Meno 17 giorni alle elezioni politiche. A breve non sarà più nemmeno possibile pubblicare i sondaggi ed è, quindi, auspicabile si torni, o sarebbe meglio dire si inizi, a parlare di programmi e di idee per il futuro del nostro paese dopo il 26 settembre.

In questo quadro è molto utile visitare il sito del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del ministero dell’Interno dove è possibile leggere, e confrontare, i programmi elettorali presentati dalle diverse liste e coalizioni.



Può essere così interessante partire dall’Accordo Quadro raggiunto dal centrodestra a guida Meloni che sembra essere, ad oggi, la coalizione favorita per la vittoria elettorale.

In tema di lavoro il centrodestra propone, ad esempio, il taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori. Un punto, per onestà intellettuale, rivendicato anche da altri partiti e coalizioni, come peraltro quello relativo alla tutela del potere d’acquisto di famiglie, lavoratori e pensionati di fronte alla crisi economica e agli elevati tassi di inflazione. La qualità, e la specificità, della proposta sarà, tuttavia, probabilmente valutabile solo quando, anche dopo un confronto con i tecnici e le parti sociali, si definirà un testo articolato e organico dal quale partire per un ampio dibattito parlamentare.



Ci si propone anche di supportare, e incentivare, la defiscalizzazione del welfare “aziendale”, anche attraverso detassazione e decontribuzione dei premi di produzione e dei “buoni energia”.

Lo stesso accordo politico immagina che si vadano a definire maggiori tutele anche per il lavoro autonomo e le libere professioni e la tutela delle micro e delle piccole medie imprese, in particolare attraverso la lotta alla concorrenza sleale.

Non può mancare poi un richiamo all’ovvio contrasto al lavoro irregolare e al rafforzamento della prevenzione degli infortuni e alla defiscalizzazione dei costi della sicurezza sul lavoro. In questa prospettiva può vedersi, ad esempio, anche l’estensione della possibilità di utilizzo (corretto e non fraudolento) dei voucher lavoro, in particolar modo per i settori del turismo e dell’agricoltura.



Parimenti ci si auspica di ridefinire il sistema di ammortizzatori sociali al fine d’introdurre sussidi più equi e universali anche per le categorie di lavoratori attualmente scoperte o, comunque, con tutele più parziali e più deboli.

Dopo anni di polemiche, anche feroci, Meloni e i suoi alleati propongono la sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro.

I titoli “giusti”, insomma, sembrano esserci tutti e, come già detto prima, probabilmente sono anche ampiamente condivisibili. Dopo il 25 settembre la nuova (possibile) maggioranza, di governo e parlamentare, sarà chiamata a trasformare, attraverso la dura e faticosa arte del governo della cosa pubblica, gli enunciati in provvedimenti e testi di legge, in grado di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini di qualsiasi colore politico.

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