di ritirarsi in campagna, dove ha scoperto l’agricoltura biologica: “Ho fatto il green prima di chiunque altro: ho progettato giardini e parchi, ho ristrutturato casali, ho studiato”. E adesso sogna di tornare a respirare le atmosfere del set.

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