Le elezioni europee tra poche ore e una Spitzenkadidatin, Ursula von der Leyen, finita (in sordina) davanti alla Procura europea accanto al Ceo di Pfizer Albert Bourla. È tutto rinviato al 6 dicembre prossimo, è vero, ma le imputazioni vanno dall’abuso di ufficio alla corruzione e al conflitto di interessi. Le cifre sono astronomiche: 71 miliardi in forniture di vaccini.



In Italia, stranamente, non se ne parla, a differenza di quello che accade dove il popolo è ancora sovrano. “Se l’Europa fosse una federazione come gli States” spiega al Sussidiario Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale all’Università Cattolica di Milano, “un fatto del genere basterebbe a polarizzare la campagna elettorale”. Invece una federazione l’Europa non lo è, è solo la sua replica funzionale, continua il giurista, una realtà dove “la nozione di libertà personale è molto più manipolabile, almeno quanto quella di sovranità”.



Oggi i partiti (italiani) che sostengono la von der Leyen a la sua alleanza dovrebbero, se fossero lungimiranti, far partire al più presto la Commissione parlamentare di inchiesta sul Covid-19 e tenere a mente una data, se la storia insegna: il 1999.

Professore, i contratti della Commissione sui vaccini sono stati secretati e lo sono tuttora. La “sovranità europea” c’è eccome: il sovrano – anzi, la sovrana – ha deciso. Trasparenza zero.

Per piacere, non apriamo questa porta. Negli ultimi giorni si è sentito dire che l’amministratore del condominio sarebbe il padrone di casa perché negli anni passati gli si è affidato il compito di gestire le parti comuni.



Non è un’enormità? Se nomino un amministratore la casa rimane mia, e la uso come voglio.

Infatti. È un giochino – o meglio, una tecnica di comunicazione – che funziona perché si parla di cose che la gente non tocca con mano come succede con i muri di casa. Se qualcuno le dicesse che scegliendo l’amministratore lei gli ha trasferito i diritti su casa sua, lei cosa direbbe? O si arrabbia, o si mette a ridere.

Perché, invece, a livello pubblico si insiste sull’idea del trasferimento di sovranità?

Perché la gente non ha chiaro cosa sia la sovranità. Eppure la sovranità di cui si parla oggi non è altro se non una evoluzione del diritto di proprietà dei monarchi di una volta sul regno. Solo che adesso, visto che i sovrani di una volta non ci sono più, e son passati i tempi, i proprietari del regno sono i cittadini.

Allora, parlare di trasferimento di sovranità…

Significa trasferire diritti dei cittadini senza che se ne accorgano, e far credere a chi non ha il tempo e il dovere di informarsi che ci sia una sovranità dell’UE come c’è una sovranità statale. Una volta la si chiamava propaganda per disinformazione, adesso si chiama comunicazione ingegnerizzata o Lawfare interno. Equivoci linguistici da diffondere nel pubblico. Banali, se vuole, ma mai casuali.

Negli Stati Uniti non c’è una sovranità della federazione come c’è una sovranità statale?

Certo, proprio come avviene in Germania e Svizzera. Il punto è che l’UE non è un’organizzazione sovrana per il semplice fatto che, quando si è trattato di votare sul punto, ai tempi della Costituzione europea, gli elettori in Francia e in Olanda, nel 2005 e nel 2006, hanno detto un bel “no” all’idea di “trasferire” diritti di sovranità a Bruxelles. Strano che ce ne si dimentichi.

Si continua a citare l’operazione miliardaria di fornitura di vaccini fatta dalla von der Leyen senza poter andare oltre la notizia. Ci sono sviluppi? 

A Bruxelles ogni cosa è ferma in attesa del voto e della nuova Commissione, ma la questione dei vaccini cova sotto la cenere. Non che non ci siano state reazioni, tanto sui contratti quanto sui famosi sms “segreti” tra la von der Leyen e il Ceo di una non meglio precisata “casa farmaceutica”. Se si ricorda, dopo la segnalazione sul Washington Post nel 2021, la cosa era stata oggetto di attenzione dell’Ombudsman europeo nel 2022 ed era finita in niente. E subito dopo, sempre nel 2022, si era aperto un fascicolo in Procura europea su input di un qualche lobbista deluso. La cosa significativa è che nel maggio scorso, per quella denuncia, la von der Leyen è finita davanti alla Procura europea accanto al Ceo di Pfizer Albert Bourla per vedere tutto rinviato al 6 dicembre prossimo.

E nel merito delle accuse?

