LORENZO FONTANA ELETTO PRESIDENTE DELLA CAMERA: 222 VOTI PER IL CENTRODESTRA
Lorenzo Fontana è stato appena eletto nuovo Presidente della Camera, succede a Roberto Fico e rimarrà in carica per i 5 prossimi anni della XIX Legislatura della Repubblica: tiene l’accordo di Centrodestra, a differenza del Senato, e porta il candidato scelto dalla Lega come terza carica dello Stato grazie ai 222 voti raccolti in Aula a Montecitorio. L’accordo raggiunto tra Salvini, Meloni e Berlusconi ha dimostrato per il Presidente della Camera una tenuta senza i voti delle opposizioni perdendo solo qualche seggio tra nulle (c’era un omonimo in Aula, Gerardo Fontana di FI), assenze e anche qualche scheda bianca di “ribelli” interni.
I risultati ufficiali comunicato dal Presidente di turno Ettore Rosato vedono infatti Lorenzo Fontana eletto presidente con 222 voti, Maria Cecilia Guerra del Centrosinistra 77 voti, Cafiero de Raho del M5s con 52 voti, Richetti del Terzo Polo con 22 voti, altri 2 voti, 6 schede bianche e 11 nulle. «Andiamo verso un governo che fa le cose come è giusto che siano fatte», commenta Massimiliano Romeo della Lega al termine delle votazioni, mentre il segretario Salvini aggiunge «Sono felice, ieri c’è stato un piccolo incidente di percorso. Il centrodestra governerà per 5 anni bene. Non è giorno di polemiche: essere cattolico non è un disvalore. Pro Putin? Fontana è pro Italia». Il Pd sottolinea i voti mancanti dei 235 iniziali alla Camera per il Centrodestra e con l’ormai ex segretario di Enrico Letta che commenta «Da oggi siamo ancora più convintamente all’opposizione». Per la Premier in pectore Giorgia Meloni, l’elezione del Presidente Lorenzo Fontana sono un successo per il Centrodestra che si avvia a governare: «Anche qui alla Camera buona la prima. Stiamo procedendo in modo spedito, sono contenta e faccio le mie congratulazioni a Fontana». Le prime parole commosse di Fontana nel suo discorso di insediamento a Presidente della Camera: «Onorevoli colleghi, è con forte gratitudine e grande commozione che vi ringrazio per la fiducia. Grazie per chi ha votato per me e per chi non lo ha fatto, sarà grande onore per me dirigere i lavori».
VOTAZIONI IN CORSO ALLA CAMERA: LORENZO FONTANA E GLI ALTRI CANDIDATI PRESIDENTE
Salvini e Meloni sono a colloquio nel giardino della Camera, forse per sigillare e attendere insieme l’elezione di Lorenzo Fontana nuovo Presidente della Camera: da Tajani a Berlusconi, la conferma sul voto dei deputati di Forza Italia al candidato posto dalla Lega sembra sancire una quarta votazione “blindata” rispetto alla bagarre di ieri al Senato. Usiamo sempre il condizionale anche perché le votazioni sono in corso e la tensione sui numeri che vi saranno al termine dello scrutinio è comunque altissima. Tutti i partiti hanno deciso di “contarsi” dopo il clamore di ieri, presentando propri candidati di bandiera da opporre al designato nuovo Presidente Lorenzo Fontana.
«No a un presidente omofobo pro Putin», è lo striscione apparso alla Camera da alcuni deputati di Pd e sinistra radicale, commentato da un «ma va…» di Matteo Salvini all’uscita da Montecitorio. «Andrà bene. Sono ottimista. Eleggeremo il presidente della Camera alla prima votazione di questa mattina e il nostro candidato è Lorenzo Fontana», ha detto la Premier in pectore Giorgia Meloni commentando le notizie in arrivo da Forza Italia. Il Pd, con le sinistre e PiùEuropa, conferma il nome di Maria Cecilia Guerra come candidata da votare, mentre Terzo Polo resta su Matteo Richetti e il M5s si avvia a votare l’ex magistrato Cafiero de Raho, come indicato da Giuseppe Conte.
