LA BICAMERALE SUL PRESIDENZIALISMO E LO SCONTRO SUL M5S: ULTIME NOTIZIE ELEZIONI 2022
È ancora il tema del Presidenzialismo a tenere banco nella campagna elettorale verso le Elezioni 2022, a partire dalla proposta di Fratelli d’Italia e del Centrodestra nel programma post-25 settembre: «Possiamo ripartire da sistema francese, qualcuno propone il premierato, il sindaco d’Italia, importante è che si parli di questa che è la madre di tutte le riforme. La Bicamerale è una delle soluzioni su cui sono d’accordo, sono per aprire un dibattito. Io vorrei fare le riforme con tutti ma non mi faccio impantanare dalla sinistra». Lo ha detto Giorgia Meloni nella lunga intervista a “Porta a Porta” di ieri, aprendo un dibattito proseguito nelle ore successive dagli altri partiti in corsa per le Elezioni. «Siamo qui per difendere la sacralità della Costituzione, per dire che la Costituzione è un punto fermo della nostra democrazia oggi e domani», ha detto il Segretario Pd Enrico Letta in un comizio, «Diciamo no – ha poi aggiunto – a chi vuole trasformare il nostro Paese con il presidenzialismo».
Lo stesso ex Premier Dem nell’intervista radiofonica mattutina apre comunque al concetto di Bicamerale lanciato dalla leader FdI, anche se chiarisce «Noi non siano a favore del presidenzialismo, ma contro. Per un Paese come il nostro, l’idea che tutto si risolva dando in mano a uno o a una tutto il potere io lo trovo profondamente superficiale e sbagliata». Letta corregge il tiro rispetto alle dichiarazioni fatte ieri sulla pericolosità per la democrazia qualora il Centrodestra vincerà le Elezioni, ma non risparmia nuove critiche ai propri “partner” nell’ex ormai campo largo di Centrosinistra: «Conte da un a parte e Calenda e Renzi dall’altra pensano più alla loro utilità di parte, l’1% in più, piuttosto che a battere la destra. Gli unici che stanno cercando di contrastare la destra in Italia siamo noi, gli altri sostanzialmente si sono assuefatti all’idea che la destra vinca e stano semplicemente cercando una loro nicchia». Chi invece non ammette la possibilità che il Centrodestra possa vincere le Elezioni cn questa particolare legge elettorale, è Giuseppe Conte del M5s: il partito più in crescita nell’ultimo mese, il suo leader in giro per i comizi in tutto il Paese, ma anche il più attivo nel respingere gli attacchi pervenuti su di lui e sul Movimento 5Stelle. «Meloni togliendo il reddito di cittadinanza vuole la guerra civile. Lei guadagna da oltre 20 anni 500 euro al giorno con i soldi dei cittadini e vuole togliere 500 euro al mese alle persone in difficoltà facendo la guerra ai poveri?», ha detto l’ex Premier nell’intervista a “RaiNews24”: «Dico ai cittadini ‘aprite gli occhi’, anche Meloni inizia a impaurirsi di fronte alla responsabilità di guidare il paese, anche perché non vedo in Fdi una classe dirigente adeguata. Attenzione: si sta già prefigurando una grande accozzaglia al governo, con la corsa alle poltrone mentre i bisogni dei cittadini sullo sfondo»
LETTA VS CENTRODESTRA, LO SCONTRO SULLE ELEZIONI 2022
Meno di 20 giorni alle Elezioni 2022 con la campagna elettorale ormai entrata a pieno diritto nella sua fase finale: anche per questo motivo si assiste quotidianamente ad attacchi e sfide “a distanza” – in attesa che qualche dibattito tv venga organizzato/ufficializzato – tra i partiti, specie sull’asse Centrodestra-Centrosinistra dove presumibilmente si giocherà la partita del 25 settembre 2022. A tener banco per le Elezioni Politiche 2022 è ovviamente il tema intricato dell’emergenza energetica in Italia e in Europa, specie dopo l’aut-aut della Russia contro le forze europee sulle sanzioni e gli approvvigionamenti del gas. Parte da qui il ragionamento del Segretario Pd Enrico Letta per identificare l’avversario Centrodestra come addirittura un «pericolo per la democrazia».
