ELEZIONI 2022, SI VOTA IN UN SOLO GIORNO (SALVO MODIFICA IN EXTREMIS), ECCO PERCHÈ

Manca poco più di un mese dalle Elezioni Politiche 2022, diretta conseguenza della crisi del Governo Draghi e dello scioglimento delle Camere lo scorso 21 luglio: si è deciso, con il Decreto firmato da Premier, Ministro Lamorgese e Presidente Mattarella, che il voto anticipato si terrà il 25 settembre. Non un giorno di più, come invece chiedevano dal Centrodestra per permettere – come già avvenuto nel passato, anche prima dell’emergenza pandemica – maggior afflusso di persone e limitare il più possibile il rischio astensione.



«Non sfugge a nessuno la singolarità e la peculiarità di un voto a fine settembre e di una campagna elettorale in piena estate. Ma la nostra vera preoccupazione è tutelare il diritto democratico dei cittadini allargando il margine di voto da un giorno a due. Oltre alla domenica 25 settembre si voti anche il lunedì 26, consentendo a tutti gli italiani di esercitare nel modo più ampio possibile il proprio diritto di scegliere il governo del Paese», fu l’appello di Annamaria Bernini, capogruppo al Senato di Forza Italia. Sempre dal partito di Berlusconi il vicepresidente dei Deputati FI, Simone Baldelli, ribadiva «ha il nobile obiettivo di consentire al maggior numero di cittadini di poter esercitare il loro diritto di voto» con Bernini che chiosava, «Dobbiamo agevolare la partecipazione democratica, combattere l’astensionismo, vero nemico della buona politica». Anche il leader della Lega Matteo Salvini ha chiesto ufficialmente di poter votare le Elezioni 2022 su due giorni, il 25 e il 26 settembre: «Mi sembra un furto di democrazia negare il diritto al voto anche il lunedì mattina». Risposte dal Viminale non sono arrivate in queste settimane e tutto fa pensare che si confermerà il voto su un giorno solo, salvo provvedimenti in extremis che dovrebbero giungere al massimo entro fine agosto per ovvi motivi di organizzazione logistica e presenza di scrutatori ai seggi.



IL RISCHIO AFFLUENZA, L’ESEMPIO AMERICANO E IL “MISTERO” ITALIANO

Il motivo per votare le Elezioni su un giorno solo – dalle ore 7 alle 23 – è stato più volte ribadito in questi mesi e riguarda la problematica del luogo dove convocare i seggi: un indizio sulla ferma volontà del Governo di confermare il voto solo domenica 25 settembre arriva dal Ministero dell’Istruzione, con una nota del 28 luglio scorso inviata a tutte le scuole. «Scuole disponibili dal 23 settembre pomeriggio al 26 settembre per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica di domenica 25 settembre 2022», si legge nella nota 66031 del MIUR, che aggiunge «salvo diverse intese in sede locale, si chiede di voler disporre che i locali scolastici, sede degli uffici di sezione elettorale, siano messi a disposizione delle amministrazioni comunali dal pomeriggio di venerdì 23 settembre sino all’intera giornata di lunedì 26 settembre 2022».



Convocare il voto delle Elezioni 2022 pochi giorni dopo la riapertura delle scuole per l’inizio dell’anno scolastico già aveva sollevato non poche polemiche dei presidi e degli insegnanti che chiedevano di svolgere le votazioni in altre località che non fossero gli istituti. Estendere il voto anche al lunedì significherebbe far perdere un giorno in più di lezioni (considerando le tempistiche per lo scrutinio) e questo, si ragiona al Viminale a Palazzo Chigi, non è vista come strada percorribile. Resta però davanti la problematica sollevata dal Centrodestra ad inizio agosto: davanti ad una forte preoccupazione da parte di tutti i partiti per l’effettiva affluenza che vi sarà il 25 settembre, permettere un giorno in più di votazioni poteva essere un modo per andare incontro alle esigenze lavorative e organizzative degli italiani. Quando ormai quasi un elettore su due resta a casa – rilevato anche alle ultime Elezioni Amministrative di giugno (dove si votò, con ballottaggi, sempre in un giorno solo) – il fenomeno dell’astensione è un tema tutt’altro che marginale. Negli Stati Uniti, dove storicamente il problema dell’affluenza è stato assai più problematico del nostro Paese, alle prossime Elezioni di MidTerm (8 novembre) la NBA – la lega iconica del basket Usa – ha annullato tutte le partite per quel giorno, per permettere a tutti gli elettori americani di poter svolgere il proprio diritto/dovere di cittadini andando a votare per il rinnovo del Congresso. Non solo, la lega americana spiega come l’idea «è nata dall’obiettivo della famiglia NBA di promuovere l’impegno civico apartitico e incoraggiare i fan a fare un piano per votare durante le elezioni di medio termine»; da ultimo, le squadre NBA faranno anche uno sforzo comunicativo per spiegare il processo di voto del loro singolo Stato, con materiale informativo per le regole degli elettori. In Italia invece da un lato si agita – giustamente – il nodo dell’astensione, dall’altra non si prendono provvedimenti in tal direzione: peccato, un’occasione davvero persa dove sarebbe bastato molto poco per compiere un passo verso la cittadinanza.