La mia candidatura alle elezioni regionali nel collegio di Bologna e provincia in Emilia-Romagna il prossimo 17 e 18 novembre 2024, è una responsabilità che ho deciso di assumermi in prima persona assecondando la richiesta insistente di tante amiche ed amici che mi hanno chiesto di non stare più “al balcone”, come ci disse Papa Francesco a Cesena il 1° ottobre 2017 nella sua ultima visita in Emilia-Romagna, e le sue parole a Trieste, a luglio scorso per la Settimana sociale dei cattolici, sono state per me motivo di meditazione e decisione per scendere in campo prendendo sul serio le tante sfide che arrivavano e mettendo a disposizione le mie competenze, candidandomi a sostegno di Michele de Pascale, candidato alla Presidenza della Regione.
Impegnarmi in politica, per un bene più grande, per un bene maggiore comune a tutti, personale ma non individualista e che fa appello non all’io bensì al noi: un progetto nuovo, riformista, moderato, di dialogo civico avendo come assi portanti, e riferimenti ideali imprescindibili, la sussidiarietà e la solidarietà, lo sviluppo del turismo e della logistica sostenibile, delle piccole e medie imprese e di miglioramento infrastrutturale del territorio perché i nostri distretti industriali possano crescere.
Ho scelto come slogan della mia campagna elettorale “In cammino per un Bene Maggiore” perché credo fortemente nella ricerca del massimo comune multiplo, al contrario ritengo che la parola “minimo” comune denominatore sia deprimente e suoni un po’ come un accontentarsi, così come reputo fuori luogo i concetti divisivi usati nei toni della campagna elettorale; perché farlo, quando si può moltiplicare (l’amore, il bene, l’impegno, le risorse, le possibilità, i rapporti, le reti), unire, costruire ponti?
Il massimo è quello che desidero per l’Emilia-Romagna: camminare verso un bene comune, un bene maggiore. Il terremoto, le alluvioni, la pandemia hanno evidenziato la nostra fragilità. Siamo più forti di questi solo se stiamo insieme, perché siamo tutti sulla stessa barca e insieme dobbiamo salvarci, governo e popolo, centro e periferia, chi ha di più e chi ha di meno. Alla voce “resilienza” ci siamo noi emiliano-romagnoli.
Desidero impegnarmi per la nostra Regione, che deve certamente essere sempre in testa a tutte le classifiche, ma per mantenere l’eccellenza deve mettersi in discussione e sempre cambiare e migliorarsi, per costruire cose nuove, innovare e sviluppare senza paura le leggi e le politiche anche del passato.
Mi candido come tecnico, civico, non perché contro i partiti, ma perché il mio impegno costante e attuale è per i cives, per le persone, le più bisognose per prime, per le imprese che garantiscono lavoro e sviluppo, per la mia terra, per renderla più bella e vivibile, per i figli e i nipoti.
In un clima dominato spesso dal populismo, dalla demagogia e dall’antipolitica, sostengo un’idea di buona politica, per sostenere gli ambiti di costruzione e di creatività sociale di tutti e di ciascuno, per identificare, con chi li anima, nuove modalità di risposta ai bisogni e opportunità di sviluppo sussidiario, per liberare le forze sociali positive.
La sussidiarietà è il metodo ed il valore cardine a cui mi sono sempre ispirato nelle mie attività e che oggi intendo contribuire ad affermare nelle politiche pubbliche future della Regione: lo abbiamo inserito nel programma della nostra lista civica e proposto in quello di coalizione che lo ha recepito chiaramente.
Gli obiettivi sintetici del mio programma saranno il sostegno deciso alla sussidiarietà non come principio programmatico meramente ideale, ma come metodo fattivo di realizzazione delle politiche pubbliche, alla piena attuazione e valorizzazione del Codice del Terzo settore nelle sue forme espressive più innovative come la co-programmazione e la co-progettazione, all’associazionismo sia a livello imprenditoriale sia a livello di volontariato, ad un’idea di welfare di comunità inclusiva e incentrata sulla persona ed i suoi bisogni e che vede nella Fondazioni di comunità uno degli strumenti essenziali per la sua attuazione, alla vocazione all’accoglienza e all’ospitalità dell’Emilia-Romagna, alla valorizzazione della formazione e a trattenere i nostri giovani con politiche della casa e del lavoro adeguate.
Tra i miei obiettivi principali c’è la convinzione che Bologna possa diventare città della Pace e del dialogo, della solidarietà attiva, di incontro e crescita, perché culla dell’Alma Mater Studiorum, capace di eccellere grazie al sistema di imprese e persone, enti e istituzioni, sempre in cerca di innovazione e nel perseguimento del bene comune.
Mi candido nella lista “Civici, per Michele de Pascale Presidente”, perché è un amico che stimo da anni, che ho visto lavorare, ascoltare e, soprattutto, ben amministrare.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.