SPIRAGLI PER ACCORDO PD-SI-VERDI
«Ci sono spiragli per un accordo»: questo filtra da ambienti parlamentari dopo l’incontro avvenuto in tarda serata tra Enrico Letta, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Il “patto” del Centrosinistra messo a rischio dopo la sigla dell’accordo con Calenda continua a vivere di tensione con la decisione che Verdi e Sinistra Italiana hanno promesso di dare «entro le prossime 48 ore». In giornata l’ala della sinistra ambientalista ha presentato al Pd un testo con alcuni punti definiti “imprescindibili” sul programma: «Alcune linee rosse che per noi non possono essere superate», fanno sapere fonti dei Verdi.
«Abbiamo accolto l’invito di Letta ad un incontro, abbiamo ascoltato e registrato la volontà molto forte di arrivare alla costruzione di un’intesa e volontà di rendere questa alleanza, con Sinistra italiana e Verdi, centrale nella campagna elettorale a partire dai temi», ha detto Fratoianni con Bonelli uscendo dall’incontro con il Segretario del Pd «Abbiamo ribadito che consideriamo l’idea che un’alleanza che veda al centro l’agenda Draghi è per noi impraticabile e che le intese, stabilite con altre forze, non possono essere vincolanti». In chiusura, SI-Verdi ribadiscono «Abbiamo rappresentato un disagio, non solo nostro ma nel Paese e il Pd deve farsi carico di questo disagio. Abbiamo registrato un’attenzione importante». «Il Veneto e’ il mio collegio elettorale da parlamentare europeo, e’ qui che ho incontrato molti imprenditori ed e’ qui che mi candiderò», è l’annuncio fatto da Carlo Calenda in merito alla corsa per le Elezioni 2022.
CAOS CENTROSINISTRA, A RISCHIO IL PATTO PD: DUBBI DA FRATOANNI E DI MAIO
È durato neanche due giorni il patto “largo” messo in piedi dal Partito Democratico in vista delle Elezioni 2022: stante la netta distanza (ancora) con il Centrodestra sul fronte sondaggi, Letta aveva chiuso prima le porte al M5s, salvo poi aprirle a Sinistra Italiana e Verdi (che pure non votarono mai la fiducia al Governo Draghi), al “Impegno Civico” di Di Maio e Tabacci fino all’ultimo più faticoso accordo siglato con Azione-Calenda e +Europa-Bonino. La sfida al Centrodestra insomma era lanciata, ma le fratture interne alla “ammucchiata” (cit. by Matteo Renzi, che preferisce la corsa in solitaria per il “terzo polo”) di Centrosinistra si sono subito rese palesi. All’indomani dell’accordo siglato tra Letta e Calenda, l’alleanza di sinistra ambientalista ha fatto saltare l’incontro in programma nel pomeriggio con Enrico Letta, per un supplemento di riflessione in quanto «un profondo disagio nel paese e in particolare nel complesso dell’elettorato di centro-sinistra». Fratoianni (SI) e Bonelli (Verdi) chiedono una rinegoziazione del patto, «per un profilo programmatico che parli al popolo del centro sinistra affinché ci siano le condizioni per un accordo».
Peccato che da Carlo Calenda arriva immediato il veto: «Non c’è alcuna disponibilità da parte di Azione a farlo. L’agenda Draghi è il perno di quel patto e tale rimarrà. Fine della questione». Ad un imbarazzato Pd, replica anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Impegno civico pretende rispetto e parità di trattamento. Altrimenti viene meno il principio fondante di una coalizione». A Largo del Nazareno scatta l’allarme per un’impalcatura che appena costruita per le Elezioni 2022, rischia già di venir giù: «vanno cambiate ora le condizioni su cui si è lavorato in questi giorni», ragiona all’ANSA un “colonnello” Dem. Bonelli è più netto: «L’accordo di ieri con Calenda, con quel profilo programmatico non parla più al popolo di centrosinistra», Fratoianni lancia addirittura un “ultimatum” al Partito Democratico, «E’ evidente che se coalizione ci sarà, non esiste lo spazio per immaginare un programma di coalizione, un vincolo di coalizione e un leader di coalizione. Se qualcuno pensa che la nostra lista possa essere parte di una alleanza che metta al centro l’agenda Draghi, cioè da una proposta politica costruita da una mediazione con le forze della destra, noi non ci saremo». Il leader di Sinistra Italiana infine apre nuovamente a Giuseppe Conte, nel frattempo impegnato a cercare qualche “sponda” politica in vista della semmai solitaria corsa alle Elezioni: «un confronto con il M5s sarebbe stato necessario aprirlo prima e sarebbe ancora necessario discutere oggi di una alleanza tecnica con M5s. Se salta l’intesa col Pd, pronti a parlare anche con Conte».
ELEZIONI 2022: BERLUSCONI ATTACCA CALENDA (E GLI EX FI)
Dall’altra parte della “barricata politica”, il Centrodestra col vento in poppa dei sondaggi prova a capitalizzare il vantaggio cercando di non disperdere energie e accordi in una comunque intricata battaglia su programma e candidature: saranno in tutto 15 i punti condivisi del programma unico che nei prossimi giorni Salvini, Berlusconi e Meloni presenteranno agli italiani. Presidenzialimo, collocazione euro-atlantica, appoggio all’Ucraina, autonomia federale, revisione del fisco e del reddito di cittadinanza: questi sono solo alcuni dei punti messi sul tavolo in questi giorni dagli “sherpa” dei rispettivi partiti, in attesa che venga trovata la quadra anche sul nodo collegi. «Forse mi candiderò per il Senato – risponde Silvio Berlusconi a “Rtl 102.5” stamane – ma penso di essere più utile restando in Europa, a lavorare per convincere l’Ue a darsi una posizione nei confronti di Usa Cina e Russia»: non correrà per la Premiership, aggiunge, ma sottolinea come Forza Italia possa ancora essere l’ago della bilancia centro-liberale per l’intera coalizione.
«Gelmini, Brunetta, Carfagna e gli altri fuoriusciti? Dopo aver combattuto contro la sinistra, ed aver subito insulti e ironie per questo, come si sentono ad andare con loro, quelli degli insulti e delle ironie. E una cosa che non capisco – insiste amaramente Berlusconi – tanto più che, dopo l’accordo di Calenda con la sinistra, è chiaro che quegli eventuali voti che vorrebbero portarci via serviranno solo a lasciare il governo nelle mani di quelli che li hanno insultati». E Renzi? In molti lo vedono alla fine in dirittura di un accordo con il Centrosinistra, alcuni addirittura come possibile “stampella” per il Centrodestra dopo la nascita del Governo: lui per il momento esclude tutto e punta al “terzo polo”, «L’alleanza fra Pd, Azione e +Europa ha poco a che fare con la politica del ‘si sta insieme se si condividono le idee», afferma il leader di Italia Viva pur dopo le aperture di Calenda e Letta per entrare in coalizione. Nel frattempo lo stesso Renzi ha annunciato la sua candidatura nelle circoscrizioni di Firenze, Roma, Milano, Torino e Napoli.