PARLAMENTARIE M5S PER ELEZIONI 2022: NIENTE DI BATTISTA, CASALINO E…

Niente Rocco Casalino, niente Alessandro Di Battista e nemmeno Virginia Raggi: scadeva oggi il termine ultimo fissato dal Movimento 5Stelle per presentate le auto-candidatura in vista delle Parlamentarie del prossimo 16 agosto. Confermati invece molto die parlamentari fedeli a Conte, l’ex sindaco di Torino Chiara Appendino e l’ex pm Antimafia pugliese Francesco Mandoi: non giungono invece né conferme né smentite sula presenza dell’ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho. «Non credo sia un danno che non si siano candidati con il M5s. Spero che gli elettori smettano di appassionarsi delle persone ma si fidino di quello che uno vuole fare», ha detto Francesco Silvestri, nuovo capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, commentando le non candidature di Casalino e Di Battista.



«Non si è iscritto al Movimento, non credo voglia partecipare alle parlamentarie e rientrare nel Movimento, se vorrà farlo ne parleremo», ha fatto sapere il leader Giuseppe Conte in merito alla situazione dl “Dibba” nazionale, mentre su Virginia Raggi «Tecnicamente rientra nel vincolo del doppio mandato» ma sta «combattendo delle battaglie importanti a Roma». Continuano a “volare gli stracci” in casa Centrosinistra con le accuse e contro-accuse tra esponenti di Azione, Più Europa e Partito Democratico: nota a margine, Carlo Calenda sarebbe pronto a candidarsi nel collegio uninominale di Roma 1 (Centro), sfidando direttamente Nicola Zingaretti in quota Pd. Un “affronto” non da poco visto che il partito di Calenda in Regione Lazio è alleato del Governatore, con la consigliera Valentina Grippo che è portavoce nazionale di Azione e Segretaria Regionale del Lazio.



CALENDA ANCORA CONTRO LETTA: “FAI PATTO COI COMUNISTI PER LE ELEZIONI 2022”. SLITTA VERTICE DEL CENTRODESTRA

Non si placa lo scontro pre-Elezioni 2022 all’interno del Centrosinistra: la “polveriera” sollevata da Carlo Calenda porterà nel pomeriggio il direttivo di Più Europa approvare la definitiva rottura del “patto repubblicano” sottoscritto in luglio tra lo stesso leader di Azione e i vertici +Eu. Sui social un post del Presidente Riccardo Magi ricostruisce la versione del partito di Emma Bonino a favore del patto col Pd e contro lo strappo «insensato» dell’ex Ministro MISE. Al Tg5 Calenda ricaccia al mittente le accuse: «Il Pd prima ha fatto un patto con noi in vista delle elezioni politiche 2022 in programma il 25 settembre, e poi ha fatto un patto con contenuti contrari con chi ha votato 55 volte contro la fiducia a Draghi, e dice no a tutto, ai termovalorizzatori, con chi in fondo è comunista, perché alla fine della fiera è questa». Già nel video sui social di stamattina, il leader di Azione invitava il Segretario Pd a «non raccontare balle. Sapevi esattamente cosa sarebbe accaduto»: a Emma Bonino invece, Calenda imputa di averlo criticato «totalmente in malafede. Emma sapeva tutto, ha sempre negoziato dalla parte del Pd, e il perché lo dovrà spiegare ai suoi elettori. Come fa una persona che si autodefinisce atlantista a stare con chi è contro la Nato. Bonino sapeva tutto e ha fatto una scelta, una scelta che pagherà in termini di posti».



