La guerra continua, le sanzioni anche. E le imprese chiudono per le bollette insostenibili. “Come durante il Covid, servono aiuti straordinari, anche al di fuori delle normali regole di bilancio. Fino ad oggi purtroppo tutto ciò non è successo”, attacca Matteo Salvini. “Stiamo lavorando perché si faccia”. Il leader della Lega, ex ministro dell’Interno nel governo Conte 1, interviene a tutto campo sul programma del Carroccio. Partendo dall’emergenza. “Occorre che il governo decreti uno scostamento di bilancio da almeno 30 miliardi”.
Poi critica l’“ambientalismo ideologico e folle voluto dalle sinistre”, dicendo che serve una revisione delle politiche Ue su Green Deal, ma anche una modifica dei trattati, a cominciare dal patto di stabilità. In politica estera, Salvini denuncia “i fallimenti della gestione von der Leyen” e si richiama al metodo di Moro, Craxi, Prodi e Berlusconi. E risponde a Letta: “a cavalcare le paure non siamo noi, ma Speranza”. Le coperture per la flat tax? Ci sono, anche per Quota 41: “è questione di volontà politica, se si mette davanti l’interesse degli italiani”. Ecco le sue risposte al Sussidiario.
L’Europa impone sanzioni alla Russia e transizione energetica. Come facciamo a tenere aperte le nostre imprese?
Premetto che la Lega, in Italia e in Europa, ha sempre votato tutti gli interventi a favore dell’Ucraina e per frenare la guerra. Però fin da subito chiedemmo anche un aiuto per le famiglie e le imprese italiane che ne avrebbero evidentemente pagato le conseguenze. Quando si dichiara una “guerra economica” come l’Europa ha fatto contro la Russia, bisogna pensare a pagare i danni a chi ne farà le spese. Come durante il Covid, servono aiuti straordinari, anche al di fuori delle normali regole di bilancio. Fino ad oggi purtroppo tutto ciò non è successo, stiamo lavorando perché si faccia.
Cosa deve fare adesso l’Europa?
Deve fissare rapidamente un limite al prezzo del gas, ma non basta. Occorre che il governo decreti uno scostamento di bilancio da almeno 30 miliardi che dia ossigeno all’economia, insieme a misure come la tassazione degli extra profitti, la proroga immediata degli sconti su carburanti e bollette in scadenza a settembre, la semplificazione di tutti gli strumenti già attivi per ottenere sconti e dilazione dei pagamenti a vantaggio delle famiglie. Questo per tamponare l’emergenza.
E poi?
In ottica di breve-medio termine il nostro impegno è quello di produrre più energia in ogni maniera, dare anche finalmente il via libera al nucleare di ultima generazione, al potenziamento e alla costruzione di nuovi termovalorizzatori. Senza dimenticare la revisione delle politiche europee su Green Deal, un ambientalismo ideologico e folle voluto dalle sinistre – Pd e 5 Stelle compresi – che aiuta solo la Cina, punisce le nostre aziende e non tutela l’ambiente.
Insomma, ci vogliono subito molto più soldi.
Lo ripeto: se il governo italiano, adesso e non fra un mese, non libera almeno 30 miliardi di euro per bloccare gli aumenti delle bollette, sarà una strage di aziende, negozi e lavoratori. Chi non lo fa, si assume una enorme responsabilità di fronte al Paese.
Di recente i tecnici del Senato hanno detto che è impossibile ridurre il debito al 60% del Pil. Come cambiare i trattati di questa Europa?
Occhio a chi idolatra i vincoli per soffocare la crescita! Soprattutto questo famigerato 60% non equivale a un vero indicatore di allarme, basti pensare che nel 2008 due fra i Paesi più duramente colpiti dalla crisi, Irlanda e Spagna, avevano debiti attorno al 40%. Il punto è un altro: il patto di stabilità. Non si può continuare ad accettare un sistema di regole rigide sulla carta, ma flessibili nell’applicazione a seconda del peso geopolitico e dell’orientamento di chi vince le elezioni. Queste non sono più regole, ma ricatti!
La coalizione è unita su questo?
Cambiare questo assetto non è solo una delle priorità del prossimo governo di centrodestra, è una necessità per il bene di tutti gli italiani e di tutti i cittadini europei. Senza crescita non ci sono lavoro e produzione di ricchezza, e il debito non scenderà mai. Siamo in guerra, ahimè in tutti i sensi, e in guerra prima si salvano le vite, poi si torna a pensare a parametri e tabelle. I “tecnici” europei ci avevano assicurato che le dure sanzioni avrebbero messo in ginocchio la Russia e fermato la guerra: previsioni sballate, perfino il prestigioso Economist ha messo in dubbio l’efficacia di questi interventi, che stanno arricchendo la Russia – e la Cina – e impoverendo Italia ed Europa.
