Sui social in queste ore è un tripudio di complimenti per Marta Cartabia, la nuova presidente della Consulta, nonché prima donna a ricoprire questa carica. Tra i tanti, ad esprimersi su Twitter è stato anche il Telefono Rosa che ha commentato: “#MartaCartabia è la prima #donna a ricoprire la carica di Presidente della Corte Costituzionale. Complimenti e auguri di buon lavoro”. Lei stessa, dopo la nomina all’unanimità ha detto: “Ho rotto un tetto di cristallo, spero di fare da apripista”. In una intervista a Giuseppe Carboni per il Tg1 ha aggiunto: “Non io l’ho rotto. La Corte stessa ha voluto portare al vertice di questa istituzione così importante una donna. E’ un passo importante perchè la storia italiana è segnata da un grave ritardo. Fino al ’63 le donne non potevano esercitare funzioni giudicanti”, ha ricordato, “noi abbiamo beneficiato delle tante donne che sono venute prima di noi e non sono arrivate ai vertici. Mi auguro che tante giovani possano rendere normale evenienza come quelle di oggi”, ha aggiunto. Quindi ha ribadito il ruolo chiaro che ha sempre avuto la Corte Costituzionale, ovvero “quello di custodire i suoi valori, giudicare le leggi ed eliminare quelle che non sono conformi ai diritti e ai principi costituzionali ma anche portarli tra la gente per farli riscoprire e prendere consapevolezza”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
L’INCONTRO CON MATTARELLA
Dopo l’annuncio della sua nomina quale nuovo presidente della Corte Costituzionale, la 56enne Marta Cartabia è salita al Colle per incontrare ufficialmente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella: il nuovo numero uno che siederà sullo scranno più alto della Consulta ha avuto un breve incontro col Presidente della Repubblica assieme a una delegazione e a tal proposito non va dimenticato come proprio l’elezione della Cartabia, rinomata giurista e docente di Diritto Costituzionale, sia stata sicuramente accolta con soddisfazione da Mattarella: già all’atto della formazione del primo Governo Conte il suo nome era circolato come tra i più papabili, nonché graditi all’inquilino del Colle, per guidare un eventuale esecutivo tecnico dato che non solo gode da tanto tempo della sua stima, nonostante la relativamente giovane età, ma anche perché entrambi condividono l’esperienza di giudici costituzionali e perché, ironia della sorte, sono pure “vicini di casa” in quella che è la foresteria della Consulta. (agg. di R. G. Flore)
PRIMA VOLTA PER UNA DONNA “SESSO ED ETA’ NON DEVONO CONTARE”
Una nuova stagione per la Consulta, o almeno è quello che molti si auspicano, e un piccolo ma significativo passo per l’uguaglianza di genere nel nostro Paese: sono molteplici i significati, simbolici e non, che l’elezione della 56enne Marta Cartabia quale presidente della Corte Costituzionale si porta dietro e la stessa diretta interessata -il cui nome in passato era circolato pure come possibile premier di un esecutivo tecnico e nei giorni scorsi quale candidata più forte per salire sullo scranno riservato a quella che è di fatto la quarta carica dello Stato- ha ammesso che il suo sarà anche un ruolo di “apripista” per altre donne e citando anche le parole della prima Presidente del Consiglio finlandese di sesso femminile. “Le donne in magistratura sono la maggioranza, rappresentano il 53% ma non sono ai vertici” ha detto la Cartabia, spiegando che con la sua elezione anche in Italia finalmente il sesso e l’età non dovrebbero essere più dei fattori discriminanti per poter ottenere una carica pubblica. (agg. di R. G. Flore)
“IO UN’APRIPISTA”
«Si è rotto un vetro di cristallo. Ho l’onore di essere qui come apripista», ha spiegato Marta Cartabia nella prima conferenza stampa dopo l’elezione a nuova Presidente della Consulta: «La neo presidente finlandese ha detto che età e sesso non contano più – ha aggiunto l’ex vicepresidente di Lattanzi – ma in Italia ancora un po’ contano. Spero presto di poter dire che non contano più». Con la Cartabia eletta a guida della Corte Costituzionale, seppur per soli 9 mesi visto che il suo mandato scade a settembre 2020, il concetto di “apripista” viene incarnato e non si ferma alla mera questione delle quote rosa: «Siamo abituati a ricevere critiche, è inevitabile, ma c’è insofferenza quando la critica si basa su elementi non veri. Parole d’allarme ingiustificate sono un