COSA SUCCEDE ORA DOPO I RISULTATI DELLE ELEZIONI LEGISLATIVE IN FRANCIA?

Per analizzare i risultati delle Elezioni Legislative Francia 2024 dopo i ballottaggi di ieri occorre partire dalla fine, o almeno da stamane: il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha rifiutato le dimissioni del Premier Gabriel Attal che aveva rimesso nelle mani dell’Eliseo il Governo dopo la sconfitta di Ensemble anche al secondo turno. Il “blocco anti-Le Pen” messo in campo da Macron dopo il primo turno alla fine è riuscito nell’intento, anche se il vero “ribaltone” è giunto con la vittoria (di Pirro, non avendo i numeri per la maggioranza) del Nuovo Fronte Popolare, l’unione di tutte le sinistre francesi.



Qui trovate tutti i risultati definitivi delle Elezioni in Francia, ma qui sotto proviamo a ragionare su quali scenari si aprono ora per la nascita del Governo forse più incerta dell’intera storia recente repubblicana. I numeri infatti sono impietosi e giungere per chiunque a 289 seggi in grado di formare il Governo è un miraggio: 182 il NFP, 168 per Ensemble-Macron, 143 il RN di Le Pen e Bardella, 45 per i Repubblicani che non hanno aderito all’appello di unità a destra.



GLI SCENARI PER FORMARE IL GOVERNO: LE 4 OPZIONI PIÙ QUELLA “IMPOSSIBILE” (LE DIMISSIONI DI MACRON)

Gli scenari per consegnare alla Francia un Parlamento stabile e un Governo in grado di funzionare sono svariati ma nessuno ad oggi ha un vero progetto concreto di realizzazione “certa”: la “conventio ad excludendum” contro Marine Le Pen (un parallelo di quanto in parte già visto nelle scorse settimane con Giorgia Meloni nelle trattative per la Commissione Europea) ha portato una situazione ai limiti dell’instabilità e ingovernabilità per la nuova Assemblea Nazionale di Francia. Ecco i tentativi che l’Eliseo potrà mettere in campo per provare a superare l’impasse, tutti però con di difficile realizzazione e potenziali ostacoli all’orizzonte:



1- Governo di sinistra pura
È quanto chiede il Nuovo Fronte Popolare, o meglio, quanto chiede la LFI di Melenchon nell’immediato post risultati elettorali in Francia: in settimana l’NFP presenterà il candidato Premier con richiesta esplicita che possa ricevere dall’Eliseo l’incarico per formare il Governo. I numeri mancano però e dunque l’ipotesi è che in caso di Governo con la sinistra “pura” si possa approvare parte del programma per decreto, a partire dal salario minimo aumentato fino alla messa in soffitto della riforma pensioni targata Macron.

2-Governo Macron-Repubblicani
Una delle due strade “preferite” dall’Eliseo sarebbe quella di un accordo di coalizione delle ali meno estreme: in primo luogo, un accordo programmatico tra Ensemble (e alleati) e i Repubblicani che si sono ribellati all’ex leader Ciotti, eletto poi tra le file del Rassemblement National. Si tratterebbe di un Governo anche qui di minoranza, sulla scia di quanto già visto dopo le Elezioni Legislative 2022, con la necessità impellente di discutere ogni riforma chiedendo mediazioni ai vari partiti “aperti” al singolo accordo.

3-Governo PS-Ensemble-LR
Ecco il terzo scenario ma il secondo voluto da Macron, raccontato da fonti vicine all’Eliseo come particolarmente sotto tensione per la prossima decisione da comunicare all’intera Francia: in questo potenziale accordo di Governo molto simile alla “maggioranza Ursula” in Europa, i centristi spaccherebbero il NFP prendendone i voti del Partito Socialista e unendoli a quelli moderati dei Repubblicani. I numeri ci sarebbero con 296 seggi totali, ma resta l’incognita di un programma tutto da scrivere avendo tre anime così diverse all’interno della stessa coalizione.

4-Governo tecnico
In Italia probabilmente sarebbe la prima scelta in casi eccezionali come l’instabilità emersa da queste Elezioni Legislative, ma in Francia non è così: il Governo tecnico, di “unità nazionale”, è qualcosa praticamente di mai visto e anche quando hanno governato figure tecniche (di recente Castex o lo stesso Philippe) avevano sempre governi politici o comunque con mandati pienamente politici.

Resta un quinto scenario, fuori dagli schemi anche perché fino ad ora sempre smentito sia dalla Costituzione che dallo stesso Presidente della Repubblica: se infatti la legge è chiara in Francia nell’impedire lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale non prima di un anno dall’ultima volta, il potenziale blocco istituzionale che potrebbe emergere se nessuno dei 4 scenari predetti dovesse avere successo porterebbe ad una extrema ratio. Emmanuel Macron potrebbe dimettersi convocando nuove Elezioni Presidenziali ben prima del 2027, prossima scadenza naturale: è l’opzione meno battuta e anche quella più a lungo termine, ma non è da scartare specie se l’Assemblea Nazionale dovesse rimanere ingovernabile nelle prossime settimane.