In Europa lei e la Lega siete stati oggetto di una forte ostilità: grazie ai 5 Stelle è stata fatta saltare la maggioranza politica del 2018, sostituita da quella giallorossa. Come sono attualmente i rapporti con l’Ue?
Le accozzaglie europee, le alleanze “contro”, non mi interessano. Noi siamo liberi. Liberi di fare il bene degli italiani. Sempre. Liberamente abbiamo votato la presidente Metsola, persona di grande spessore umano e politico, salda nel riconoscere le radici giudaico-cristiane dell’Europa. Allo stesso modo, liberamente, denunciamo i fallimenti della gestione von der Leyen nel dare autorevolezza internazionale all’Unione, basti pensare a come la Turchia ha ritagliato per sé un ruolo centrale nella mediazione sulla crisi del grano. Ruolo che sarebbe naturalmente spettato alla diplomazia Ue. Liberamente difendiamo l’interesse nazionale italiano, in ogni circostanza.
Per esempio?
Ci opponiamo con tutte le nostre forze a provvedimenti come il Nutriscore o alle liberalizzazioni selvagge senza senso dettate dalle multinazionali. C’è uno spartiacque preciso: da una parte la tirannia dei pochi, tirannia economica, mediatica e burocratica, dall’altra i popoli. Noi siamo e saremo sempre dalla parte del popolo italiano. Da ministro ero stimato e rispettato a Bruxelles perché difendevo i confini e la sicurezza non solo italiani ma di tutto il continente. Dal 26 settembre, grazie alla Lega, tutta Europa potrà contare su una forza che mette la sicurezza nazionale, la difesa dei diritti e della vita, la lotta a terrorismo ed estremismo al centro della sua azione politica.
Lei è stato molto criticato per avere assunto in prima persona iniziative di politica estera giudicate ambigue e contro la fornitura di armi all’Ucraina. Con chi sta la Lega?
Stare dalla parte dei popoli vuol dire anche distinguere tra chi aggredisce e chi è stato aggredito. La Lega ha votato in Parlamento tutti i provvedimenti a supporto del popolo ucraino, senza dimenticare l’impegno dei nostri sindaci nell’accoglienza di migliaia di profughi veri che fuggono da una guerra vera. Tuttavia, soltanto un folle potrebbe pensare che la soluzione della crisi ucraina sarà una soluzione militare, una sorta di corrida con la comunità internazionale a far da spettatrice. Le guerre non si fermano solo con le armi. Serve un impegno diplomatico comune, a livello europeo, per arrivare almeno a un cessate il fuoco al più presto. Diplomazia, diplomazia, diplomazia. Pace, pace, pace.
Di recente ha richiamato il ruolo storico svolto dall’Italia in politica estera e ha detto di ispirarsi ad esso. Può spiegare meglio cosa intende e cosa implica?
È una vocazione, più che un ruolo. L’Italia è qualcosa di più di un segnaposto al tavolo delle riunioni internazionali. È un ponte naturale tra le civiltà, è la sede della Chiesa universale, è la culla del diritto, della politica, della mediazione nei conflitti. Perché lungo le principali crisi degli anni scorsi sono ancora oggi dispiegati i nostri soldati in missione di pace? Ma perché il compito che spetta all’Italia, da Moro a Craxi, passando per Prodi e Berlusconi, è sempre stato quello di ricucire le ferite della storia. L’Italia deve tornare a fare l’Italia: fiera della sua identità atlantica, ma capace di tessere relazioni di pace e cooperazione internazionale a beneficio di tutti. In primis, dei nostri figli e del loro futuro.
Quali sono le riforme costituzionali che farete come coalizione quando sarete al governo?
Presidenzialismo e autonomia, modernità e rilancio dei territori, sono due riforme che permetteranno di ricucire il rapporto tra politica e cittadini. Da una parte avremo un governo nazionale forte, stabile, legittimato dal voto diretto, dall’altra Regioni e Comuni sempre più protagonisti nel rafforzare i territori con più servizi, più controlli e più responsabilità. A queste riforme si aggiungerà l’impegno per avere una giustizia più indipendente dalle strumentalizzazioni politiche. Ma soprattutto più rapida e certa, sia per le imprese sia per tutelare la sicurezza dei cittadini.
A proposito dell’immigrazione, Letta oggi dichiara che “il vero problema è l’approccio esclusivamente emergenziale e securitario con cui il tema è stato affrontato nel nostro Paese. La destra lo strumentalizza, facendo credere che ci sia sempre un’emergenza per poi cavalcare le paure”. Cosa risponde?