tipo di critica che veicola menzogne, anzichè aiutare a capire e si rischia il vilipendio delle istituzioni. Travolgere in invettive le istituzioni non fa bene a nessuno – ha concluso la Cartabia parlando del ruolo della Consulta – neanche all’autore della critica». Plauso bipartisan dal mondo della politica: da Enrico Letta a Matteo Renzi («L’elezione di Marta Cartabia alla Presidenza della Corte Costituzionale è un segnale bellissimo. Una donna, giovane, di grandissime qualità. Complimenti Presidente. E buon lavoro»), da Laura Boldrini fino al Presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana «È una persona che conosco, che stimo molto, è anche parzialmente varesina, sicuramente lombarda, per cui è un motivo di doppia soddisfazione. La prima donna alla Corte Costituzionale, direi bene perché si cominciano ad abbattere un po’ di quegli steccati che non dovrebbero esistere ma che purtroppo esistono. Credo che la sua nomina abbia un valore simbolico anche in questo senso. È una persona di grandissima qualità quindi farà un ottimo lavoro».
CARTABIA ELETTA PRESIDENTE DELLA CONSULTA
Marta Cartabia è la nuova Presidente della Corte Costituzionale: l’annuncio è arrivato poco dopo le ore 11.15 e già prima di mezzogiorno dovrebbe parlare in conferenza stampa per tracciare le linee guida della sua nuova esperienza alla guida della Suprema Corte Consulta. È la prima donna a ricoprire un incarico così di prestigio nella democrazia italiana e sebbene potrà rimanere in carica solo un anno – a fine settembre scadrà il suo novennale in seno alla Consulta – sarà interessante vedere la “traccia” che lascerà nell’immediato post-Lattanzi. Lunghissimo curriculum e di notevole prestigio: dottorato di ricerca in legge all’Istituto universitario europeo di Fiesole, specializzazione all’Università di Aix-Marseille sui temi della giustizia costituzionale comparata, attività di ricerca all’estero negli Stati Uniti; come ricorda il Messaggero, «dal 2004 è professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove è anche stata titolare del corso Jean Monnet in Diritto costituzionale europeo (2005 – 2008). Ha insegnato in numerosi atenei, in Italia e all’estero». Nel 2014 è stata eletta vicepresidente della Suprema Corte, riconfermata nel 2016 dal neo-presidente Paolo Grossi e poi a marzo 2018 dal Presidente emerito Giorgio Napolitano. Come riporta il collega Luciano Ghelfi, «La #CorteCostituzionale ha per la prima volta una presidente #donna, Marta #Cartabia eletta con 14 voti e la sua scheda bianca», praticamente all’unanimità. Qui le collaborazioni di Marta Cartabia con il Sussidiario.net: gli articoli – le interviste
MARTA CARTABIA IN POLE POSITION ALLA CONSULTA
Avverrà solo una comunicazione ufficiale circa l’elezione del nuovo Presidente della Consulta: non vi saranno dirette streaming né dibattiti pubblici, bensì una votazione interna che proporrà poi al Capo dello Stato – il formale Presidente della Corte Costituzionale – il nome del successore di Giorgio Lattanzi. Rumors raccolti stamane dal Messaggero vedono in pole position più degli altri due vicepresidenti, Marta Cartabia, più volte anche considerata la figura ideale per il ruolo di Presidente del Consiglio in un ipotetico Governo tecnico (avvenuto prima di entrambi gli ultimi due esecutivi a guida Giuseppe Conte, ndr). Giurista cattolica, classe 1963 con tre figli, la pacata ma netta figura di Marta Cartabia potrebbe essere il profilo giusto per rilanciare la Consulta verso un primato storico, la prima donna alla guida della Suprema Corte. Ma non è solo questione di “quote rosa”: la sua idea di politica e giustizia – molto attentato alla libertà religiosa e alla positiva laicità dello Stato – è contenuta in una recente prefazione scritta di suo pugno al libro del gesuita Francesco Occhetta (“Ricostruiamo la politica, orientarsi nel tempo dei populismi”). dove scrive «L’urgenza della buona politica: non di quella asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza delle fazioni, delle ideologie o dei centri di interessi, o addirittura preda della corruzione ma della buona politica, che è, cioè, capace di includere, che sa essere coraggiosa e prudente allo stesso tempo, responsabile, collaborativa, disposta a lasciare le sue buone idee, senza abbandonarle, per metterle in discussione con tutti nella ricerca del bene comune».
