Tra un paio di giorni (precisamente domenica 30 giugno 2024) si terranno le Elezioni in Francia con il dubbio di moltissimi – soprattutto al di fuori del territorio francese – su come e per cosa si vota; ma prima di arrivarci vale la pena recuperare il contorno elettorale. Le votazioni sono state indette anticipatamente dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron e porteranno alle urne quasi 50 milioni di cittadini per scegliere i nomi dei ministri che comporranno l’Assemblea nazionale: l’anticipo sulle Elezioni deciso dal Presidente della Francia – che si è rifiutato di dimettersi dal suo ruolo – è legato al boom di voti ottenuti dal partito di estrema destra Rassemblement national, storicamente guidato da Marine Le Pen e ritenuto attualmente il suo principale avversario ed antagonista.



Sono in molti a credere che le Elezioni siano solo un’attenta strategia (anche qui da noi a lungo negli anni passati si è parlato del cosiddetto ‘voto utile‘) per ridurre i consensi attorno ai lepenisti; ma di contro non mancano le voci che imputano ad Emmanuel Macron una scelta azzardata che finirà per ritorcerglisi contro. Per dirlo dovremo necessariamente aspettare almeno fino al 30 giugno quando si terrà il primo turno delle Elezioni in Francia e – nella peggiore delle ipotesi – anche fino al 7 luglio per il secondo turno nel caso in cui domenica non si arrivi ai nomi di tutti i necessari 557 membri.



Come si vota in Francia e come funzionano le Elezioni con il sistema uninominale maggioritario

Compresi i retroscena – ma ci torneremo anche dopo – vale la pena fare una piccola digressione sul senso delle Elezioni in Francia e soprattutto su come si vota nel sistema elettorale francese; unico nel suo genere in tutte le Repubbliche mondiali. Come vi anticipavamo, l’appuntamento elettorale serve a decidere i nomi dei membri dell’Assemblea nazionale, che va vista come il nostro Parlamento e che non ha nulla a che fare con il Presidente della Repubblica – appunto, Macron – che è protagonista di Elezioni dirette a se stanti che si tengono in Francia ogni 5 anni. Presidente ed Assemblea lavorano a stretto contatto, e spetta proprio al Capo di stato eleggere (in base alle preferenze degli elettori) il Primo ministro che lo affiancherà durante tutto il mandato parlamentare.



Capire come si vota – specie per noi elettori italiani – è leggermente più complicato proprio perché il sistema elettorale francese è unico nel suo genere: è chiamato uninominale maggioritario a doppio turno e prevede un primo appuntamento con le Elezioni in Francia in cui ogni circoscrizione deve scegliere – con la maggioranza assoluta e almeno il 25% dei voti da parte degli elettori – il nome del proprio rappresentate. Se non si arrivasse ad una quadra si passerebbe al secondo turno, previsto per il 7 luglio, e che abbassa la soglia elettorale per i singoli candidati al 12,5%: tutti e 577 i nomi comporranno l’Assemblea e formeranno maggioranza ed opposizione; mentre al candidato più voti spetta anche il Primo ministro.

Scenari e ipotesi sui risultati delle Elezioni in Francia: Macron, Le Pen/Bardella, Ciotti e la coabitazione

Capito come si vota nelle Elezioni in Francia, possiamo dilungarci brevemente sulle attese dei commentatori, divisi tra chi crede che Macron hanno fatto una scelta giusta e chi – invece – che questo anticipo porterà ad un aumento di potere per l’estrema destra di Le Pen. I partiti che si sfidano sono tre: da un lato l’Ensemble macronina che gode (ormai) di un favore piuttosto basso attorno al 19%; il Nouveau Front Populaire che ha unito tutte le sinistre e viaggia sul 30% e il Rassemblement national che ha sfondato la soglia del 35. Lo scenario più credibile è che le Elezioni in Francia del 2024 apriranno alla cosiddetta ‘coabitazione’, che vede un presidente di una determinata bandiera (in questo caso il centrista Macron) costretto a convivere e lavorare con un Primo ministro di una corrente opposta (forse Ciotti, più probabilmente il Bardella braccio destro di Le Pen).

Una coabitazione – e di esempi storici ce ne sono, l’ultimo nel 1997 – renderebbe molto difficili i lavori politici, con le correnti costretta a negoziare ogni punto delle norme e un presidente che può sempre apporre il suo veto e costringere l’Assemblea a votare una seconda volta un testo di legge; mentre l’attesa di Macron è che da queste Elezioni in Francia – con lo spettro dell’estrema destra alla porta – l’elettorato si stringerà attorno al suo Ensemble conferendogli una sorta di maggioranza assoluta (ora è relativa) nell’Assemblea.