L’elemento di novità delle ultime ore per quanto riguarda le elezioni Europee dei Paesi Bassi, le prime insieme a quelle del Regno Unito, sono gli exit poll effettuati dall’istituto Ipsos che danno il partito Laburista di Franz Timmermans al 18,4% e partito più votato d’Olanda. Un clamoroso ribaltamento di prospettiva rispetto ai sondaggi delle ultime ore che potrebbe essere letto come un buon auspicio dagli elettori del Partito Democratico. Proprio Frans Timmermans, infatti, è il candidato presidente della Commissione Europea del Partito Socialista Europeo, di cui fa parte anche il Pd. Secondo le dichiarazioni di voto dei cittadini olandesi all’uscita dai seggi, il tonfo più inatteso sarebbe stato quello dell’euroscettico Geert Wilders, alleato in Italia di Matteo Salvini, che con il 4,1% del suo PVV porterebbe a Bruxelles un solo deputato contro i 4 del 2014. Per i dati ufficiali bisognerà in ogni caso attendere domenica sera, quando chiuderanno gli ultimi seggi in tutta Europa. (agg. di Dario D’Angelo)



EXIT POLL OLANDA: AVANTI I LABURISTI

Occhio a queste elezioni Europee perché possono riservare sorprese clamorose. E’ questo l’insegnamento che si evince dai primi exit poll diffusi in Olanda ad ormai meno di un’ora dalla chiusura dei seggi. Gli elettori dei Paesi Bassi intervistati dopo aver votato dall’istituto Ipsos hanno detto per la maggior parte di aver premiato il Partito Laburista, che stando a questi numeri (che lo ricordiamo, non sono voti reali ma dichiarazioni di voto dunque suscettibili di errore) sarebbe con il 18,4% dei consensi il primo partito dei Paesi Bassi. Un risultato a dir poco clamoroso se si pensa che tutti i sondaggi della vigilia indicavano un testa a testa tra il partito euroscettico Forum per la Democrazia (FvD) e quello centrista del primo ministro Mark Rutte, dati rispettivamente al quarto e al secondo posto. Il Partito Laburista ha la sua guida in Frans Timmermans, candidato presidente della Commissione Europea del Partito Socialista Europeo. (agg. di Dario D’Angelo)



#DENIEDMYVOTE

Theresa May al voto per le elezioni europee. La premier britannica si è recata al seggio per votare per l’Europarlamento. Un voto sotto pressione per May, che oggi ha annunciato il rinvio della discussione sul Brexit withdrawal bill, la legge di implementazione dell’uscita del Regno Unito dall’Ue. Intanto è scoppiato il caso #DeniedMyVote in Gran Bretagna. Questo è uno dei principali argomenti di tendenza su Twitter oggi pomeriggio: molti cittadini europei residenti in Gran Bretagna hanno dichiarato di non poter votare, nonostante si siano registrati per farlo. E quindi hanno sfogato la loro rabbia sui social. In molti hanno dichiarato di aver compilato e consegnato il modulo per poter votare prima della scadenza del 7 maggio, ma sono stati respinti e quindi non possono recarsi alle urne. Stando a quanto riportato da SkyNews, il processo di registrazione per i cittadini dell’Ue si è rivelato complicato. (agg. di Silvana Palazzo)



LEADER OLANDESI AL VOTO

Olanda e Gran Bretagna al voto per le elezioni europee. Il primo ministro Mark Rutte, leader del partito popolare per la Libertà e la Democrazia, ha votato all’Aia nella nona tornata elettorale del Parlamento di Strasburgo a cui partecipa l’Olanda. In cabina elettorale anche Jesse Klaver, il nuovo carismatico leader della Sinistra Verde: si è presentato al seggio con il figlio neonato avvolto in una fascia. Ha già votato anche il giovanissimo leader del partito Democratici 66, che ha votato in provincia, dove è più altro il rischio di affluenza che nel 2014 fu solo del 37,3 per cento. Ha votato Geert Wilders, leader del Partito per la Libertà reduce dal palco sovranità di Milano. Come Rutte, risiede e vota nella città sede del parlamento. Sul modello della Brexit aveva lanciato la campagna per la “Nexit”. Lui e la sua leadership nell’estrema destra olandese sono state messe in ombra nel 2016 dall’ascesa di Thierry Baudet, leader del Forum della Democrazia (FvD), partito di estrema destra populista che appare meno “duro”. (agg. di Silvana Palazzo)

