LA CORSA ALLE ELEZIONI 2022: CDX IN VANTAGGIO NEI SONDAGGI, CONTE ATTACCA MELONI

Il mese decisivo per le Elezioni 2022 è ufficialmente cominciato: riapre il Parlamento, torna il Cdm (importanti annunci sui primi razionamenti del gas e nuovo Decreto Energia la prossima settimana per gli interventi in difesa di imprese e famiglie) ma soprattutto prosegue lo scontro tra i vari partiti impegnati in campagna elettorale, che ora entrerà definitivamente nel momento clou. Visti gli ultimi sondaggi politici (qui il focus, ndr), il Centrodestra è sempre più favorito a meno di un mese dal voto delle Elezioni 2022: anche per questo motivo, da Speranza a Di Maio, passando per Conte, Calenda e Letta cercano di intavolare un confronto/scontro sul programma presentato da Meloni, Salvini e Berlusconi. Tra i più attivi – anche sotto il profilo del consenso avendo recuperato secondo gli ultimi sondaggi almeno 2 punti percentuali al campo della sinistra – è certamente il leader M5s Giuseppe Conte, impegnato nell’impresa titanica di un partito in corsa solitaria senza coalizione.



Rispondendo alla leader di FdI che intende modificare e limitare il Reddito di Cittadinanza, l’ex Premier replica «Giorgia Meloni ha le idee poco chiare e anche confuse. Un giorno lo vuole abrogare e un altro giorno invece lo vuole modificare… Io le consiglio, visto che vive dello stipendio da politica da tantissimi anni che le consente di beneficiare di 500 euro al giorno, di dedicare il suo ardore a ben altre battaglie e di non accanirsi contro i poveri e gli indigenti». Ne ha anche per Draghi – e di riflesso per il Terzo Polo di Renzi-Calenda – il Presidente del M5s: «Ci sono gli orfani della forma di governo e dell’agenda Draghi, il Pd, Calenda, Renzi, che auspicano ancora di poter nascondere le loro responsabilità politiche dietro l’ombrello della formula Draghi: sia come agenda priva di contenuti, sia come metodo che, se diventasse la regola, sarebbe insidioso per nostra democrazia», attacca Conte a Radio Cusano Campus, aggiungendo come «Non c’era confronto, né condivisione con i capidelegazione, si decideva al chiuso di alcuni ministeri. E’ un’agenda che non auspico affatto per la salute della nostra democrazia. La politica, quella che ha visione, strategia e un progetto di Paese, deve riappropriarsi di questo spazio pubblico, fare scelte di responsabilità».



SALVINI VS LETTA, IL “DUELLO” PER LE ELEZIONI 2022 SUL “SUSSIDIARIO”

Oggi su “Il Sussidiario” abbiamo ospitato in esclusiva la doppia intervista in vista delle Elezioni 2022 al leader della Lega Matteo Salvini e al Segretario Pd Enrico Letta: toccati tutti i punti principali del programma, comprese le sfide internazionali e il futuro del nostro Paese nel pieno di una crisi energetica vede economica. Lo scontro principale si è però consumato sul fronte economico-fiscale con le ricette per il Paese che ovviamente differiscono tra Lega e Partito Democratico. Secondo l’ex Ministro degli Interni, «Quando si dichiara una “guerra economica” come l’Europa ha fatto contro la Russia, bisogna pensare a pagare i danni a chi ne farà le spese. Come durante il Covid, servono aiuti straordinari, anche al di fuori delle normali regole di bilancio. Fino ad oggi purtroppo tutto ciò non è successo, stiamo lavorando perché si faccia». Non solo, Salvini sul fronte pace fiscale rilancia: «Abbiamo già a disposizione 7 miliardi dalla rimodulazione delle aliquote Irpef e almeno 6 miliardi le recuperiamo grazie all’ottimizzazione delle tax espenditures. E poi, se abbiamo trovato 10 miliardi per il reddito di cittadinanza non possiamo trovarne 13 per dare sollievo alle famiglie che lavorano? Facciamo e faremo di tutto per aiutare le famiglie e il terzo settore».



A stretto giro replica l’ex Premier Letta in una “speculare” intervista sempre sul nostro quotidiano: «Introdurremo un nuovo contratto “luce sociale”, che potrà garantire fino a 1350 KWh/anno (pari a metà del consumo medio di una famiglia) di energia rinnovabile e gratuita, mentre la parte eccedente avrà comunque prezzi calmierati», spiega il n.1 del Pd in merito al programma sul fronte energetico. Sulla flat tax e pace fiscale, Letta si fa durissimo: «La flat tax, oltre ad aprire una voragine nelle casse dello Stato, è una misura profondamente ingiusta che nella sostanza farebbe pagare di più alla classe media e ai redditi più bassi, per far pagare molto di meno ai più ricchi, aumentando il vantaggio con il crescere del reddito. La nostra visione, invece, si ispira al principio costituzionale della progressività: ognuno contribuisce in base alle proprie possibilità, per cui chi ha di meno dovrà pagare meno tasse. Per questo vogliamo ridurre le aliquote Irpef a cominciare dai redditi medi e bassi».