Le imputazioni sono gravissime e vanno dall’abuso d’ufficio alla corruzione e al conflitto di interessi. È la famosa storia degli sms fantasma con Bourla, cancellati per errore. La difesa della von der Leyen si gioca sul fatto che la Procura europea non sarebbe competente, perché i contratti per i vaccini sarebbero stati approvati e firmati da ciascun Paese membro. E i soldi, alla fine, li avrebbero messi gli Stati membri e non la Commissione. Peccato che solo un paio d’anni fa ci si vantasse di aver fatto acquisti unici a firma di un funzionario della Commissione, e che l’acquisto centralizzato dei vaccini fosse stato un “grande successo europeo”. E peccato che nel 2023 la Corte dei Conti europea abbia stimato in 71 miliardi il valore dei contratti firmati dai funzionari dell’UE.

71 miliardi di soldi pubblici. Una cifra enorme!

È una cifra talmente enorme che in un mondo normale dovrebbe oscurare qualunque altro tema. Però in Italia si parla di altro, di sovranismo e populismo; di premierato e senatori a vita buoni o cattivi. Serve a non discutere di certe figure protette dalla “buona stampa” e dai partiti che la alimentano. Che sono poi quei partiti che riporterebbero volentieri la von der Leyen in Commissione.

Che cosa accadrebbe in una federazione sovrana?

Se l’Europa fosse una federazione come gli States, un fatto del genere basterebbe a polarizzare la campagna elettorale. Ce lo immaginiamo cosa sarebbe venuto fuori negli Stati Uniti se Trump, o anche solo Biden, fosse stato accusato di corruzione e conflitto di interessi in campagna elettorale, come è accusata la von der Leyen per acquisti del valore di 71 miliardi? In Europa, invece, Ursula von der Leyen, sulla quale pende un’accusa del genere, si ricandida tranquillamente.

Se venisse rieletta, l’inchiesta della Procura europea sarebbe a rischio?

La prossima domanda? Accetto scommesse.

Come mai all’estero si fanno le class action e da noi no? 

Perché all’estero c’è un’altra sensibilità. E mettere in discussione l’operazione vaccini non è considerata oltraggio al Capo dello Stato, con partiti indignati se qualcuno prova a dire che l’UE non è una federazione. Di sicuro la UE ha molto poco a che vedere con uno Stato di diritto quanto poco ha a che vedere con la sovranità. E la campagna elettorale di von der Leyen parla da sola. Altro che Trump populista che si vuol fare assolvere dal popolo a novembre.

Perché con legge 22/2024 del 5 marzo scorso è stata istituita una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ma non se ne sente parlare?

Perché al momento la legge c’è, ma non c’è la Commissione. Non è partita per l’ostruzionismo dichiarato di qualche partito che, evidentemente, non ha interesse a farla lavorare, soprattutto in campagna elettorale. E si rifiuta ad oltranza di indicarne i componenti.

Forse quei partiti aspettano le elezioni. E dopo il voto?

Qualunque sia l’esito delle elezioni europee, le presidenze di Camera e Senato nomineranno d’ufficio i componenti e i lavori dovranno partire. Non escludo che i nominati si rifiutino di partecipare ai lavori per delegittimarla. Sarebbe comunque una strategia estrema. Il principio è: meglio evitare, finché possibile.

Per quale motivo?

I lavori della Commissione si sovrapporrebbero, almeno in parte, con la vicenda della corruzione e del conflitto di interessi della von der Leyen che si gioca a Bruxelles e in Procura europea.

Lei ha affermato che il fatto di essere tutti scudati – decisore politico, organo tecnico scientifico e personale sanitario –, come si crede comunemente, potrebbe essere facilmente messo in dubbio: è così?

L’art. 3 del decreto legge 44/2021 è lì da leggere. “Per i fatti di cui agli articoli 589 e 590 del codice penale verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2, effettuata nel corso della campagna vaccinale straordinaria in attuazione del piano di cui all’articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, la punibilità è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attività di vaccinazione”.

Quindi?

Quindi, ad essere scudati sono solo i medici vaccinatori e solo per i reati di lesioni personali e omicidio colposo. E solo a condizione che, all’atto dell’inoculazione, rispettassero i criteri indicati nell’autorizzazione al commercio. Per ogni altro soggetto, e per ogni altro eventuale reato, non c’è nessuno scudo, checché se ne dica. A cominciare dai membri del CTS di Speranza, che ne hanno avallato le politiche, fino ai componenti di AIFA, e ai fautori delle curiose politiche zero-Covid. Che erano una follia evidente, come si andava ripetendo negli USA dai migliori scienziati, che però venivano trattati come piantagrane. Veda il caso di Scott Atlas, buttato fuori dal CTS di Trump da Anthony Fauci e da Deborah Birx. Un caso che merita attenzione.

