COME È ANDATO IL DUELLO LETTA-MELONI VERSO LE ELEZIONI 2022
Chi propende per la noia, chi per il pareggio, chi per un lieve vantaggio in termini di “figura” e “dialettica”: insomma, non c’è un vero e proprio vincitore dopo il primo duello Meloni-Letta avvenuto ieri in vista delle Elezioni 2022 che si terranno il prossimo 25 settembre. Ufficialmente non sono i “leader della coalizione” ma è chiaro che seguendo sondaggi e previsioni saranno proprio quei due a sfidarsi per le Elezioni Politiche di fine settembre: il Centrodestra a “guida Meloni” – anche se Salvini e Berlusconi ribadiscono di voler puntare ad un voto in più di Fratelli d’Italia – e il Centrosinistra a guida Letta, il quale scommette sul dialogo post-voto con M5s e Terzo Polo, ricevendo però un sonoro “niet” dai centristi (vedi focus qui sotto, ndr).
Nel primo – e forse anche ultimo – duello in video streaming sul “Corriere della Sera” tra i due candidati leader, Giorgia Meloni ed Enrico Letta hanno confermato una buona dose di fair play non accendendosi più di tanto su quasi nessun tema posto in domanda: PNRR, bollette, Presidenzialismo, migranti, diritti e quant’altro, se Meloni ha saputo essere più diretta nell’esporre il proprio programma, Letta ha provato in più occasioni a manifestare la “pericolosità ideologica” dell’avversaria. Ne risulta un pareggio abbastanza “piatto” che non sembra possa aver spostato granché il sentimento di voto degli elettori chiamati tra 12 giorni ad esprimersi nelle Elezioni 2022.
? Faccia a faccia @GiorgiaMeloni – @EnricoLetta: alle 18 sul sito del Corriere, moderati dal direttore @lucfontana, l’unico confronto tra i leader di @FratellidItalia e @pdnetwork https://t.co/ZMNcLWI64f pic.twitter.com/mWZdikTIai
— Corriere della Sera (@Corriere) September 12, 2022
CALENDA: “NON GOVERNO CON PD E M5S”. ELEZIONI 2022 TRA DIALOGO E ATTACCHI
«Il confronto di ieri con Giorgia Meloni dimostra che non ci saranno inciuci, ci sono talmente tante differenze che non è possibile immaginare convergenze dopo il voto», sottolinea stamane Enrico Letta ad Agorà su Rai1 contestando la decisione dell’AGCOM contro i dibattiti “diretti” per le Elezioni 2022, «La decisione dell’Agcom è stata tremebonda, ha privato gli elettori della possibilità di ascoltare e ieri ad esempio è stato chiaro che sia io che Meloni escludiamo un governo di larghe intese. Siamo entrati nel merito su tante cose e credo sia stato utile». Davanti alle preoccupazioni del Pd circa possibili “accordi” con il Centrodestra a guida Meloni dopo le Elezioni, Letta replica all’area più di sinistra del suo partito: «Orlando non ha detto una cosa così originale, ma se mi chiedono ‘dialogate più facilmente con Salvini e Meloni o con Conte e Calenda’, la risposta è ovvia. Qualunque forma di dialogo dopo avrà più facilità con Conte e Calenda. Ora il voto è tra noi o il centrodestra. Fino al 25 settembre siamo concentrati su noi stessi poi dal 26 settembre sul dialogo si vedrà».
Dal Terzo Polo però arrivano smentite secche sulla possibilità di attuare un Governo di “coalizione” con Pd e M5s qualora il Centrodestra perdesse le Elezioni 2022: se Renzi bisbiglia circa il fatto che Meloni e Letta «sono migliori amici» in quanto il Pd «sta facendo un favore alla campagna elettorale del Centrodestra», da Carlo Calenda – ieri intervenuto con il contro-dibattito a distanza rispondendo alle stesse domande del “CorSera” a Letta e Meloni – l’attacco è ancora più diretto contro il Partito Democratico. «Larghe intese, come quelle attuali che sostengono il governo Draghi senza i Cinque Stelle, molto volentieri», ma un Governo con Pd e M5s «manco morto»: netto il leader del Terzo Polo “Italia sul Serio” stamane a Tagadà su La7, «Secondo me tantissimi non andranno a votare. Un po’ perché sono delusi, prima dei Cinque Stelle, poi da Salvini ma è molto pericoloso non votare, sono elezioni molti importanti. Si decide su l’Italia sta in Europa e se è un Paese in cui si fanno le cose o solo rumore». Se vince la Meloni, conclude poi Renzi «noi saremo all’opposizione». Per Forza Italia e per la stessa Lega le «Larghe Intese dopo le Elezioni 2022 sono assolutamente da escludere», stesso pensiero per il Pd che prova così a smarcarsi dall’accusa di “inciucio” lanciata dal M5s di Conte, a sua volta però considerato “vicino” a Meloni sulle riforme della possibile bicamerale.
Contro Dibattito https://t.co/0JQWawClcd
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) September 12, 2022