Non mette la modalità silenziosa, e il click della fotocamera digitale del cellulare lo incastra. È successo stamattina a Vico Equense, in provincia di Napoli, dove si vota per il candidato sindaco. L’elettore, all’uscita dalla cabina, si è visto sequestrare il cellulare dai carabinieri, che hanno verificato come la foto della scheda elettorale votata fosse stata appena memorizzata. Il presidente di seggio ha dovuto perciò annullare la scheda, ed è scattata anche la denuncia per il trentottenne. Arrivano denunce anche da Catanzaro, Massafra (Taranto) e Benevento, tutte con la stessa motivazione: violazione della segretezza del voto. La possibilità di registrare il proprio voto aumenta il rischio del voto di scambio: per ricevere favori dai candidati che si è votati infatti bisogna provare il proprio voto, e quale miglior modo di una foto? Per questo, con la convergenza della tecnologia (cellulari che fanno foto, video, ecc), il consiglio dei ministri ha introdotto tre anni fa il divieto di portare con sé nella cabina elettorale qualsiasi tipo di apparecchio tecnologico: pena, da 3 a 6 mesi di carcere o una multa dai 300€ ai 1000€.



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