REBUS ALLA CAMERA, ATTESO TERZO SCRUTINIO. CHI HA VOTATO LA RUSSA AL SENATO?
Nuova seduta alle 17 per il terzo scrutinio di elezione del Presidente della Camera con il giudizio “sospeso” fino almeno a domani mattina quando con quorum abbassato il Centrodestra potrebbe avere i numeri per eleggere il nome proposto dalla Lega. Riccardo Molinari il Presidente favorito, in alternativa Nicola Molteni o Giancarlo Giorgetti: ma i “dubbi” in casa Centrodestra non possono non derivare da quanto avvenuto al Senato (e che spieghiamo nella diretta qui sotto, ndr). «Ringrazio chi mi ha votato pur non facendo parte della maggioranza di centrodestra», ha detto Ignazio La Russa nel suo lungo primo discorso da Presidenze. Il nodo nel Parlamento stamane è sotto gli occhi di tutti: con solo 2 senatori di FI su 18 che hanno votato (Berlusconi e Casellati), i ‘franchi tiratori’ che hanno votato La Russa dall’opposizione dovrebbero essere almeno 17. Il Terzo Polo ha 9 senatori, il M5S 28, il centrosinistra 44.
Tutti e tre i tronconi dell’opposizione accusa gli altri di avere “tradito” l’indicazione di partito andando a “soccorrere” il Centrodestra impelagato sulle resistenze di Forza Italia: Renzi e Calenda ribadiscono, «da noi solo schede bianche», dal Pd Serracchiani invoca l’uso del VAR, «non siamo stati noi», stesso discorso dal M5s. In attesa di capire se verrà presentato per domani alla Camera un «candidato di bandiera» per il Centrosinistra in modo da stanare chi possa aver votato al Senato per La Russa Presidente, anche in Forza Italia si tirano le somme di una mattinata convulsa. «La trattativa sui Ministeri è finita. Licia Ronzulli non avrà nessun ministero e non va bene perché non si devono dare i veti», avrebbe detto Silvio Berlusconi al “Corriere della Sera”. Secondo il Cavaliere i voti per La Russa sarebbero arrivati da «Terzo Polo e senatori a vita», ma i conti comunque non tornerebbero, «abbiamo voluto dare un segnale che non si devono dare i veti sulle persone, i veti sono inaccettabili».
IGNAZIO LA RUSSA ELETTO PRESIDENTE DEL SENATO: MA IL VOTO È UN REBUS
Ignazio La Russa, come previsto, è stato eletto Presidente del Senato: la modalità con cui però è avvenuta questa importante elezione, primo atto formale del prossimo Governo di Centrodestra, è tutta da raccontare. 116 voti per Ignazio La Russa, Liliana Segre 2, Roberto Calderoli 2, 66 schede bianche, nessuna nulla: questi i risultati dell’Elezione che vede La Russa primo Presidente del Senato in quota Fratelli d’Italia. Fin da subito emerge però un dato: gli eletti in casa Centrodestra sono stati 115 alle Elezioni, dunque vi sarebbe un voto in più dalle opposizioni, da giudicare abbastanza normale nella prassi parlamentare. Ma questa votazione di “normale” non ha avuto nulla: Forza Italia infatti non ha votato alla prima chiama in protesta per un totoministri che ancora non soddisfa Berlusconi & Co. A quel punto La Russa è andato a parlare con il Cavaliere e le immagini video streaming hanno immortalato un forte nervosismo del Presidente FI con tanto di potenziale insulto lanciato al poi futuro Presidente del Senato.