OGGI L’ELEZIONE DEL NUOVO N.1 IN CORTE COSTITUZIONALE
Dopo la recente scadenza del mandato all’interno della Corte Costituzionale per l’attuale n.1 Giorgio Lattanzi, oggi si attende la nomina del nuovo Presidente: come noto, i giudici della Consulta hanno durata di mandato lungo 9 anni (la modifica legislativa è arrivata nel 1967, originariamente infatti duravano 12 anni i mandati all’interno della Suprema Corte). Il mandato è decorrente dal giorno del giuramento e non è minimamente rinnovabile, come prevede la stessa Costituzione di cui la Consulta è massima “custode”: destino vuole che l’attuale Presidente Lattanzi, in carica dal marzo 2018, è “costretto” a lasciare perché scadono i suoi 9 anni di mandato come giudice interno alla Consulta. Il 15esimo seggio, come votato negli scorsi giorni all’interno dell’ultima riunione con Lattanzi Presidente, è stato occupato da Stefano Petitti; ora però, con l’elezione che avverrà a porte chiuse come da tradizione, serve capire chi prenderà il suo ruolo alla guida della Corte Costituzionale. Romano, nato nel 1954, presidente della seconda sezione civile della Suprema Corte, Petitti subentra ufficialmente nel palazzo della Consulta a Giorgio Lattanzi, che ha terminato il suo mandato lo scorso 9 dicembre: anche lui dunque parteciperà alle votazioni per il nuovo Presidente, sul quale gravitano almeno tre possibili nomi di successori alla presidenza Lattanzi.
ELEZIONI PRESIDENTE CONSULTA: CHI PER IL POST-LATTANZI
Petitti ha giurato due giorni fa al Quirinale e oggi avrà pieni poteri per poter partecipare al voto del nuovo Presidente della Corte Costituzionale: non si può escludere la possibilità di un “outsider” ma i retroscena dei quirinalisti mettono in pole position un trittico di nomi che coinvolge tutti i vicepresidenti attuali. Aldo Carosi, Marta Cartabia, Mario Rosario Morelli, sono tutti possibili candidati a succedere alla carica di Lattanzi: come riporta il Fatto Quotidiano, Carosi (nato a Viterbo, eletto dalla Corte dei Conti) ha le medesime possibilità di essere eletto nuovo Presidente della Consulta rispetto alla milanese Cartabia, nominata direttamente dal Presidente emerito Giorgio Napolitano, e al romano di Mario Rosario Morelli. Nel caso della Cartabia, potrebbe essere la prima giudice donna ad essere eletta alla guida della Consulta: resta aperto però la possibilità che il “post-Lattanzi” possa avere un outsider in lizza proprio per non ripetere l’ultima tendenza. L’attuale n.1 uscente è rimasto in carica solo 1 anno, e così sarebbero anche gli altri tre vicepresidenti: Marta Cartabia e Aldo Carosi hanno prestato giuramento il 13 settembre 2011, Morelli invece il 12 dicembre ma sempre nel 2011. Questo significa che il prossimo anno si potrebbe avere la stessa situazione di oggi: un calcolo che magari alla Consulta potrebbe essere considerato per porre un quarto eventuale nome come potenziale nuovo Presidente.