È poi ancora Magi a definire in una nota la posizione del proprio partito rispetto al futuro della coalizione di Centrosinistra: «Noi ieri come segreteria di +Europa abbiamo riconosciuto e confermato l’importanza dei contenuti del patto siglato con il Pd solo 6 giorni fa e poi stralciato da Calenda. Consideriamo che in quei contenuti ci sia uno spostamento dell’asse della coalizione in una direzione liberaldemocratica. Stasera dalle 18 ne discuteremo in direzione perché teniamo a condividere le scelte all’interno di organi collegiali». Alla “finestra” vi resta sempre Matteo Renzi sul quale le possibilità di un Terzo Polo centrista inevitabilmente si elevano dopo lo strappo di Calenda con Letta e Di Maio: «Il dialogo con Renzi è partito dopo che il Pd ha offerto spazio alla mia lista solo se mi aggregavo a Luigi Di Maio», spiega al QN Federico Pizzarotti, leader di Lista Civica Nazionale, augurandosi che con Italia Viva presto possa giungere anche Azione nel Terzo Polo elettorale. «Noi stiamo costruendo il terzo polo e chi vuole darci una mano è il benvenuto, ma è indecente vedere quello che sta accadendo in queste ore mentre l’Italia vive una situazione di difficoltà», sono le ultime parole ufficiali di Renzi diffuse ieri, mentre in diretta tv Calenda ufficializzava il suo addio al “campo largo”. Fronte Centrodestra, slitta l’incontro definitivo tra Berlusconi, Salvini e Meloni: il programma è quasi pronto ma va limitato ancora, specie sul fronte collegi dove i rapporti di forza tra i grandi partiti (FdI, Lega e FI) e le mini-liste (Toti-Lupi e Cesa-Brugnaro) vanno ancora organizzati.

REBUS CENTROSINISTRA ALLE ELEZIONI 2022: CALENDA STRAPPA, +EU RESTA COL PD

Il “campo largo” non c’è più. Per ora. Vista l’evoluzione finora della breve ma già intensissima campagna elettorale verso le Elezioni 2022, di certezze ormai non si possono più dare per “definite”. In 4 giorni si è ribaltato l’asse nel Centrosinistra, con prima un (sofferto) accordo tra Pd, Azione e PiùEuropa: ieri invece lo strappo di Carlo Calenda dopo che nella coalizione erano entrati anche Di Maio (Impegno Civico), Fratoianni (Sinistra Italiana) e Bonelli (Europa Verde). Alle ore 18 oggi è convocata la direzione nazionale di Più Europa, ma visto il livello di “stracci in volo” tra i due firmatari del “patto repubblicano” di qualche settimana fa, è ormai quasi conclamato la rottura anche di questo patto. Cosa ne rimane? Tutto da rifare per le ipotesi sui collegi delle Elezioni 2022: al momento, il Pd corre con Articolo1-SI-Verdi-ImpegnoCivico-+Europa. Renzi e Calenda, senza ancora aver trovato un accordo, saranno “al centro”, con il Centrodestra compatto (e gongolante dopo l’ennesima lite nel campo avversario) e con il M5s in solitaria, dove Conte ha già escluso un possibile riavvicinamento con il Partito Democratico.

Letta ieri sera ha accusato di Calenda di «aiutare Salvini e Meloni» con lo strappo: Bonino in diretta tv si è detta esterrefatta per l’atteggiamento del leader di Azione, accusandolo di non mantenere promesse fatte solo 4 giorni prima. La replica di Calenda è piccata e affidata ad un video sui social: «Ma cari amici del Pd se la nostra presenza era così essenziale perché Enrico Letta ha sottoscritto un patto con due antitutto, sapendo cosa sarebbe accaduto? Ponetevi questa domanda. Perché vi metto per iscritto che vi ritroverete anche con 5S un minuto dopo le elezioni», aggiunge su Twitter, sottolineando poi come «La risposta è che PiùEuropa ha assicurato che comunque non avremmo strappato per il problema delle firme. Questa è l’amara verità che è giusto che anche gli elettori di PiùEuropa conoscano». Secondo l’ex Ministro MISE tale ragionamento è stato miope: «Perché saremmo riusciti a non avere quel patto contraddittorio. Purtroppo Della Vedova e Letta hanno sbagliato valutazione pensando che avremmo chinato la testa. Questo è ciò che è accaduto. Fine». Rivolgendosi poi direttamente al segretario di +Europa Della Vedova, Calenda conclude la sua replica alle accuse ricevuto dopo lo strappo in diretta tv da Lucia Annunziata: «Caro Benedetto, eri perfettamente consapevole di cosa sarebbe accaduto in caso di firma di un patto con SI, eri presente alla riunione con Letta, ci siamo parlati sempre. Vai con Di Maio, Di Stefano, Fratoianni e Bonelli? State distruggendo il lavoro di 2 anni. Pensateci bene».

