RIO DE JANEIRO – “Quello che conta non è la Datafolha (istituto di sondaggi, ndr) ma il Datapopolo” aveva dichiarato ai giornalisti Bolsonaro domenica mattina, dopo aver votato.
Aveva ragione: l’ultima previsione, venerdì, lo dava 14 punti dietro a Lula, che sembrava potesse arrivare alla maggioranza assoluta e essere eletto al primo turno. Lula ha vinto ma solo 48 per cento a 44, e fino alle otto di sera – a tre ore dalla chiusura dei seggi – lo spoglio vedeva Bolsonaro addirittura in testa.
Il Psdb, l’antagonista storico del Partito dei Lavoratori (Pt) di Lula, vede il suo candidato sonoramente battuto nello stato di São Paulo, che governava da 30 anni. Il partito aveva già perso la leadership dell’opposizione a livello nazionale, poi lo stato chiave di Minas Gerais e ora è ridotto a terza forza nella capitale economica del Paese. Gli opposti populismi di Lula e Bolsonaro hanno prosciugato il suo spazio elettorale e ora è ridotto all’insignificanza. Nella disfatta dei moderati si salvano solo il giudice della Mani Pulite brasiliana, Sergio Moro, eletto per la prima volta al Senato, e il “Partito Novo” che vince in Minas Gerais.
I grandi sconfitti sono i sondaggisti. Anche nello stato di Rio de Janeiro le ricerche di mercato sottovalutavano Cláudio Castro, il governatore di destra uscente, che invece ha trionfato col 58% dei voti. In 10 dei 27 stati i Bolsonaristi hanno vinto a sorpresa, con risultati al di fuori dei “margini tecnici di errore” sbandierati ad ogni nuova rilevazione. Se finora le polemiche si erano concentrate sui possibili brogli – mai provati – nelle urne elettroniche, ora sono gli istituti di ricerca che cominciano ad essere accusati apertamente di manipolazione elettorale.
Sarebbe stato strano, d’altra parte, che Bolsonaro fosse tanto indietro visti i risultati economici di quest’anno: inflazione controllata, disoccupazione sotto al 10% (per la prima volta dal 2015), crescita del Pil maggiore di quella cinese… tolto il freno della pandemia, le misure liberali e di semplificazione hanno cominciato a fare effetto, ricadendo finalmente anche sull’economia reale.
Il 30 ottobre Lula e Bolsonaro si affronteranno nel ballottaggio. Nessuno si è ancora azzardato a fare previsioni.



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