Se col Referendum il successo è arrivato (da condividere però con Lega, FdI e Pd) e con le Regionali il flop è confermato, anche con le Elezioni Comunali il M5s non può certo cantar vittoria: anche osservando i primi spogli delle Amministrative 2020, appare chiaro come il Movimento 5 Stelle sia fuori dagli eventuali ballottaggi di tutti i 18 capoluoghi di provincia al voto (oltre a non aver vinto neanche un primo turno, ndr). Caso simbolico ma che fa intuire la fortissima difficoltà del M5s ad avere affermazioni su scala territoriale, è Pomigliano d’Arco: nel “feudo” di Luigi Di Maio, il candidato comune di Pd-M5s Gianluca del Mastro non sembra farcela secondo i primi dati emersi tra proiezioni e exit poll. «Abbiamo meno soldi da spendere perché noi ci autofinanziamo rispetto agli altri partitoni: ma alle Politiche noi andiamo sempre bene, come dimostra anche il Referendum di ieri», ha commentato l’ex Ministro Mit Danilo Toninelli intervenuto a Radio Anch’io stamane. (agg. di Niccolò Magnani)
LA RESA DEI CONTI NEL M5S
Il primo ad uscire davanti alle telecamere per commentare il risultato delle elezioni, in particolare del referendum sul taglio dei parlamentari è Luigi Di Maio. Il tentativo è quello di intestarsi la vittoria del Sì: giusto che avvenga visto che l’ex capo politico è stato uno dei grandi registi dell’operazione. Ma i più malevoli, col senno del poi, leggeranno nella scelta di presentarsi in conferenza stampa prima degli altri leader la volontà di anticipare domande scomode sull’esito delle Regionali. Per i grillini va male praticamente ovunque, con un tracollo che non può essere spiegato con la narrazione di un MoVimento che storicamente fatica a livello locale. Ci proverà poco dopo il reggente Vito Crimi, ammettendo che il risultato “è stato inferiore rispetto alle precedenti elezioni” ma da domani “parte il percorso per nuove sfide e obiettivi”. La sensazione è che prima ancora scatterà la resa dei conti interna. Ne dà un assaggio Ignazio Corrao, l’europarlamentare vicinissimo ad Alessandro Di Battista, che picchia duro: “Oggi si registra una disfatta senza precedenti del M5S, che dopo aver dimezzato le percentuali alle europee l’anno scorso continua a correre a velocità spedita verso il fondo”. Dello stesso avviso Barbara Lezzi, che parla di “assoluto disastro” e chiede la convocazione degli stati generali “prima di arrivare al 5% o addirittura all’estinzione”. (agg. di Dario D’Angelo)
M5S, VITTORIA AL REFERENDUM: MA LE REGIONALI…
Elezioni e Referendum, come è andata al M5s? I risultati sono ormai assodati ed è tempo di bilanci in casa pentastellata. Come facile prevedere, i grillini hanno piazzato la bandierina sulla vittoria del Sì al Referendum Costituzionale sul taglio dei parlamentari, storica battaglia del Movimento. Grande entusiasmo sui social network, in prima linea l’ex leader politico, oggi ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Voglio dire che la vittoria del Sì mi rende felcie e orgoglioso come cittadino italiano: era da 20 anni che l’Italia non raggiungeva un risultato simile. Oggi siamo di fronte a cittadini italiani che in maggioranza hanno detto sì alla nostra proposta: è un segnale positivo, di riavvicinamento tra politica e cittadini. Il risultato non era assolutamente scontato, soprattutto negli ultimi giorni. Questa è una vittoria di tutto il Paese, una vittoria del popolo, quel popolo che ho incontrato e che non ci ha mai fatto perdere la speranza di vincere questo Referendum». Ma le gioie terminano qui per il M5s…
ELEZIONI-REFERENDUM: COM’É ANDATA AL M5S?
La vittoria del Sì al Referendum era scontata, leggermente più sorprendente è la dimensione della sconfitta patita dal M5s alle Elezioni Regionali. Storicamente poco protagonisti alle elezioni locali, i grillini in questa tornata di Regionali hanno incassato clamorose debacle: zero vittorie e grandi distacchi dai partiti vincitori. In Liguria, unica Regione con candidato comune con il Partito Democratico, è arrivata la nettissima vittoria del Centrodestra con il presidente uscente Giovanni Toti. Se in Puglia è stata superata la soglia del 10%, il M5s ha raccolto il 9% nelle Marche, il 7% in Toscana e poco più del 3% in Veneto. Risultati netti, che non lasciano spazio a scusanti. Se Nicola Zingaretti ha accusato i vertici del Movimento di non aver voluto un’alleanza più stretta, Luigi Di Maio non è stato da meno: «Ovviamente non faccio mistero del fatto di aver sempre detto che potevano essere organizzate diversamente, con un’altra strategia, ma su questo voglio sempre ribadire la mia piena fiducia a Vito Crimi ed a tutti coloro che hanno lavorato alla composizione delle liste».
ELEZIONI-REFERENDUM, MARETTA IN CASA M5S
I pessimi risultati registrati alle Elezioni Regionali hanno aperto le discussioni in casa pentastellata. Nessuna crisi o scissione in vista, ma è necessario aprire un serio confronto. Questo l’auspicio di Sergio Battelli, presidente della Commissione Politiche Ue della Camera: «Il M5S oggi o cambia o va incontro a una crisi profonda che potrebbe non essere più curata. E quando parlo di cambiamento, parlo di cambiare tutto. La perdita di così tanti voti è dovuta al fatto che il M5S non sa più parlare alle persone. Sediamoci tutti, facciamo degli stati generali veri: non accetterò blitz su questo tema. Ci vuole un approfondimento chiaro, dalla governance alla struttura, passando per il rapporto con i territori e gli attivisti», le sue parole ai microfoni di Adnkronos. Intervenuto su Facebook, l’europarlamentare Ignazio Corrao ha invocato la convocazione del Congresso: «L’unica cosa che possiamo fare e’ pretendere un Congresso immediato e democratico, aperto fisicamente ad attivisti e portavoce locali, in cui si fissino velocemente nuovi obiettivi, visioni ed idee, nuove strutture e nuove persone che debbano perseguirli, ringraziando chi ha portato avanti il programma fino ad oggi. Se non si svolta immediatamente e si va avanti cosi’, il futuro del fu M5S e’ qualcosa di simile all’Udeur».