Inizierà quest’oggi la transizione in Argentina fra il presidente uscente Macri, e il neo-eletto Fernandez. I due si incontreranno per una colazione alla Casa Rosada, come ha ricordato l’edizione online di RaiNews, dopo di che colloquieranno sulle mosse future. L’insediamento ufficiale di Fernandez, un avvocato di sessant’anni, ex capo di gabinetto del governo di Ne’stor Kirchner, inizierà poi il prossimo dieci dicembre 2019. Risultato impressionante per Fernandez in particolare nella provincia di Buenos Aires, dove i voti ottenuti sono stati di ben 16 punti percentuali superiori rispetto allo sfidante, in coppia con Miguel Pichetto. Subito dopo l’ufficialità dei dati elettorali, la banca centrale argentina ha annunciato un rafforzamento delle restrizioni su cambi, imponendo un nuovo limite all’acquisto mensile di dollari pari a 200 per le transazioni bancarie e a 100 in contanti. Una misura che chiarisce fin da subito come sarà la nuova politica monetaria argentina, in netta contrapposizione con quella precedente, visto che il limite massimo dell’acquisto di dollari promosso dal governo Macrì durante la campagna elettorale, era stato di 10.000 dollari al mese. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FERNANDEZ E’ IL NUOVO PRESIDENTE: I RISULTATI DELLE ELEZIONI IN ARGENTINA
Ha vinto il Frente de Todos e così Alberto Fernandez da questa mattina è il nuovo Presidente dell’Argentina: le Elezioni Presidenziali che hanno coinvolto 34 milioni di persone nella giornata di ieri ha visto un arrivo al “fotofinish” per evitare il ballottaggio, con il candidato peronista che supera la soglia minima necessaria per la vittoria di 45%. Quanto sono state scrutinate il 97% delle schede, il candidato appoggiato dall’ex Premier Cristina Kirchner vola al 48,1% seguito dall’ormai ex Presidente argentino, il liberale del JKC Mauricio Macri che non riesce nel recupero dopo le pre-elezioni dello scorso settembre. Al terzo posto nei risultati delle Elezioni in Argentina il candidato ConFed Roberto Lavagna (ex Ministro della Kirchner) col 6,2%, mentre al 2,2% chiude Nicolas del Cano (FIT), davanti a Juan Jose Gomez Centurion (NOS) dell’1,7% e a Jose Luis Espert all’1,5%. La grave crisi economica non risolta con le politiche liberali riportano dunque l’Argentina nel peronismo-kirchnerismo che già aveva fallito in passato: «ringrazio tutto il popolo argentino. Da oggi ripartiamo per costruire una Argentina solidale, egualitaria, che difende l’educazione pubblica, la salute, che privilegia quelli che producono, quelli che lavorano», spiega il Presidente eletto Fernandez dopo aver ricevuto i complimenti da Macri che lo ha anche invitato ad una colazione di lavoro.
FERNANDEZ VS MACRI, MA LA KIRCHNER È LA VERA ‘FAVORITA’
Si apre oggi in Argentina il voto cruciale per le Elezioni Presidenziali 2019 con la sfida tra i due principali avversari – Maurizio Macri, il liberale e attuale Presidente argentino, e Alberto Fernandez, peronista in tandem con Cristina Kirchner – che tiene il Paese in bilico tra un ritorno “ingombrante” del kirchnerismo o la conferma dell’era Macri che finora non ha portato migliorie alla crisi economica di Buenos Aires. Le elezioni in Argentina arrivano due mesi dopo le “pre-elezioni”, ovvero le primarie con cui sono stati scelti i candidati dei partiti che per tradizione costituiscono un “sondaggio” nazionale in anticipazione delle Presidenziali odierne: ebbene Macri era dato per spacciato visto quel -14% dal ticket Fernandez-Kirchner anche se nelle ultime settimane diverse manifestazioni di Piazza sia in Argentina che in altre zone del Sud America in ebollizione hanno cercato di scongiurare il ritorno del socialismo peronista che tanti guai economici e non aveva prodotto nel recente passato. Paese in recessione, inflazione annuale superiore al 53%, e povertà arrivata a interessare il 34,1 % della popolazione: l’Argentina piange e con le Elezioni di oggi, in attesa dei risultati, si ceca di dare una svolta politica che finora non è giunta né dal Partito di Centrodestra “Juntos por el cambio” né da quello peronista “Frente de Todos”.
RISULTATI ELEZIONI ARGENTINA 2019: FAVORITI E SISTEMA ELETTORALE
Una sfida tra candidati Presidenti ma anche tra n.2: Miguel Ángel Pichett per Macri, l’ex Premier della potentissima famiglia Kirchner. Tra gli altri candidati (ma con decise minori possibilità di vittoria) si segnala Roberto Lavagna: capo della coalizione di centro Consenso Federal 2030, economista ed ex ministro dell’Economia sotto Néstor Kirchner. Nelle primarie pre-elezioni, il Presidente ha pagato la forte crisi economica arrivando al 31,8%, stracciato dal 47,79% del fronte peronista. Oggi però, come racconta da tempo il nostro inviato Arturo Illia, l’esito delle Presidenziali potrebbe non essere già scritto. L’eventuale ballottaggio è fissato per il 24 novembre e scatterà solo qualora un candidato oggi alle Elezioni Presidenziali non superi il 45% dei voti, oppure il 40% ma con un margine di almeno 10 punti percentuali sul secondo più votato. Se le Primarie venissero confermate, Fernandez vincerebbe al primo turno e farebbe ritornare il peronismo in Argentina dopo la breve parentesi Macri in mezzo agli ultimi 12 anni di “kirchnerismo” che ha portato a livello economico di fatto gli stessi (pessimi) risultati dell’attuale Presidenza liberale.