Come sta Eleonora Giorgi? I fan dell’attrice si fanno questa domanda ogni giorno, dopo che poco tempo fa le è stato diagnosticato un aggressivo tumore al pancreas. “Devastante” lo ha definito lei, che in questi mesi non si è mai arresa e ha sempre lottato a testa alta. Anche il figlio Andrea Rizzoli nato dalla relazione con il primo marito è testimone di tanta forza e ha presentato il suo libro a Verissimo, “Non ci sono buone notizie“.
Come possiamo dedurre dal titolo, parla di un vero e proprio diario intimo sulla storia della malattia di Eleonora Giorgi. Come dice lui, è stato un modo per esorcizzare il dolore. “Mi ha aiutato a capire quello che stava accadendo“, ha confessato. Il figlio dell’attrice ha rivelato a Silvia Toffanin che quello era inizialmente il suo diario privato, trasformatosi poi in qualcosa di più grande vista la portata emotiva della situazione. A mandarlo all’editore di nascosto è stata proprio Eleonora Giorgi, che non ha mai fatto mistero del dolore che ha coinvolto la sua famiglia.
Eleonora Giorgi, Andrea Rizzoli svela come sta: “Era molto contenta di…”
Silvia Toffanin ha chiesto ad Andrea Rizzoli come stesse Eleonora Giorgi. “Si difende, combatte“, spiega il figlio. “Era molto contenta di quello che ha vissuto ultimamente“. Del resto, l’attrice non si è mai persa d’animo e ha condiviso con il pubblico ogni notizia sulla sua malattia. Ancora oggi tiene a far sapere come sta, forse per esperire il dolore o per stare vicina a chi come lei sta soffrendo. Andrea Rizzoli ha poi commosso tutti a Verissimo, raccontando di quando dopo l’operazione Eleonora Giorgi gli ha dato un regalo da aprire solo successivamente.
“Un walkman giallo anni 80”, spiega alla Toffanin, “Lo apro e c’è una cassetta“. Il figlio dell’attrice racconta che la madre ha registrato il rumore del vento e la voce di suo padre Angelo Rizzoli, morto nel 2013: “Si sentiva papà che mi incitava a dire ‘mamma’, lì sono scoppiato a piangere“. Un racconto fortissimo, che ha lasciato il pubblico tra le lacrime. Andrea Rizzoli ha capito che quello sarebbe stato l’ultimo regalo in caso di esito negativo dell’operazione. Poi il racconto su Paolo Ciavarro, fratello nato da un padre diverso: “Siamo complementari, senza lui non ce l’avrei mai fatta“.