L’APPELLO DI CORBYN

Entrano nel vivo le elezioni europee 2019. Da stamane si vota in due stati membri, leggasi Olanda e Gran Bretagna, e ovviamente, non ce ne vogliano gli amici orange, la massima attenzione è rivolta a quello che succederà a Londra. Il Regno Unito va alle urne in un clima surreale, visto che a breve lo stesso potrebbe uscire definitivamente dall’Unione Europea, a tre anni dal famoso referendum del 2016. In questi 36 mesi è successo di tutto, e la sensazione circolante è che dalle parti di Londra ne vedremo ancora delle belle. Intanto i sondaggi danno il neonato partito Brexit Party di Nigel Farage come il vincitore annunciato con il 30/40% di consensi. Al secondo posto dovrebbero piazzarsi i Liberal democratici di Vince Cable, che sono invece contrari all’uscita della Gran Bretagna e che spingono per un secondo referendum. Intanto il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, si è lanciato in un appello via video, in cui ha spiegato: «L’estrema destra avanza, il Regno Unito è a un bivio, ciò che facciamo adesso avrà conseguenze sul futuro». Difficile comunque interpretare le parole del nemico numero uno di Theresa May, proprio per via del fatto che la permanenza della Gran Bretagna in Ue ha i giorni contati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ELEZIONI EUROPEE 2019, OLANDA E GRAN BRETAGNA: SI VOTA

Sono già iniziate le elezioni europee 2019. A differenza dell’Italia, dove si voterà nella giornata di domenica, 26 maggio, in Olanda e in Regno Unito il popolo è chiamato a votare quest’oggi, giovedì 23 maggio. Urne aperte quindi in Gran Bretagna, con il via che è scattato alle ore 7:00 locali, quando in Italia erano le 8:00, quindi poco meno di due ore fa. La tornata elettorale durerà un giorno e si chiuderà alle 23:00 italiane, quando dalle parti di Londra saranno le 22:00. Come detto in apertura, si voterà anche nei Paesi Bassi, con i seggi che sono stati aperti alle 7:30 di stamane e che si chiuderanno alle 21:00 di questa sera. Senza dubbio merita attenzione la situazione della Gran Bretagna, al voto nonostante l’uscita dall’Unione Europea prevista nei prossimi mesi (anche se la data non è ancora certa). Tra l’altro il Regno Unito prevede un numero di seggi nel parlamento europeo pari a 73, gli stessi dell’Italia e i terzi in assoluto in Ue dopo Francia e Germania. Insomma, un peso politico non indifferente per una nazione che non ha alcuna voglia di rimanere nel gruppo degli stati membri. Per quanto riguarda l’Olanda, invece, sono 13.5 milioni gli olandesi chiamati alle urne, e in vantaggio sembrerebbe esservi Thierry Baudet, un cosiddetto “euroscettico”, favorito sul primo ministro Marke Rutte. I risultati verranno resi noti solamente domenica sera, quando si chiuderanno le operazioni di voto in tuta l’Unione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ELEZIONI EUROPEE 2019, GRAN BRETAGNA E OLANDA

Elezioni Europee 2019, Gran Bretagna ed Olanda al voto oggi, giovedì 23 maggio 2019: c’è grande curiosità di scoprire i risultati in due dei Paesi più enigmatici dell’Ue. Nona tornata per il Parlamento europeo, queste elezioni rappresentano un punto di svolta per i due Paesi che voteranno per primi: nonostante ciò, anche loro inizieranno lo spoglio dei voti alle 23:00 del 26 maggio, in modo da rendere lo scrutinio una procedura simultanea in tutta l’Unione. Ricordiamo inoltre che Gran Bretagna e Olanda votano con due sistemi elettorali diversi: il primo con un sistema proporzionale con liste bloccate, il secondo con un sistema proporzionale con la possibilità di esprimere voti di preferenza. Il Regno Unito è reduce dal caos Brexit, con Theresa May in grande difficoltà con il suo partito e con l’opposizione: evidente come sia il futuro del Paese in Europa o non il punto centrale della campagna elettorale, con Farage, May e Corbyn che hanno spinto soprattutto su questo tema nel corso della campagna elettorale. I Paesi Bassi devono fare i conti con un doppio sovranismo che ha causato grandi scontri a livello politico. A dividere il mondo politico ad Amsterdam sono tre le argomentazioni centrali: la lotta al cambiamento climatico, l’immigrazione e la percezione degli elettori di un governo distante. Temi che disegnano da quadro simile a quello italiano, soprattutto riguardo gli ultimi due punti.

