A pochi giorni dalle votazioni per le Elezioni Europee 2019 la Cassazione fa sapere che i seggi per gli eurodeputati in quota Italia potrebbero variare anche dopo i risultati del prossimo 26 maggio: se dovesse avere seguito la Brexit infatti, le assegnazioni dei seggi di tutti i 27 Paesi Ue subirebbero modifiche in rialzo. In particolare gli europarlamentari spettanti all’Italia verrebbe aumentato da 73 a 76: «Soltanto 73 europarlamentari, però, si insedieranno subito, in quanto i restanti 3 potranno farlo solo dopo che l’addio della Gran Bretagna dall’Unione europea sarà avvenuto giuridicamente» fa sapere l’Ufficio Elettorale Nazionale della Corte di Cassazione. Nello specifico, vengono identificati anche i criteri coi quali verranno individuati i tre parlamentari eletti “in più” dopo l’ottenimento della Brexit: in primis, individuazione delle tre liste che a livello nazionale hanno ottenuto seggi con i minori resti utilizzati o, in mancanza, con i minori resti non utilizzati. Secondo e ultimo criterio consiste invece nella «sottrazione ad ognuna di dette tre liste di un seggio, individuato nell’ambito delle tre circoscrizioni cui è stato assegnato un seggio supplementare per effetto dell’aumento dei parlamentari da 73 a 76», conclude la Cassazione non prima di specificare «qualora le tre liste abbiano ottenuto seggi in ognuna delle tre circoscrizioni così individuate, si sottrarrà un seggio per circoscrizione cominciando da quella in cui lo stesso è stato ottenuto, da una qualsiasi delle tre liste, con il decimale più basso o, in mancanza, con la minore parte decimale del quoziente di attribuzione non utilizzato. Ove una o più liste non abbiano ottenuto seggi in tutte e tre le circoscrizioni, si comincerà dalla lista o dalle liste che ne hanno avuti in una sola o in due delle tre circoscrizioni interessate dall’aumento dei seggi. Nel caso in cui a seguito dell’applicazione dei criteri di cui sopra, rimanessero ancora dei seggi da individuare, essi saranno ricercati nelle circoscrizioni in cui le liste interessate abbiano comunque ottenuto seggi».



L’EUROPARLAMENTO: VOTO E FUNZIONI

Il 26 maggio gli elettori italiani e degli altri 27 Paesi Ue voteranno per le Elezioni Europee 2019: i 73 candidati eletti in Italia e i 751 in totale andranno a comporre il nuovo Europarlamento dove decisiva sarà la nuova maggioranza che è incaricata di votare, come primo atto, il Presidente della Commissione Europea. E inevitabile che nel “marasma” di campagna elettorale, preferenze e candidati europarlamentari spesso si perda la “bussola” in merito a cosa e per cosa si sta votando: ma nel percorso di avvicinamento al voto di domenica, rendere più “fluida” la comprensione almeno a livello generale di quali sono gli organi (e come funzionano) che dirigono la comunità europea. Come bene ricorda il portale dell’Unione Europea, il Parlamento europeo è l’istituzione Ue dotata di potere legislativo, insieme al consiglio dell’Unione europea: in quanto unica vera istituzione europea eletta direttamente dagli elettori, «esercita il controllo democratico sulle altre istituzioni Ue. Oltre a esprimersi sul bilancio e sulle proposte legislative insieme al consiglio dell’Ue, ha un ruolo fondamentale nell’approvazione della commissione». La Commissione Europea è il vero organo direttivo e con potere politico dell’Europa ma sono gli europarlamentari a poter revocare in qualsiasi momento il potere e le cariche del futuro nuovo Presidente di Commissione.



ELEZIONI EUROPEE 2019: TUTTI GLI ORGANI UE

Attenzione però, in Europa non solo l’Europarlamento ha un ruolo e una funzione fondamentale: capiterà in questi giorni di ultime campagne elettorali per Elezioni Europee di imbattersi in nomi di altri organi che non si è mai compreso per bene quali funzioni abbiano e soprattutto quali distinti ruoli ottengono nello scacchiere europeo. Proviamo a vedere i principali: il Consiglio Europeo, ad esempio, definisce l’orientamento politico generale e le priorità dell’Unione Europea, composto da tutti i capi di stato Ue (e diretto oggi da Donald Tusk). Il Consiglio dell’Unione Europea è invece formato dai ministri dei Governo di ciascun Paese a seconda delle materie di competenza: serve a dar voce dei governi dei paesi dell’UE, adotta gli atti normativi dell’UE e ne coordina le politiche. La Commissione Europea è invece quell’organo che promuove l’interesse generale dell’UE proponendo la legislazione e assicurandone il rispetto e attuando le politiche e il bilancio dell’UE: è composto da un gruppo di commissari eletti uno per ciascuno Paese Ue. Altri organi sempre citati sono la Corte dei Conti Europea – «controlla che i fondi dell’UE siano raccolti e utilizzati correttamente, e contribuire a migliorare la gestione finanziaria dell’UE» – e ovviamente la Banca Centrale Europea che è responsabile di tutta la politica monetaria dell’Europa unita.