È poi lo stesso Berlusconi ad andare a votare, così come Casellati mentre gli altri senatori di Forza Italia non hanno risposto neanche alla seconda chiama: ci si aspettava dunque un quorum non raggiunto per La Russa che invece viene eletto Presidente con 116 voti. Da dove vengono dunque quella quasi ventina di voti? Per forza di cosa dal Centrosinistra, diviso in tre tronconi tra Pd-M5s-Terzo Polo: «Se l’avessi votato io l’avrei rivendicato», spiega Matteo Renzi sottolineando che non sono arrivati dal Terzo Polo i voti in più per La Russa Presidente del Senato. «Noi abbiamo votato scheda bianca», conferma Carlo Calenda provando ad allontanare i “sospetti” su un tentato appoggio al Centrodestra per sopperire ai voti mancati da Forza Italia. «Sono lieto per l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato della Repubblica. Non solo non mai ho mai avuto alcuno scontro con lui, ma stiamo collaborando lealmente e in pieno accordo per dare al nostro Paese un assetto istituzionale stabile e un governo forte e coeso. Congratulazioni, presidente», scrive sui social Berlusconi provando a chiudere la polemica. La Premier in pectore Giorgia Meloni resta soddisfatta: «Congratulazioni al neo presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa. Siamo orgogliosi che i senatori abbiano eletto un patriota, un servitore dello Stato, un uomo innamorato dell’Italia e che ha sempre anteposto l’interesse nazionale a qualunque cosa. Per Fratelli d’Italia Ignazio è punto di riferimento insostituibile, un amico, un fratello, un esempio per generazioni di militanti e dirigenti». Si vedrà ora cosa succederà nell’elezione del Presidente della Camera dove la “strana” giornata del Senato inevitabilmente si ripercuoterà con altre possibili sorprese.
DIRETTA ELEZIONE PRESIDENTE SENATO-CAMERA: BERLUSCONI INSULTA LA RUSSA, POI VOTA ALLA SECONDA CHIAMA
Come già anticipato negli scorsi aggiornamenti in diretta dal Senato, l’elezione del Presidente di Palazzo Madama e pure alla Camera sta vivendo minuti di tensione per l’accordo sul Centrodestra che sembra ora decisamente traballare. Ignazio La Russa è andato dopo il non voto alla prima chiama di Forza Italia direttamente da Silvio Berlusconi: dopo pochi istanti di colloquio, le immagini in video streaming hanno mostrato un eloquente insulto (“Vaffa…”) del Cav al designato Presidente del Senato. La seconda chiama ha visto invece votare sia Berlusconi che tutti gli altri senatori di Forza Italia, ma l’ipotesi è che possano aver fatto scheda bianca (o almeno alcuni, altri non hanno comunque votato) per poter proseguire nella trattativa sul totoministri, la vera pietra di “scandalo” da cui sarebbe nata la lite tra Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Secondo fonti dirette e indirette, sarebbe la posizione di Licia Ronzulli e il presunto “veto” al suo eventuale ruolo nel prossimo Governo Meloni ad aver fatto scattare l’ira di un Berlusconi che anche dopo il voto si è avvicinato al gruppo di FdI sembrando però molto più disteso rispetto a qualche minuto prima. Sono minuti di forte tensione e con ogni probabilità servirà un secondo scrutinio al Senato per arrivare al nome di La Russa Presidente, ribadito anche da Salvini pochi istanti fa. «Domani avremo il Presidente della Camera e sarà indicato dalla Lega», ma non ha confermato il nome di Riccardo Molinari che a questo punto è anch’egli “sotto esame” con evidente conseguenza di quanto succederà oggi al Senato.
FORZA ITALIA SI ASTIENE AL SENATO: TRABALLA L’ACCORDO SU LA RUSSA PRESIDENTE?
Silvio Berlusconi, Annamaria Bernini e Alberto Barachini non hanno votato al Senato per l’elezione del Presidente di Palazzo Madama: questa è l’indicazione di Forza Italia che in questi minuti starebbe tentando una trattativa sul fronte totoministri, lasciando invece “in sospeso” l’accordo su Ignazio La Russa Presidente del Senato. Lega e FdI compatte, dopo il passo indietro di Calderoli, ma per Berlusconi il colloquio con Giorgia Meloni non lo avrebbe convinto sulla formazione della prossima squadra di Governo. Con la chiama in corso al Senato gli occhi sono dunque tutti puntati a capire come terminare e se La Russa possa comunque farcela ad essere eletto al primo scrutinio.
