Mancano meno di due mesi alle elezioni politiche del 25 settembre, la campagna elettorale è entrata nel vivo. Il centrodestra appare compatto, anche se le diversità di vedute su determinati temi non mancano. A sinistra è stata invece sancita l’alleanza Letta-Calenda. Intesa che non potrà fermarsi qui secondo Massimo Cacciari, filosofo, saggista, ex deputato Pci, sindaco di Venezia per due mandati: per avere qualche possibilità di vincere le elezioni, sarà necessario allargare la coalizione a Di Maio e Renzi. Senza dimenticare il dossier astensionismo.
Il continuo allarme fascismo della sinistra rischia di diventare un autogol?
No, un autogol direi di no. Giocherà la carta del rischio che comporta un’eventuale candidatura della Meloni alla presidenza del Consiglio. E non è detto che non abbia efficacia. La giocherà, questo è pacifico. Ma se mi chiede se c’è un pericolo fascismo, è ridicolo. Cosa c’entra? Il 90 per cento della propaganda è fatta di argomenti ridicoli, da una parte e dall’altra.
Lei ha detto che per Letta l’alleanza con Calenda è praticamente obbligata.
E non è un’alleanza obbligata solo quella con Calenda. Sarà costretto anche a recuperare gli altri pezzi, se vuole avere qualche chances. Calenda non basterà. Dovrà cercare di sistemare Di Maio come si deve, oltre ovviamente alle altre sigle residuali di sinistra. Dovrà cercare di mettere insieme tutti, ma mi pare di capire che già la presenza di Calenda renda difficile aggregare gli altri.
Si parla poco di temi…
Pensa che novità, pensa che straordinaria novità. Ormai è anche apprezzabile, perlomeno non ci sono più i grandi programmi. C’è un po’ di pudore nel tirar fuori che devi fare le grandi riforme della giustizia, della scuola, del governo, del Parlamento, delle Regioni… Letta e Calenda si limitano a dire di voler realizzare il programma di Mario Draghi.
E chi parla di lavoro?
A me basterebbe che non chiacchierassero di promesse che sanno benissimo di non poter realizzare.
Il Movimento 5 Stelle è stato messo in disparte, Conte prova a lottare ma è in difficoltà. Che fine può fare?
Dovrà vedere di recuperare tutti quelli che hanno rotto con Di Maio, a partire da Di Battista. Poi sarà molto importante il ruolo che avrà Grillo. Se Grillo veramente si impegna, qualche voto lo possono ottenere. Se Grillo dà l’impressione dell’abbandono, per loro diventa ancora più dura. Io penso che qualche voto residuale continueranno ad averlo, mi sembrerebbe molto difficile che possano scendere sotto il 7-8%.
L’astensionismo è quotato al 40% dai sondaggisti. Come può essere smossa la situazione?
Fino a quando l’offerta politica sarà così scarsa, continuerà. Dipende tutto dall’offerta politica. Certi settori della nostra popolazione non vengono rappresentati con efficacia: giovani, donne, eccetera. Servirebbe un’analisi scientifica sulla composizione dell’astensione. Io penso che in grandissima misura sia un’astensione dei giovani, delle fasce meno protette, delle fasce periferiche della nostra popolazione. È l’indice di una profonda crisi di rappresentanza: metà del Paese non è rappresentato né da organizzazioni sindacali, né da organizzazioni politiche.
C’è uno scenario che Massimo Cacciari non si augura per il 26 settembre?
La stessa situazione del 5 marzo 2018, per cui alla disperata si inventano governi a caso, come quello Lega-M5s; poi un’ammucchiata e così via. Se vincerà la destra, vedremo… vedremo la reazione dei mercati, la reazione europea, la reazione americana. Qualsiasi persona dotata di senno dovrebbe augurarsi che non si ripeta la stessa situazione del 2018, un disastro.
(Massimo Balsamo)
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