Cavalcare le paure… Sicuro che si riferisca a me? Perché sembra proprio il ritratto del ministro Speranza, con il suo coprifuoco, le mascherine in classe a luglio e tutti gli altri allarmismi, fortunatamente infondati, che abbiamo dovuto sopportare in questa già difficile prova della pandemia. Ci vuol coraggio a dire che io cavalco le paure.
Quanto all’immigrazione?
La Lega vuole imporre il buonsenso: il rispetto delle nostre frontiere, dove nessuno deve poter entrare clandestinamente. In Spagna, in Grecia, in Germania, nel Regno Unito e in gran parte del mondo la difesa dei confini è patrimonio comune sia della destra sia della sinistra. Solo in Italia abbiamo certi tifosi dei porti aperti e dell’immigrazione incontrollata. Chissà perché? Che ci sia qualcuno che dal business dell’accoglienza ci guadagna? Con la Lega al governo, il numero di morti nel Mediterraneo è stato ridotto, anzi più che dimezzato. Meno morti, meno sbarchi, meno reati, più diritti e sicurezza. Impegnativo, ma straordinario.
“I decreti sicurezza di Salvini hanno aumentato l’irregolarità”. Cosa risponde?
Falso. Basta guardare ai numeri di quel periodo e a quelli di oggi. D’altronde le bugie quotidiane, gli insulti e le falsità di Letta e del Pd sono ormai al limite del ridicolo, dalla Russia al fascismo, dalle tasse alla Fornero. Sanno che perderanno le elezioni, e inventano ogni giorno scuse o sciocchezze, gli italiani lo hanno ben capito.
Le obiezioni alla flat tax sono fondamentalmente due: a) privilegia i ricchi e b) mancano le coperture. Cosa risponde? perché dovrebbe funzionare?
Immaginiamo una famiglia con mamma e papà che lavorano con un reddito di 27mila euro lordi l’uno e tre figli. Sono ricchi? Non scherziamo. Qui si tratta di aiutare il cuore pulsante del Paese, il ceto medio che rischia di scivolare verso il basso. Come aiutarli? Lasciando vivere e lavorare la società, con meno tasse, più consumi, più produzione, più lavoro. Quanto alle coperture, sono una decisone politica.
In altri termini?
Abbiamo già a disposizione 7 miliardi dalla rimodulazione delle aliquote Irpef e almeno 6 miliardi le recuperiamo grazie all’ottimizzazione delle tax espenditures. E poi, se abbiamo trovato 10 miliardi per il reddito di cittadinanza non possiamo trovarne 13 per dare sollievo alle famiglie che lavorano? Facciamo e faremo di tutto per aiutare le famiglie e il terzo settore. E ribadisco l’impegno per fermare la crisi demografica.
C’è spazio per una 15esima mensilità come chiede il Pd?
Per me si può arrivare anche alla 24esima, se questo aiuta gli italiani. La sinistra non sbaglia tanto nel conto dei mesi – almeno quello! – quanto nel principio. Lo statalismo assistenziale produce povertà. Sempre. Ovunque. Le società sane sono quelle che producono e distribuiscono la ricchezza al loro interno grazie al lavoro, all’innovazione, a un sistema che premi merito e competenza. Lo Stato deve esserne il garante, il regolatore del meccanismo, non un’idrovora che si accaparra i frutti della fatica altrui.
Parliamo di democrazia. grazie al Rosatellum gli eletti sono pressoché scelti interamente dai partiti. A lei va bene così?
Non mi appassiona il dibattito sulla legge elettorale: preferenze sì, preferenze no, proporzionale o maggioritario. A me interessa che il prossimo parlamento lavori per il bene dell’Italia e degli italiani. Quanto agli eletti, l’ultima parola non spetta certo a me ma agli elettori. Io non ho mai avuto paura del loro giudizio. Io credo negli italiani.
La Lega continua a insistere su Quota 41, ma piovono critiche.
È sostenuta anche da imprese e sindacati, libererebbe un milione di lavoratrici e lavoratori nei prossimi mesi e darebbe spazi straordinari ai giovani. Costo 1,3 miliardi per il primo anno, soldi ben spesi e recuperabili dal solo taglio degli sprechi del reddito di cittadinanza. E poi c’è qualcosa che allo Stato non costa, e su cui la Lega si impegna.
Vale a dire?
La difesa di valori, traduzioni e radici, la mamma si chiama mamma e il papà si chiama papà, non altro. La vita va aiutata e sostenuta, dall’inizio alla fine, mentre ogni tipo di droga va combattuta, non tollerata o addirittura legalizzata. Io fra la vita e la morte scelgo la vita, sempre, e inorridisco di fronte alle folli proposte di “droga libera” che arrivano da sinistra.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.