Forza Italia compatta non sta rispondendo alla prima chiama, ma non è detto che non possa farlo alla seconda, magari proprio ricevendo qualche “conferma-promessa” in più dalla Camera, direzione Giorgia Meloni, in merito al futuro di Licia Ronzulli e dei Ministeri di MISE e Giustizia (secondo fonti raccolte interne dal “Sussidiario”, ndr). La maggioranza richiesta è 104, il centrodestra senza FI è a 97: resta da capire cosa succederà nei prossimi minuti. Come invece ampiamente previsto, non è stato raggiunto il quorum al primo scrutinio alla Camera: 4 voti per Molinari, 3 per Letta, 368 schede bianche, 6 per altri e 10 nulle. Nuovo voto alle ore 14, il terzo alle 17 e il quarto – quello decisivo perché i numeri per il Centrodestra saranno buoni con il quorum abbassato – domani mattina a Montecitorio.
ELEZIONE PRESIDENTE SENATO E CAMERA, LA DIRETTA LIVE: RIFLESSIONE SU MOLINARI…
A prendere piena scena nella prima parte di diretta per l’elezione del Presidente di Senato e Camera è la senatrice a vita Liliana Segre che con un lungo discorso ha aperto la seduta da Presidente di turno a Palazzo Madama. «In questo mese cade il centenario della marcia su Roma che diede vita alla dittatura fascista, tocca proprio a me presiedere la seduta del tempio della democrazia», spiega commossa la senatrice Segre aprendo i lavori della XIX Legislatura, «Ai miei tempi la scuola iniziava ad ottobre, è impossibile non provare una vertigine, ripensando alla stessa bambina che nel 38 fu costretta dalla legge razziste a lasciare vuoto il suo banco della scuola elementare, e che oggi si trova sul banco più prestigioso del Senato».
Sul fronte politico, l’elezione del Presidente del Senato sembrerebbe “blindato” dall’accordo Fdi-Lega, anche se in Forza Italia qualche perplessità rimane evidentemente non essendo ancora soddisfatto del “totoministri” in continua discussione parallelamente alla diretta dal Parlamento. Ignazio La Russa si appresta ad essere eletto Presidente del Senato anche diverse fonti interne a La7 riportano di un «accordo in extremis nel Centrodestra sul nome di La Russa». Riflessioni interne alla Lega anche sul nome di Riccardo Miolinari Presidente della Camera per domani mattina: qualche perplessità anche qui, anche se la Premier in pectore Giorgia Meloni conferma «Anche qui la situazione è tranquillissima. Mi pare che l’indicazione sia quella di Riccardo Molinari, punto a chiudere anche qui velocemente». Le votazioni sono cominciate tanto alla Camera (dove ci sarà scheda bianca per tutti o quasi) e al Senato dove si attende invece l’elezione già al primo scrutinio.
ACCORDO TOTALE NEL CENTRODESTRA: LA RUSSA AL SENATO, MOLINARI ALLA CAMERA. INIZIA SEDUTA A PALAZZO MADAMA CON LILIANA SEGRE
«Grazie a Roberto Calderoli per il gesto generoso»: queste le parole dell’ormai incardinato prossimo Presidente del Senato Ignazio La Russa, pronto all’elezione in diretta da Palazzo Madama. Dalle immagini in diretta video dal Parlamento si è visto l’ingresso del senatore FdI che è andato subito ad abbracciare il collega della Lega, dopo il passo indietro per mantenere l’accordo interno al Centrodestra. Parallelamente l’incontro tra Meloni e Berlusconi alla Camera ha sigillato anche il “fronte” Forza Italia: si va dunque, se non ci saranno cataclismi in Aula, verso l’elezione già al primo scrutinio di La Russa come Presidente del Senato.