RISULTATI ELEZIONI EUROPEE 2019 IN DIRETTA, GRAN BRETAGNA

Elezioni Europee 2019, oggi sarà il giorno della verità per la Gran Bretagna e per Theresa May, anche se gli ultimi sondaggi disponibili hanno tracciato un quadro ben preciso della situazione a Londra. E il primo ministro sembra destinato a una clamorosa debacle, con il Brexit Party di Nigel Farage pronto a fare il pieno di voti: le ultime rilevazioni dei sondaggisti del Daily Telegraph parlano del 32% per il movimento a favore dell’uscita dall’Unione Europea. Il fronte del Leave, che sostiene la permanenza nell’Unione Europea e spinge per un secondo referendum, si attesterebbe attorno al 35 per cento, ma comprende più partiti che non rispecchiano neanche quella quotazione: Liberal Democratici (15%), Verdi (7%) e Change UK (4%). Sia Tempi duri invece per Conservatori che Laburisti: il partito di Theresa May è dato tra il 10 e il 15%, quello di Corbyn tra il 15 e il 20%.

RISULTATI ELEZIONI EUROPEE 2019, OLANDA: LA DIRETTA

Elezioni europee 2019, anche in Olanda la tornata elettorale rappresenta un banco di prova per il Governo di Mark Rutte ad appena due mesi di distanza dalle elezioni politiche. E gli ultimi sondaggi disponibili non sorridono all’esecutivo e presentano un elettorato nettamente spaccato: partendo dai partiti di sinistra, Sp all’8%, Gl al 12%, Pvda al 9%; il post-ideologico Fvd è all’11%, mentre i socia liberali di D66 si fermano al 7%; come evidenzia Affari Italiani, il Pvv di destra non va oltre l’11%, mentre i centristi Cda e Cu sono rispettivamente al 5 e al 7 per cento. Il movimento di Rutte è in calo di sei punti percentuali, ma si conferma per poco ancora il primo partito d’Olanda. Il Pvv di Wilders accusa il colpo e scende del 2%, mentre da segnalare la crescita esponenziale del Forum per la democrazia di Thierry Baudet, +9% rispetto a due mesi fa.

ELEZIONI EUROPEE IN IRLANDA: SI VOTA IL 24 MAGGIO

Il 24 maggio le elezioni Europee coinvolgono un Paese geograficamente vicinissimo al Regno Unito di cui abbiamo parlato finora: l’Irlanda. Rispetto ai loro vicini, però, gli irlandesi hanno nei confronti dell’Unione Europea un atteggiamento ben più fiducioso, come si evince dai risultati dell’ultimo Eurobarometro. Questo lo si deve al fatto che Bruxelles nelle trattative della Brexit ha sempre mostrato di avere molto a cuore la tutela dei diritti irlandesi. L’Irlanda, con i suoi 4,8 milioni di abitanti è uno degli Stati membri più piccoli, e per questo eleggerà all’Europarlamento solo 13 deputati. Secondo gli ultimi sondaggi il Fine Gael, il partito di orientamento conservatore e liberale che fa riferimento al Partito Popolare Europeo (PPE) come la CDU della cancelliera tedesca Angela Merkel e Forza Italia di Silvio Berlusconi, otterrà il maggior numero di voti ottenendo circa il 30% dei consensi. Fianna Fáil, partito a sua volta conservatore ma diviso da Fine Gael per questioni relative alle lotte per l’indipendenza, è attestato poco più in basso al 24%, seguito al 20% da Sinn Féin, il partito della sinistra radicale. (a cura di Dario D’Angelo)

RISULTATI ELEZIONI EUROPEE, COME E’ ANDATA NEL 2014

In attesa di scoprire quali saranno i risultati del voto delle elezioni europee 2019 in Gran Bretagna ed Olanda, andiamo a vedere come finì cinque anni fa. Nel Regno Unito si presentarono ben 29 partiti, di cui solo 7 riuscirono ad ottenere seggi nell’Europarlamento. Grande risultato per il Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip), che con il 27,60% dei voti ottenne 24 seggi. Sulle sue tracce il Partito Laburista, 20 seggi con il 24,43%, tallonato dal Partito Conservatore, 19 seggi con il 23,05%. 3 seggi per il Partito Verde di Inghilterra e Galles (6,91%), 2 seggi per il Partito Nazionale Scozzese (2,37%). 1 solo seggio, invece, per i Liberal Democratici (6,61%). Per quanto riguarda i Paesi Bassi, anche nel 2014 l’elettorato si divise, con quattro partiti radunati in appena 4 punti percentuali: 5 seggi per il CDA (15,18%), 4 seggi per D66 (15,48%) e PVV (13,32%), 3 seggi per PvDa (9,64%) e VVD (12,02%). Risultati inferiori per gli altri partiti: 2 seggi per per SP, CU e GL, 1 seggio infine per il Partito per gli Animali.