È la Calabria dei personaggi in cerca d’autore. Come candidato alla presidenza della Regione il Pd nazionale voleva una donna, il Movimento 5 Stelle pensava a un medico e una parte dei dem a un professore universitario. Le Sardine contavano, invece, sull’investitura della loro Jasmine Cristallo, rossa e arcobaleno, telegenica e nota grazie al piccolo, rumoroso schermo nazional-popolare.
Invece l’“armata” giallo-rossa, compresi Leu e Psi, ha indicato d’imperio l’imprenditrice e presidente di Unicef Calabria Maria Assunta Ventura, che secondo Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza “unisce il centrosinistra, il Movimento 5 Stelle e tutto il civismo che si ritrova nei valori della giustizia sociale, dello sviluppo sostenibile, del contrasto alla ‘ndrangheta, della sanità di eccellenza per tutti, dell’istruzione e della ricerca come priorità assolute; valori che uniscono progressisti e riformisti”. La chiosa del comunicato sulla prescelta, che ironia della sorte si chiama Ventura, è un segnale all’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio (Pd), nel contempo impegnato in conferenza stampa per riunire “progressisti e riformisti” del territorio, per ricordare alle segreterie “romane” del Pd e del Psi che c’erano una volta le primarie.
“Le elezioni si vincono e si perdono”, ricordava Massimo D’Alema. E in questo caso sembra proprio che Conte, Letta e Speranza si siano prodigati per straperdere: perché hanno deciso tra di loro a Roma; perché non hanno considerato la concorrenza elettorale di Luigi de Magistris, che ha il vento in poppa e potrebbe arrivare secondo dietro a Roberto Occhiuto del centrodestra. Infine perché in politica la Ventura non è conosciuta. Peraltro la candidata avrebbe un fratello che, secondo la testata on line Iacchitè, sarebbe “stato rinviato a giudizio con le accuse di associazione a delinquere e corruzione per l’inchiesta Passepartout della Dda di Catanzaro”. Ma questa vicenda, pur se confermata, non c’entra con la Ventura, che in quattro mesi – con la lunga estate calabra di fatto uno, prima del voto di ottobre – deve crearsi una visibilità e una storia politica che non ha, tra l’altro con un Movimento 5 Stelle che laggiù viaggia tra l’1 e il 3% e un Pd spaccato in mille pezzi, il cui elettorato virerà in larga misura su de Magistris.
La Cristallo non ha perso tempo per commentare. “Le modalità di indicazione testimoniano una corsa alla conservazione – ha detto – incardinata all’interno di rendite di potere, asserragliate in fortilizi clientelari e parassitari”. “Non rappresenta cioè quella generosa tensione ideale e quello sforzo collettivo che avrebbero potuto generare liberazione e riscatto”. Tradotto dal corallese, significa che le Sardine – che in Calabria hanno percentuali da prefisso telefonico – sosterranno, salvo accordi successivi, la candidatura del sindaco di Napoli. Il quale è più performante, anche perché sta costruendo liste con esponenti di rilievo dell’ambientalismo e dell’impegno civile. E in primo luogo perché la sua narrazione contro i partiti e il suo giustizialismo incontenibile gli stanno facendo guadagnare numerosi consensi, tra ex grillini e scontenti del Pd.
Ma la stoccata pesante a Conte, Letta junior e Speranza l’ha data l’imprenditore e testimone di giustizia (sotto scorta) Antonino De Masi, che alle regionali del 2020 si era speso in prima persona per la candidatura a presidente di Filippo Callipo, benedetta da Nicola Zingaretti. Secondo De Masi, “la classe politica calabrese dovrebbe dimostrare intanto di non avere continuità con il passato, facendo sì che i partiti selezionino una nuova classe dirigente tra i giovani”. De Masi ha aggiunto che la politica calabrese deve “occuparsi immediatamente della sanità pubblica, rimettendola in condizione di dare servizi ai cittadini anche nei luoghi periferici e facendo emergere le storture e le illegalità che ruotano intorno al sistema sanitario calabrese ed i malsani rapporti tra politica e sanità privata”. È un messaggio non cifrato rivolto anzitutto al Pd, che non ha voluto rigenerarsi e che ha rinunciato a giocare la partita alle regionali calabresi: evitando di allargare la coalizione e di scommettere su un candidato forte del territorio.
Il centrodestra punta invece su Roberto Occhiuto, in tandem con l’attuale presidente facente funzioni della Regione, Antonino Spirlì, che in caso di vittoria, scontata, diventerà vicepresidente.
I giochi sono fatti, ma resta da capire il vero motivo del suicidio elettorale dei giallo-rossi. In attesa che il rebus sia risolto, forse suonano come un monito le seguenti parole dello scrittore Corrado Alvaro. “Il meridionale – osservava – ha un tale desiderio del potere, poiché non conoscendo una libera società dipende tutto dai potenti, che è entusiasta del potere qualunque esso sia”.
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