Salvini entrano al Senato commenta soddisfatto, «Centrodestra oggi mostra unità e lealtà. Calderoli un grande, ma se c’è da fare passo di lato lo facciamo». Questo significa che domani mattina, con una maggioranza ancora più ampia alla Camera, Riccardo Molinari della Lega sarà eletto Presidente della Camera dei Deputati: la conferma arriva direttamente dalla neo-deputata Giorgia Meloni giunta a Montecitorio. Seduta aperta al Senato, presiede Liliana Segre: «con rispetto rivolgo il mio pensiero al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Papa Francesco, certa di interpretare i sentimenti di tutta l’assemblea porgo i saluti anche a Giorgio Napolitano il quale esprime a tutti i senatori e le senatrici buon lavoro, a servizio esclusivo del paese e dell’istituzione parlamentare».
CALDEROLI FA PASSO INDIETRO: “ACCORDO SU LA RUSSA PRESIDENTE SENATO E MOLINARI PRESIDENTE CAMERA”
È cominciata la “maratona” in diretta video streaming e tv dal Parlamento per l’elezione del Presidente della Camera e del Presidente del Senato: entrato a Palazzo Madama la dichiarazione che tutti attendevano da Roberto Calderoli è arrivata, «faccio un passo indietro. Accordo su Ignazio La Russa». La Lega ufficializza l’accordo, con Salvini che annuncia «oggi il Centrodestra darà prova di compattezza con unità e responsabilità». Del resto già poco prima alla riunione dei senatori FdI emergeva con chiarezza come l’accordo all’interno del Centrodestra, dopo l’ultimo incontro tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, sarebbe raggiunto. Ignazio La Russa sarà il prossimo Presidente del Senato mentre Riccardo Molinari – dal quarto scrutinio, quindi da domani mattina – sarà il prossimo Presidente della Camera. Per Giorgia Meloni, arrivata alla Camera per l’inizio della Legislatura, «Tutto procede bene, state tranquilli faremo velocemente».
Nel discorso di apertura della Legislatura, il Presidente di turno Ettore Rosato ha sottolineato come «Questa legislatura può essere quella con cui si mette mano alle riforme costituzionali, di cui il nostro paese ha bisogno». Il deputato del Terzo Polo spiega ai colleghi in Aula come «Sentiamo la necessità di trovare una via diplomatica che tuteli l’integrità dell’Ucraina e sia alternativa allo spargimento di sangue. Famiglie e imprese sono preoccupate dai costi di approvvigionamento di energia»; con il richiamo alla pace dettato da Papa Francesco, Rosato ribadisce «Ci auguriamo di superare presto le emergenze, questi anni richiedano alla politica un lavoro complesso. È compito del Parlamento fare leva sulle volontà degli italiani di ripartire, ricostruire, aprendosi ai corpi intermedi». Ettore Rosato ha convocato alla Camera, se necessario, altri due scrutini: uno alle 14 e uno alle 17. Comincia invece in questi minuti la diretta al Senato con la Presidente di turno Liliana Segre.
CAMERA E SENATO PRONTI: INIZIA LA XIX LEGISLATURA. L’ULTIMO (?) TOTONOMI
Inizia oggi la XIX Legislatura della Repubblica italiana: l’elezione del Presidente di Camera e Senato, come da tradizione, è il primo passo per la composizione del nuovo Parlamento e per la formazione del prossimo Governo. Ultime ore caldissime per il totonomi sui Presidenti che inevitabilmente si intersecano con il totoministri del Governo Meloni: Salvini e Meloni si dicono tranquilli, il deputato di FdI Donzelli spiega prima di entrare alla Camera stamane come «Il ticket è Molinari-La Russa. Poi non so se nella notte sia cambiato qualcosa. Auspico che oggi al Senato si riesca ad eleggere il presidente. Sarebbe un segnale non buono se non ci riuscissimo». Al Senato la partita potrebbe essere più “rapida” visto il regolamento sugli scrutini: il Centrodestra ha già la maggioranza, come spiega Lollobrigida (FdI), «Accordo su La Russa? C’è la maggioranza».
