Elettra Marconi, figlia di Guglielmo Marconi, Nobel per la fisica nel 1909, è stata ospite stamane negli studi di Uno Mattina, per ricordare il padre per cui quest’anno si festeggiano i 150 anni della sua nascita: “Mio padre aveva previsto l’invenzione del cellulare, realizzò il primo telefono per il Papa Pio XI per poter comunicare con Castel Gandolfo e il Vaticano. Stava costruendo il cellulare, quando era in viaggio facendo il giro del mondo con mia madre nel 1933, disse che sarebbe arrivato il giorno in cui le persone avrebbero avuto una scatoletta in tasca con cui poter parlare con la famiglia, lui l’aveva già previsto”.
Guglielmo Marconi inaugurò anche Radio Vaticano nel 1931: “Il Papa ci teneva tanto, Pio XI era molto interessato a scienza e lavoro, chiamava sempre mio padre, voleva essere al corrente dei progressi, per lui parlare con il mondo era molto importante, e mio padre era molto credente e cattolico e diede voce al Santo Padre”.
ELETTRA MARCONI, FIGLIA DI GUGLIELMO: “PAPA’ MI HA DATO QUESTO NOME PERCHE’…”
Elettra Marconi prende il nome dalla nave dove il padre faceva moltissimi esperimenti: “Mio padre ha voluto darmi questa nome che aveva dato prima al suo bellissimo yacht che adorava, aveva una passione per il mare. Era la nostra casa, eravamo sempre in navigazione da marzo a novembre, fin da piccolissima, poi mi ricordo le sue ultime invenzioni fino a 5/6 anni, sono stata testimone e lui mi parlava dei progetti futuri”.
E ancora: “Io giocavo molto con mia madre e rispettavamo moltissimo mio padre quando lavorava nella cabina, poi ci chiamava e ci diceva, ‘sentite le voci dall’Australia, dall’Africa…’, poi quando finiva di lavorare saliva su e parlava con me, mi spiegava le cose e mi trattava come una persona grande”. Un aneddoto su Neil Armstrong: “Ero presente quando parlò con mia madre e disse che se non fosse stato per mio padre non sarebbe mai andato sulla luna”. Chiusura dedicata ai giovani: “Mio padre aveva 21 anni quando ha fatto la sua prima invenzione, e dico ai giovani di non scoraggiarsi, hanno una vita davanti a loro, devono essere ottimisti e credere nella loro passione”.