ELEZIONI 2022, CENTRODESTRA PUNTA ALLA VITTORIA: MELONI E SALVINI…

Si fa ora incandescente la campagna elettorale: le scadenze impongono verso le Elezioni 2022 tempi strettissimi, con già dal 12 al 14 agosto la presentazione dei contrassegni elettorali mentre il 20-21 agosto andranno presentate le liste con le candidature. La cifra da tenere d’occhio è quella di 36.750, ovvero la soglia minima per le firme da presentare a sostegno di un partito: sono dunque gli ultimi giorni per possibili accordi elettorali tra piccole liste e partiti “esentati” dall’obbligo di firme (Pd, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, M5s, Liberi e Uguali, Italia Viva e Coraggio Italia, PiùEuropa). La corsa è serrata, specie se si guardano poi anche i sondaggi più recenti: il Centrodestra è dato in vantaggio e solo una riallineamento tra Pd, sinistre, M5s e centristi si potrebbe arrivare ad una sorta di pareggio (almeno per il momento, ndr). «Io non sto facendo la campagna elettorale con l’idea che abbiamo già vinto – ha detto Giorgia Meloni a “Non Stop News” su Rtl 102.5 stamane – Non mi piace dare per scontata la vittoria, a me piace combattere. Bisogna restare concentrati e lo dobbiamo dire chiaro e tondo agli italiani che dovranno andare a votare»: per la leader di FdI il Centrodestra viaggia compatto e la regola su chi prende più voti potrebbe portarla a Palazzo Chigi da fine settembre, «la regola del centrodestra è che chi prende più voti propone al presidente della Repubblica la figura indicata a guidare il governo. Se Fdi prenderà il 23% alle elezioni cosa succede? Che quel nome sono io; io presumo di sì, perché non dovrebbe essere così? Perché la Meloni no? Io penso che chi vota Fdi lo faccia in questa ottica».

Per il principale alleato nel Centrodestra, ovvero Matteo Salvini con la Lega, la partita delle Elezioni 2022 ancora non è definita eppure l’impegno della coalizione è compatto su programma e candidature: «Il programma del centrodestra sarà pronto entro questa settimana. Io l’ho letto: è sostanzialmente pronto al 99%, tranne qualche limatura, quello che interessa a me e milioni di italiani c’è: la pace fiscale, la rottamazione delle cartelle esattoriali, l’estensione della flat tax», spiega il segretario del Carroccio ai giornalisti assiepati a Milano per la visita in un canile. «Rispetto le scelte che faranno a sinistra, ma sono molto convinto della forza delle nostre idee. C’è un centrodestra compatto e ci sono almeno tre o quattro centrosinistra, quindi siamo sereni e tranquilli e aspettiamo il 25 settembre», ribadisce Salvini che non nasconde come i problemi economici e sociali ci saranno comunque nei primi mesi di Governo, «Vogliamo azzerare l’Iva sui beni di prima necessità, su pasta e pane, i costi sono sostenibili. Mi sono impegnato su 3 o 4 temi, con numeri, e proposte concrete, le emergenze sono lavoro e costo della vita, sulle pensioni vogliamo a quota 41». Per il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte lo strappo di Calenda non rappresenta un’occasione per rientrare nel campo largo, come “minacciato” da Giorgia Meloni stamane: «Entrare in una coalizione in cui c’è tutto e il contrario di tutto, per aiutare qualcuno che è rimasto fuori dalle danze non ci interessa. Il Pd ha dimostrato di preferire la ridente forza politica di Di Maio e Tabacci. Meloni? Ha definito il reddito di cittadinanza ‘metadone di Stato’. Quando un leader politico si esprime in questo modo credo che non abbia l’idoneità a governare», ha chiosato il leader 5Stelle a “Morning News” su Canale 5.