La condizione di Roberto Calderoli per ritirarsi dalla corsa per il Presidente del Senato sarebbe quella di diventare ministro delle riforme, sostiene l’ultima voce raccolta da fonti Mediaset questa mattina prima della lunga diretta dal Parlamento. Per poter essere eletto al primo turno stamattina Ignazio La Russa come nuovo Presidente servono 104 voti: il Centrodestra dispone di 115 senatori ergo servirebbero 11 tra ribelli-assenti-franchi tiratori per non riuscire a portare subito “a casa” la Presidenza del Senato. Una volta approvato La Russa, l’elezione di Molinari alla Camera dovrebbe essere questione più “semplice” anche se non avverrà prima di domani, in quanto nei primi tre scrutini oggi servirebbe un numero più ampio possibile solo con l’accordo con le opposizioni. «Riteniamo che gli alleati convergano e si possa eleggere alla prima chiama», emerge dalla riunione dei senatori FdI, con Fabio Rampelli che conferma «Penso ci sia l’accordo». Per quanto riguarda le opposizioni, si va verso la scelta della scheda bianca per il Pd e il M5s, mentre sul Terzo Polo ancora non è dato sapere se vi saranno dei candidati di bandiera da presentare per opporsi alle nomine in arrivo dal Centrodestra. Voci vicine ad Azione dicono che però tanto i deputati quanto i senatori di Calenda e Renzi dovrebbero votare scheda bianca anch’essi.
CAMERA E SENATO SI RIUNISCONO: ELEZIONE PRESIDENTE, INFO ORARI E DIRETTA VIDEO STREAMING
Oggi 13 ottobre 2022 inizia ufficialmente la nuova Legislatura dopo i risultati delle Elezioni politiche dello scorso 25 settembre: si parte dunque con l’elezione del Presidente di Camera e Senato, si proseguirà con la composizione dei gruppi parlamentari (con la nomina dei rispettivi capigruppo) mentre dalla prossima settimana scatterà la complessa macchina delle consultazioni al Quirinale per l’incarico di Governo da consegnare, presumibilmente, alla leader di FdI Giorgia Meloni. Alle ore 10 scatta “l’ora X” con la convocazione della Camera dei Deputati, alle ore 10.30 il Senato della Repubblica: la diretta video streaming dell’intera votazione su entrambi i rami del Parlamento viene garantita dai rispettivi canali YouTube di Montecitorio e Palazzo Madama.
Entrambe le sedute in Parlamento cominceranno con la costituzione di un ufficio provvisorio di Presidenza e la costituzione della giunta delle elezioni provvisoria, per la proclamazione dei deputati/senatori subentranti: solo a seguire si passerà all’elezione del Presidente vera e propria, tramite scrutinio segreto attraverso i famosi “catafalchi” previsti per l’elezione del Presidente della Repubblica. A presiedere la seduta alla Camera sarà stamane Ettore Rosato (Terzo Polo, curiosamente il relatore della legge elettorale con cui si è votato nelle ultime due Politiche) in quanto il vicepresidente più anziano per elezione tra quelli della legislatura precedente; al Senato invece il regolamento è diverso e a presiedere la seduta per l’elezione del nuovo Presidente vi siede il senatore più anziano. Sarebbe in teoria Giorgio Napolitano ma per problemi di salute verrà sostituito dal secondo “in lista”, ovvero la senatrice a vita Liliana Segre.