Perché negli USA, con le politiche zero-Covid, Biden non è andato tanto avanti come si è fatto in Europa sotto la von der Leyen?

Direi per due ragioni. La prima è che negli USA la Corte Suprema ha dichiarato l’illegittimità degli obblighi vaccinali. La seconda è che in Europa, diversamente dagli USA, la nozione di libertà personale è molto più manipolabile, almeno quanto quella di sovranità. Basta qualche buon giornale e qualche Nicodemo del diritto. La faccenda si complica quando si ha a che fare con autorizzazioni al commercio traballanti sulla base di accertamenti affrettati e parziali, e con un caso devastante di corruzione e conflitto di interesse su cui aleggia un punto interrogativo.

Quali saranno gli sviluppi?

Tutto dipenderà da queste elezioni in UE. E da quelle americane nel prossimo novembre.

Se ho ben capito, lo scudo – tranne che per i medici vaccinatori – non c’è. Però tutto avviene come se ci fosse. Per quale motivo?

Quando le nozioni di libertà e sovranità vengono contraffatte, queste sono le ricadute. Ha detto bene: infatti lo scudo che vige per tutti gli altri non è giuridico, ma mediatico. Ed è fatto da ciò che resta nella mentalità collettiva delle campagne di induzione alla vaccinazione del 2021-22, e dal timore degli effetti a medio-lungo termine di quei vaccini.

Si tratta di uno scudo che c’è solo in Italia?

Nel Regno Unito AstraZeneca ha pagato i danneggiati e ritirato il vaccino. Come lo ha ritirato in contemporanea in Australia nel marzo scorso, dopo aver ammesso la propria colpa in una class action milionaria. E badi che il ritiro dispensa AstraZeneca dall’obbligo di fornire dati ufficiali sugli effetti del suo vaccino a medio e lungo termine. Negli Stati Uniti, Anthony Fauci è stato messo sulla graticola davanti al Congresso e viene pubblicamente accusato di essere un esperto che ha lucrato sulle royalties pervenutegli dall’operazione vaccini.

Negli USA si è trattato di altri vaccini, non di AstraZeneca.

È vero. Sul mercato americano il vaccino inglese AstraZeneca non è stato mai autorizzato, mentre lo è stato in UE e Gran Bretagna, dove era stato sviluppato. Insomma, AstraZeneca era un vaccino efficace e sicuro in UE e Gran Bretagna, ma non in USA. Curiosa vicenda davvero, se ricordiamo le litanie dei nostri promoter televisivi sul fatto che i vaccini erano tutti “efficaci e sicuri”, con presidenti del Consiglio che ammonivano che chi non si vaccina “muore e fa morire”.

Non facciamo la cronaca di quei tempi, riflettiamo sul presente. 

Qualche settimana fa in Australia la High Court del New South Wales ha dichiarato illegittimi gli obblighi vaccinali per polizia e personale medico, con obbligo di risarcimento. E badi che l’Australia è stato il Paese nel mondo occidentale dove nel 2021-22 le politiche di lockdown sono state le più violente. Basta fare un giro su internet. Rendo l’idea di come siano già cambiate le cose fuori d’Europa?

Lei che cosa propone?

Un problema così grande non può avere una soluzione solo giudiziaria. Deve avere una soluzione politica.

Cosa significa?

Vuol dire che un problema di questa portata, che coinvolge e coinvolgerà la salute di milioni di persone, e che riguarda un caso di corruzione e conflitto di interessi per un volume di 71 miliardi che hanno risanato i bilanci di aziende non in ottima salute – e scusi il gioco di parole –, non può essere gestito solo da iniziative giudiziarie che riguardano magari qualche piccolo capro espiatorio. È un fatto politico di portata devastante. E per questo serve una soluzione politica.

In concreto?

Si faccia luce con la Commissione parlamentare di inchiesta. È fatta apposta. Per questo ritengo che il suo boicottaggio da parte di quei partiti che hanno sostenuto e tuttora sostengono la von der Leyen con la scusa dell’europeismo o con la lotta al “populismo”, sia suicida.

Non basta “qualche buon giornale e qualche Nicodemo del diritto”?

Ci provino pure. Ma da Stati Uniti, Regno Unito e Australia le notizie arriveranno anche in Europa. L’inglese, ormai, lo sanno tutti.

Forse ormai quei partiti confidano nella permanenza a Bruxelles della von der Leyen. Oppure nell’arrivo di Draghi.

La memoria delle dimissioni per corruzione della Commissione Santer (nel 1999, nda) è lontana, però ripassare un po’ di storia recente può servire, no?

(Federico Ferraù)

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