L’atmosfera che si respira in Argentina, dove oggi si svolgeranno le elezioni presidenziali, si taglia letteralmente con il coltello ed è tesissima come mai si era verificato in precedenza. C’è in giro molta tensione alimentata non solo da una situazione sociopolitica del Paese che ha ormai superato il limite del baratro, ma anche dalla paura che tutto, in un modo o nell’altro, possa veramente crollare.
Da una parte, ci sono i perokirchneristi che lanciano proclami nei quali allertano la gente sul fatto che se vincesse Javier Milei tutto verrebbe privatizzato, anche le scuole e gli ospedali, e quindi si perderebbero i diritti allo studio e alla salute, quindi bisogna votare Massa anche per salvare la democrazia ma soprattutto se stessi da un ulteriore impoverimento di masse che già nei loro spesso immensi quartieri non hanno a disposizione né acqua potabile, né energia elettrica, mentre i loro Governatori fanno a gara a comprarsi appartamenti in quel di Miami, dove investono capitali spesso destinati a un fantomatico “bene comune” mai messo in pratica.
Dall’altra, ci sono i sostenitori sia di Milei, candidato e Presidente del movimento “Libertad que avanza ” che di Patricia Bullrich, sua alleata e responsabile del gruppo di opposizione del Pro, che letteralmente urlano di finirla una volta per tutte con una società in gran parte finanziata da uno Stato che, nel corso di decenni di potere, ha portato l’Argentina a vivere una serie di crisi drammatiche, delle quali l’attuale supera le altre.
Allo stesso tempo i due schieramenti politici si accusano mutuamente di brogli, al punto che, per allentare la situazione ormai tesissima, la Corte Federale ha dovuto convocare i loro responsabili per presentare prove concrete di quanto affermato. A ogni modo l’attuale ballottaggio registrerà un numero altissimo di agenti fiscali, nominati dai due partiti, che controlleranno la regolarità del voto… o almeno così si spera.
Nel mezzo di questa tempesta è arrivata un’altra notizia che ha contribuito a riscaldare ancor di più gli animi: l’attuale Vicepresidente Cristina Fernandez de Kirchner ha richiesto di disporre del nuovo aereo presidenziale (nel Paese abbondano fame e povertà, mancano medicinali, ma la flotta aerea viene prima di tutto, pare) per farsi un viaggio in Italia (più precisamente Napoli e Roma) proprio in questi giorni. La cosa è decisamente originale non solo perché il tour non ha nessun obiettivo politico ma solo “di piacere”, oltretutto in un momento delicatissimo vista la situazione già abbondantemente descritta in altri articoli. Andreotti diceva che “a pensar male si commette peccato, ma spesso ci si azzecca” e quindi il pensiero va a due fatti: il primo è che le attuali previsioni (che come in altre elezioni al mondo possono essere smentite dai risultati, ovviamente) danno Javier Milei in leggero vantaggio sul perokirchnerista Sergio Massa. Il secondo è che l’attuale Vicepresidente, in caso di che si realizzi questo risultato, dovrebbe sostenere una quantità notevole di processi per reati di cui è accusata di cui uno in prima istanza l’ha condannata a sei anni di carcere in primo grado. E non è tanto machiavellico ricordare che tra Italia e Argentina, guarda caso, non esiste nessun trattato di estradizione: per carità… sono soltanto ipotesi, però, lo ripeto, colpisce l’assenza di un’alta carica dello Stato (e oltretutto ex Presidente per due mandati) proprio in un momento come questo.
Non ci resta, quindi, che attendere la giornata di domani per conoscere il risultato dell’odierna consultazione elettorale e capire quante possibilità avrà la “ricchissima” Argentina di non cadere nel cammino dell’Argenzuela da noi citata più volte.
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