Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) ha vinto le Elezioni Regionali in Catalogna, o quantomeno questo è quello che emerge dai primi risultati espressi dagli exit poll alla chiusura dei seggi in tutto il territorio catalano: il partito di Oriol Junqueras e del candidato presidente uscente Generalitat Pere Aragonès potrebbe aver preso 36-38 seggi sul totale di 135 del Parlamento catalano che assieme al terzo movimento giunto alle urne – i 30-33 seggi di JxCat-Borras – comporrebbero la maggioranza assoluta delle forze separatiste, esattamente come avvenuto nell’ultima legislatura catalana.
Al secondo posto, con raddoppio di posti rispetto alle Elezioni di 3 anni fa, il partito socialista di Catalogna con il candidato Illa, braccio destro del Premier spagnolo Pedro Sanchez: 34-36 seggi per Psc. Sul fronte centro-destra invece il Partito Popolare si ferma a 4-5 seggi in parlamento, Ciudadanos – che aveva vinto le precedenti elezioni con 36 seggi – invece crolla con soli 6-7 seggi guadagnati, l’80% rispetto al 2018: entra invece di “prepotenza” nella Generalitat il partito di destra Vox con 6-7 seggi, non esistevano tre anni fa nelle Elezioni in Catalogna. Bassissima l’affluenza ai seggi, complice la pandemia Covid: alle 18 avevano votato il 45,7 per cento degli elettori, 22,5% in meno rispetto alle regionali del 2017. Va anche detto che oltre 250mila catalani hanno votato per posta, elemento tra l’altro determinante per definire nei prossimi giorni l’esatta composizione di seggi e risultati.
SONDAGGI E PREVISIONI A BARCELLONA
Servirà tempo probabilmente, qualche giorno almeno, ma i risultati delle Elezioni regionali in Catalogna potrebbero consegnare uno scenario cruciale non solo per il governo locale della regione più “tumultuosa” della Spagna, ma per l’intero Paese iberico a 4 anni dal sanguinoso referendum che segnò la rottura quasi totale tra Madrid e Barcellona. Dopo le dimissioni del Presidente della Catalogna – Quim Torra (Junts per Catalunya, centrodestra) – per condanna giudiziaria, si rinnova nelle urne di oggi il Parlamento (Generalitat) che eleggerà poi il nuovo Presidente dopo le giunte Puigdemont e, per l’appunto, Torra.
Tre partiti si contendono il primato dei sondaggi finora, con il Psc (Partito Socialista Catalano) che sale al 22% alla vigilia davanti ai separatisti di Junts (Cdx, al 20,4%) e Erc (Sinistra catalana, al 20,1%), con esiti finali tutt’altro che certi: gli indecisi, i timorosi per il Covid-19 – in Catalogna si vota in fasce d’orario, con i positivi al Covid e i cittadini in isolamento fiduciario che potranno andare ai seggi dalle 19 alle 20 – e i voti postali previsti in massa, porteranno probabilmente i risultati di queste Elezioni in ritardo per giorni.
ELEZIONI CATALOGNA: LA POSTA IN GIOCO
Dalle urne però potrebbero uscire due scenari sostanzialmente opposti: se dovesse vincere il candidato forte di Pedro Sanchez (Premier spagnolo, socialista) – Salvador Illa – si metterebbe da parte dopo anni lo scontro fortissimo tra Madrid e Catalogna con la possibilità dello spostamento storico del Senato di Spagna dalla capitale a Barcellona come segno di pacificazione nazionale dopo anni di battaglie indipendentiste-secessioniste. «Dobbiamo voltare pagina in Catalogna dopo aver perso un decennio», ha rilanciato prima del voto il candidato Psc. Se invece dovesse vincere il fronte – comunque diviso oggi – degli autonomisti, il riaccendersi delle fratture tra la Corona e la Generalitat sarebbe nuovamente infuocato: «se vinceremo, amnistia e nuovo referendum», ha dichiarato alla Stampa l’esiliato ex presidente catalano e leader del partito Junts per Catalunya Puigdemont.
I rivali indipendentisti – Laura Borràs (Juntos) e Pere Aragonès (Erc) – hanno stretto un patto con gli altri gruppi separatisti di Cup e PedeCat per non formare alcun alleanza con il Psc, anche se il Governo nazionale di Sanchez poggia sui voti proprio delle due formazioni minoritarie degli autonomisti catalani. Per questo motivi, gli scenari possibili nei risultati delle Elezioni in Catalogna sono sostanzialmente quattro: la vittoria dei socialisti di Illa; un nuovo voto dato lo stallo che potrebbe crearsi dopo questa tornata elettorale; una Generalitat di nuovo espressione dei partiti separatisti, ma dalla convivenza difficile vista la prevalenza dei massimalisti di JxCat; oppure con un Erc maggioritario che pure non rinuncerebbe alla battaglia del referendum di autodeterminazione ma con politiche opposte a quelle del Cdx di Borràs-Puigdemont. Secondo un ultimissimo sondaggio mentre le urne sono ancora aperte in Catalogna, solo il 44% dei catalani vorrebbe separarsi dalla Spagna visto anche il fallimento e la guerra civile esplosa 4 anni fa.