CENTRODESTRA SU LORENZO FONTANA PRESIDENTE DELLA CAMERA: IL NODO SCONTENTI IN FORZA ITALIA
«Forza Italia voterà Lorenzo Fontana come presidente della Camera dei Deputati»: questo l’annuncio di Antonio Tajani stamane prima del voto da Montecitorio. Con Lega e Fratelli d’Italia sarebbe dunque giunto l’accordo finale sul prossimo Presidente della Camera, da votare nel quarto scrutinio di questa mattina (con diretta video streaming della elezione a Montecitorio dalle ore 10.30 in poi). La notte potrebbe aver portato consiglio in casa Centrodestra dopo le fibrillazioni viste ieri al Senato con l’elezione del Presidente La Russa: usiamo il condizionale in quanto in realtà alcuni scontenti in casa Forza Italia restano comunque. Secondo le fonti raccolte, l’area più vicino a Tajani vorrebbe mantenere l’accordo e puntare sul nome concordato da Lega e Ddi, mentre l’ala più vicina a Licia Ronzulli è tentata a non partecipare al voto per protesta come avvenuto ieri.
La tensione resta alta anche se il secondo candidato in lizza per il Presidente della Camera, ovvero Riccardo Molinari, conferma la scelta su Fontana: «Nessuno mi ha chiesto di candidarmi. Lorenzo sarà un ottimo presidente della Camera». Dalle opposizioni l’obiettivo è quello di non ripetere la scena clamorosa di ieri e dunque ci saranno dei candidati di bandiera per potersi “contare”: Cecilia Maria Guerra la candidata del Pd (nome d’area vicina ad Articolo 1 per “corteggiare” il voto di Sinistra Italiana e Verdi), Matteo Richetti invece il candidato del Terzo Polo, anche se mancheranno due deputati oggi ha annunciato Marattin, «Lo diciamo prima così è tutto chiaro da subito. Vogliamo che il risultato del nostro voto sia trasparente». Ancora si attende l’indicazione del M5s su quale candidato Presidente della Camera indicherà in Aula ma si ipotizza possano convergere su Guerra anche dai banchi dei 5Stelle.
ELEZIONE PRESIDENTE CAMERA DEI DEPUTATI: COME SI VOTA, ORARI E INFO DIRETTA STREAMING
Si riapre stamattina Montecitorio per il quarto voto sull’elezione al nuovo Presidente della Camera dei Deputati dopo le tre “fumate nere” avvenute ieri nel primo giorno della XIX Legislatura dopo le Elezioni Politiche del 25 settembre: con questo quarto scrutinio si tratta di quello potenzialmente decisivo in quanto si abbassa il quorum richiesto per l’elezione del successore di Roberto Fico alla guida della Camera. Il tutto avviene con nell’occhio ancora la “coda” della bagarre vista ieri al Senato: l’accordo nel Centrodestra aveva portato Ignazio La Russa (FdI) al Senato e Riccardo Molinari (Lega) alla Camera, con tanto di passo di lato del senatore leghista Calderoli per Palazzo Madama. Non si erano fatti i conti però con le richieste-invettive di Forza Italia in merito al totoministri del Governo Meloni: Berlusconi infatti dopo forti polemiche con FdI, vota (assieme a Casellati) ma la restante pattuglia di forzisti non partecipa al voto. Risultato: La Russa eletto Presidente del Senato con 116 voti, di cui almeno 17 sono “franchi tiratori” delle opposizioni le quali si accusano a vicenda.
