In vista delle Elezioni Politiche 2022, in programma domenica 25 settembre, Giuseppe Conte e Matteo Renzi continuano a scontrarsi a distanza sul tema del reddito di cittadinanza. Il leader del M5S ha tenuto ieri un comizio a Palermo e dal palco ha lanciato un attacco diretto al numero uno di Italia Viva. “Venga qui in Sicilia, senza scorta, a dire che il sussidio non serve. Dica che in Italia non serve un sistema di protezione sociale. Non si nasconda”, ha detto come riportato da Agi.
E ha continuato a puntare il dito: “Renzi parla di vergogna per il reddito di cittadinanza ma se parla di vergogna lui che da senatore prende 500 euro al giorno. Non scherziamo. Non si vergogna lui che si è fatto pagare dagli arabi e ha fatto una marchetta sul rinascimento saudita”. Le parole dell’ex Premier Giuseppe Conte sono state pesanti ed hanno inevitabilmente scatenato un polverone mediatico, con la risposta di Matteo Renzi che non è tardata ad arrivare.
Elezioni, Conte vs Renzi: “Vieni in Sicilia a dire che Rdc non serve”. La risposta del leader di Italia Viva
I toni della replica di Matteo Renzi a Giuseppe Conte sul tema del reddito di cittadinanza in vista delle Elezioni Politiche 2022 sono stati altrettanto accesi. Il leader di Italia Viva ha sottolineato infatti come l’attacco dell’ex Premier sia suonato come una minaccia alle sue orecchie. “Ti devi vergognare pensando che qualcuno possa picchiarmi. È incredibile questo modo di fare che inneggia alla violenza, Conte sei un mezzo uomo, abbi il coraggio di fare un confronto civile, questo è un linguaggio da mafioso della politica”, ha detto come riportato da Agi.
E ha aggiunto: “Non è mai successo nella storia repubblicana che Berlusconi abbia detto a Prodi vieni senza scorta in piazza e ti facciamo vedere noi. È il linguaggio di Trump, lesivo delle istituzioni. Conte istiga alla violenza e all’odio verbale. Io ho decine di minacce di morte sul telefono da persone che dicono ‘Ci vediamo a Palermo’. Se in piazza succede qualcosa io considero responsabile morale e mandante il signor Giuseppe Conte. C’è una deriva trumpiana di Conte, evoca Capitol Hill”.