Stamane in un discorso ai candidati Dem su Zoom, l’ex Premier ha lanciato un appello a tutti gli elettori ancora indecisi, oltre che alle forze politiche di Centrosinistra: «Voglio lanciare un allarme per la democrazia italiana, peso le parole, non voglio usarle a vanvera: abbiamo 17 giorni per cambiare la storia del nostro Paese ed evitare che l’allarme per la democrazia italiana diventi realtà». Secondo Letta, la destra vincerà «ma non governerà: si squaglieranno e a quel punto rientrerà in gioco tutto. Si rimescoleranno le carte in Parlamento. Sarà come una falsa partenza e poi tutto tornerà normale». Immediate le repliche dal Centrodestra che ricacciano indietro la tesi di Elezioni 2022 “eterodirette” dalla Russia o comunque pericolo per la democrazia: «Letta vive su Marte. Se votano gli italiani non c’è nessun rischio per la democrazia perché il popolo è sovrano. L’unica emergenza che vedo in Italia è quella della disoccupazione, del freddo e della fame. Non vedo rischi di fascismo, razzismo e di altre robe strane. Salvini parla della crisi energetica perché è una spia russa? Ma se uno la pensa così è un poveretto», attacca Matteo Salvini dalla Lega. Simile la posizione di Giorgia Meloni in quota FdI, che poi aggiunge «Enrico Letta definisce il Rosatellum ‘la peggiore legge elettorale che ha visto il nostro Paese’. E ha ragione. Non a caso è stata scritta e imposta dal Pd, con il voto contrario di Fratelli d’Italia. Ma quanto fa ridere la sinistra italiana?».
ELEZIONI 2022, CAOS NEL CENTROSINISTRA: GAFFE CALENDA, PD ATTACCA, RENZI RISPONDE
Durissimo anche Forza Italia con Giorgio Mulè che non accetta le accuse al Centrodestra lanciate dal Pd di Letta a pochi giorni dalle Elezioni 2022: «Letta è un incendiario che rischia di portare il Paese verso una spirale molto rischiosa oltre a fare la felicità degli speculatori. Descrivere poi il popolo di centrodestra come composto da milioni di golpisti o fiancheggiatori di chi vuol affossare la democrazia è indecente». Secondo il leader di Impegno Civico Luigi DiMaio «è chiaro che ormai la Russia ha deciso di entrare direttamente nella campagna elettorale di uno Stato sovrano e sta giocando un ruolo che è chiaramente di ingerenza. Per questo io invito tutte le forze politiche italiane a rimandare indietro queste ingerenze». Contrari dal Terzo Polo che invece non segue la linea Dem sul fronte pericolo democrazia: «non è la legge elettorale che regala il Paese alla destra ma una leadership incapace, la tua, di costruire qualsiasi tipo di coalizione. La destra non ha mai avuto alleato migliore». Poco dopo è ancora Letta a riaprire il terreno di scontro con Azione e Italia Viva, quando afferma sempre via zoom «Un +4% a Calenda o a Conte tolti a noi, oggi, consentirebbero alla destra di superare il 70% di rappresentanza parlamentare. Viceversa, un +4% a noi consentirebbe di tenere la destra sotto il 55%. Pensate agli effetti perversi di questa legge elettorale».
La replica da Carlo Calenda è netta e arriva su Twitter: «Ma quindi Enrico Letta avete già perso? Che modo di fare campagna elettorale assurdo. Bloccheremo noi la destra sul Senato al proporzionale. Ma non per fare una maggioranza con Fratoianni e i 5S, per andare avanti con Agenda Draghi e possibilmente con Draghi stesso». Tra Letta e Calenda lo scontro permane, specie dopo la semi-gaffe (considerata tale dal Pd, ndr) del leader Terzo Polo ai microfoni di Rtl 102.5: «non farò un’alleanza con il Pd, altrimenti l’avrei fatta prima. vorrei fare un governo di larga coalizione, che pacifichi l’Italia. Serve un’alleanza comune, mi auguro anche con la Meloni». A quel punto il leader del Partito Democratico ha “gioco facile” a tacciare il Terzo Polo di “voto inutile” o anzi “utile alla destra”: «Mi sembra che si sia chiarito che il Terzo Polo guarda a destra – commenta il segretario dem – Questa è la conferma che chi vuole battere la destra ha un solo voto utile, che è quello per il centrosinistra». Calenda replica subito («Enrico sei una specie di disco rotto. Ti rendi conto che usi le stesse argomentazioni di Tajani e Salvini?») mentre Matteo Renzi fa passare qualche ora prima di rispondere con una nota: «Quando il Pd dice vogliamo il Reddito di cittadinanza e non il Jobs Act, non sta cambiando idea ma sta cambiando volto. Potrebbe cambiare nome e chiamarsi M5s a questo punto. Imbarazzante la permanenza dei riformisti in questo Pd. Tommaso Nannicini ha scritto il Jobs Act: come fa a fare campagna elettorale quando io suo capo dice no al Jobs Act e sì al Reddito? Spieghiamo a Orlando che Martina ha fatto ostruzionismo per non avere il reddito. Tempo 20 giorni e il Pd inizierà l’ennesima analisi sconfitta. Potevano perdere elezioni e stanno perdendo la loro storia».