COME SI VOTA ELEZIONE PRESIDENTE CAMERA E SENATO
Come si vota all’elezione del Presidente di Camera e Senato è pratica abbastanza semplice, tenuto però conto che sarà comunque un “unicum” fino ad oggi visto l’ingresso in vigore da questa Legislatura della riforma sul taglio dei parlamentari che comporta la presenza di 400 deputati (e non più 630) e 200 senatori (invece che 315). Le norme alla Camera dei Deputati prevedono che per il primo scrutinio sia necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti totali (circa 266 deputati): gli eventuali secondo e terzo scrutinio invece necessitano della maggioranza dei due terzi dei presenti, mentre solo dal quarto scrutinio in poi scatta il quorum della maggioranza assoluta (dunque 201 seggi).
Per questo motivo si pensa di accorpare già oggi i primi tre scrutini, lasciando invece a venerdì il quarto ed eventuali ulteriori voti: visti i numeri ottenuti nei risultati delle Elezioni (237 seggi Centrodestra alla Camera, contro i 85 del Pd-Csx, 52 M5s, 21 Terzo Polo), è presumibile che la “fumata bianca” per il nuovo Presidente della Camera si avrà nella giornata di domani. Diverso l’andamento al Senato visto che diverso è il regolamento ufficiale: l’elezione del Presidente del Senato, anch’esso a scrutinio segreto, avviene con un iter più veloce vista l’importanza della seconda carica dello Stato da non lasciare scoperta per troppo tempo nell’attesa della nomina del Governo Meloni. Durante le prime due votazioni il quorum è la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, ovvero 101 senatori: i risultati delle Elezioni danno al Centrodestra attualmente 115 seggi eletti dunque, se ci fosse subito l’accordo tra i partiti della coalizione, si potrebbe eleggere già al primo colpo il successore di Maria Elisabetta Alberti Casellati.
SENATO E CAMERA, IL TOTONOMI SU ELEZIONE PRESIDENTE: ACCORDO NEL CENTRODESTRA?
Fin qui tutti gli elementi formali, di regolamento e “certi”: d’ora in poi tutto quello che avverrà nelle prossime ore sarà frutto degli accordi “dinamici” tra le varie forze politiche, con all’orizzonte ovviamente la struttura del “totoministri” sul nuovo Governo Meloni. Gli accordi raggiunti nei giorni scorsi sul totonomi elezione Presidente di Camera e Senato in quota Centrodestra avranno evidenti ripercussioni sulla suddivisione delle cariche per la nascita del prossimo esecutivo: nella giornata di mercoledì, dopo un dibattito durato diversi giorni, si è arrivati ad un “tandem” favorito sugli altri per la Presidenza di Montecitorio e Palazzo Madama. «C’è l’accordo sulle presidenze di Senato e Camera», ha spiegato ieri il senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari. L’accordo prevederebbe Ignazio La Russa (FdI) Presidente del Senato e Riccardo Molinari (Lega) Presidente della Camera, in alternativa Giancarlo Giorgetti (sempre Lega) con Forza Italia che otterrebbe in questo senso un Ministero “di peso” per “risarcimento” delle scelte sul Parlamento.
Durante il Consiglio Federale della Lega avvenuto ieri prima del vertice tra i leader di Centrodestra spingeva comunque per delle alternative sul totonomi: la principale riguarda Roberto Calderoli (Lega) al Senato e Fabio Rampelli (FdI) alla Camera, o in alternativa Antonio Tajani (Forza Italia). Il nodo sul Senato è quello però centrale: l’elezione del Presidente diventa strategica in quanto la maggioranza in questa nuova Legislatura sarà risicata (115 i seggi, 101 la maggioranza richiesta), perciò la Premier in pectore Giorgia Meloni vorrebbe tenere blindato il Senato contro ogni tipo di “bufera” futura. In questo senso avanza anche l’ipotesi sotto traccia di una spartizione tra FdI e Forza Italia delle Camere e di un peso di rango (Viminale? MEF?) alla Lega. Tutte le opzioni restano sul tavolo, consci che al Senato potrebbe risolversi tutto rapidamente – se ci sarà l’accordo – mentre alla Camera si avverrà all’elezione del Presidente alla peggio domani, venerdì 14 ottobre.