Resta ora da capire cosa potrà succedere oggi alla Camera dove il quarto scrutinio dell’elezione per il Presidente potrebbe essere quello potenzialmente decisivo per i numeri della maggioranza di Centrodestra: solo dal quarto scrutinio in poi scatta infatti il quorum della maggioranza assoluta (dunque 201 seggi). Al momento i seggi in mano al Centrodestra a guida Meloni sono 237, 85 per il Centrosinistra (Pd, Verdi, Impegno Civico, PiùEuropa, SVP), 52 per il M5s, 21 per il Terzo Polo Renzi-Calenda. In linea di massima il candidato proposto dalla coalizione di Centrodestra potrebbe essere già eletto dal voto previsto per questa mattina dalle ore 10.30 in poi: ma resta per l’appunto il rebus du Forza Italia con le trattative andate avanti lungo l’intera nottata. 45 sono i deputati forzasti, mentre 66 quelli leghisti e 119 quelli di FdI: il margine c’è tutto per poter eleggere “tranquillamente” il candidato (al momento è Lorenzo Fontana il favorito n.1 dopo l’annuncio di ieri della Lega) ma dipenderà molto da cosa decideranno i forzisti e se si confermerà una “fetta” delle opposizioni assieme alla maggioranza. L’appuntamento con il voto per l’elezione del Presidente della Camera è previsto per le ore 10.30 con l’apertura dei lavori in diretta video streaming sul canale YouTube di Montecitorio.
CAMERA, IL TOTONOMI PER L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE: REBUS SU FORZA ITALIA, I NUMERI A MONTECITORIO
Trattative, richieste, “stilettate” e promesse: la notte di trattative prima dell’elezione per il Presidente della Camera ha visto sul tavolo ancora una volta il totoministri sul Governo, il vero banco di prova per verificare la maggioranza che si appresta a governare nei prossimi 5 anni. Se il Presidente della Camera dovesse essere eletto già oggi, da lunedì il Quirinale potrà avviare l’iter delle consultazioni che porteranno l’incarico di formare il Governo alla prima Premier donna della storia repubblicana, per l’appunto Giorgia Meloni. Resta però da capire in quali condizioni ci arriverà il Centrodestra dopo la giornata interlocutoria di ieri al Senato: l’accordo prevede a FdI il Senato, alla Lega (seconda nella coalizione alle urne) la Camera e per Forza Italia qualche Ministero in più nel prossimo Governo. Nel totonomi di queste ore il nome di Riccardo Molinari è stato superato nelle ultime riunioni della Lega dall’attuale vicepresidente del Carroccio nonché ex Ministro della Famiglia nel primo Governo Conte: «Lorenzo Fontana è il candidato Presidente della Camera dei Deputati», fa sapere la Lega in una nota.
In serata è poi Salvini stesso a confermare il suo vice come candidato nell’elezione a Presidente della Camera: «Ho chiesto a Riccardo Molinari la disponibilità a proseguire il suo mandato da capogruppo della Lega a Montecitorio, nonostante avesse tutte le carte in regola per fare il presidente della Camera. Molinari è stato e sarà il miglior capogruppo possibile, ruolo per me politicamente più rilevante per i prossimi cinque anni». Raggiunto dai cronisti prima di uscire dal Parlamento, il diretto interessato Lorenzo Fontana si limita a commentare «E’ ancora in divenire, la notte è lunga. Giorgetti alla Juve, io al Verona…». Al di là della battuta, resta assieme a lui la candidatura forte di Giancarlo Giorgetti (n.2 della Lega) qualora uscisse dal totoministri che lo vede al momento candidato per il MEF: «Se la Lega vuole il Mef e mi manda lì, io ci vado», ha fatto sapere l’attuale Ministro uscente del MISE. Secondo fonti raccolte ieri sera, Forza Italia avrebbe messo in conto di poter andare da sola alle consultazioni del Quirinale sulla formazione del prossimo Governo: lo strappo in questo caso sarebbe palese e forse irrecuperabile tra Salvini-Meloni-Lupi e Berlusconi, ma tutto resta ancora aperto in un inizio di Legislatura davvero “memorabile”