UFFICIALE: SONO 218 I RITIRI DEI CANDIDATI DAI BALLOTTAGGI IN FRANCIA. ECCO LE SFIDE PER LE LEGISLATIVE DI DOMENICA

Scadeva oggi 2 luglio 2024 alle ore 18 il termine ultimo per presentare le candidature e gli eventuali ritiri dal turno di ballottaggio per le Elezioni Legislative Francia di domenica prossima e la previsioni della vigilia non sono stata disattese: dopo l’appello al “blocco anti-Le Pen” lanciato da Macron (Ensemble), Melenchon (LFI-NFP) e il leader socialista Glucksmann, sono ben 218 i candidati che si sono ritirati dal secondo turno. In molti di questi casi si tratta del famoso accordo di “desistenza”, ovvero il ritiro di un terzo candidato per far confluire i voti sul candidato più quotato nello sfidare il “rivale” temuto.



Il termine di presentazione delle liste per i ballottaggi delle Legislative ha dunque visto ben 218 ritiri complessivi, così distribuiti: 130 sono candidati del Nuovo Fronte Popolare; 82 quelli di Ensemble, la coalizione del Presidente Macron; 3 del Rassemblement National; 2 dei Repubblicani; 1 di altre liste. I numeri sulle Elezioni Francia 2024 vedono così 76 seggi già assegnati al primo turno sui 577 totali: per i 501 rimanenti, dopo gli accordi di desistenza, restano 403 duelli (erano 190 dopo il primo turno), “solo” 95 triangolari (erano 306), 2 quadrangolari (erano 5), cifre comunque altissime e che contribuisce alla piena incertezza sui risultati verso la maggioranza assoluta (fissata a quota 289).



COS’È L’ACCORDO DI DESISTENZA E PERCHÈ VIENE ATTUATO CONTRO MARINE LE PEN

Il candidato Premier del Rassemblement National Jordan Bardella, così pure la leader della destra Marine Le Pen, commentano il blocco “repubblicano” come un accordo «disonorevole e contro natura», oltre all’ipotesi di un “golpe amministrativo” che arriverebbe con un governo di coalizione formato da Macron e Melenchon in caso di maggioranza relativa dopo i risultati del ballottaggio. L’Eliseo ha subito invitato il Rassemblement National a dar prova di «misura e sangue freddo» dopo gli attacchi lanciati nelle scorse ore; di contro, la destra francese lamenta l’assoluta scorrettezza e mancata democrazia nel voler concepire la possibile vittoria della destra come il trionfo dell’autoritarismo e delle violenze, giustificando così un “blocco” politico e diversi accordi di desistenza.



Con tale mossa il centro di Macron e la sinistra di Melenchon e Glucksmann intendono favorire a seconda del collegio al ballottaggio il candidato con maggiori possibilità di battere la destra di RN: resta però questo un accordo del “palazzo” che poi dovrà essere recepito e in caso accolto dall’elettorato, chiamato nel territorio a seguire le indicazioni della base. Si può insomma intuire come sia tutt’altro che “solido” il piano improvvisato dal centro-sinistra in Francia contro il “boom” alle urne della destra di Bardella: un modo per capire se la desistenza avrà fallito sarà poi certamente l’affluenza, in quanto se calerà vorrà dire che gli elettori non se la sono sentita di votare per uno schieramento diverso dal primo turno.