ELEZIONI LEGISLATIVE IN FRANCIA 2024: AFFLUENZA RECORD?

Le elezioni legislative 2024 in Francia iniziano ufficialmente domani, in realtà il voto è in corso dall’altra parte dell’Atlantico, perché le cabine elettorali sono state aperte dalle 8 del mattino per gli elettori di Saint-Pierre-et-Miquelon: stando a quanto riportato dall’agenzia France Presse, citando la prefettura locale, i quattro seggi elettorali nell’arcipelago al largo della costa di Terranova sono stati aperti “senza difficoltà“, poi tocca agli elettori di Saint-Barthélemy, Saint-Martin, Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Polinesia francese, a seguire la Nuova Caledonia, quando a Parigi sarà sera.



Domani toccherà appunto alla Francia continentale, con i primi risultati che sono previsti alla chiusura delle urne. Per quanto riguarda l’affluenza, sondaggisti e politici se ne aspettano una molto più alta rispetto alle elezioni legislative del 2022, quando si presentò alle urne il 47,51% degli elettori. Stavolta l’affluenza potrebbe raggiungere o addirittura superare i due terzi degli elettori registrati, probabilmente anche per le conseguenze potenzialmente storiche di queste elezioni generali, che per la prima volta dal 1997 non saranno allineate al voto presidenziale. (agg. di Silvana Palazzo)



ELEZIONI LEGISLATIVE IN FRANCIA 2024, ALLEANZE DECISIVE?

È di nuovo tempo di elezioni in Francia 2024, del resto sono state proprio le europee ha innescare il caos: il presidente Emmanuel Macron, alla luce della sua debacle, ha “sciolto” il Parlamento e convocato una nuova consultazione per rinnovare l’Assemblea nazionale. L’appuntamento per quasi 50 milioni di cittadini francesi con le elezioni legislative Francia 2024 è fissato a domani, poi torneranno alle urne il 7 luglio per il secondo turno. Macron non ha intenzione di lasciare l’Eliseo, ma potrebbe avere un nuovo capo di governo di colore politico diverso dal suo, in virtù della crescita del partito di Marine Le Pen, il Rassemblement national, in fatti il candidato favorito è Jordan Bardella rispetto all’attuale premier Gabriel Attal del partito Reinassance di Macron.



Per quanto riguarda i candidati, le elezioni legislative 2024 di solito in Francia sono tripolari, ma stavolta ci sono delle novità: ad esempio, le sinistre si sono unite nel Nouveau Front Populaire, cosa che non accadeva da novant’anni, quando l’esperimento fu provato contro i totalitarismi. Ora il Partito socialista, quello comunista, i radicali di France Insoumise, il Nuovo Partito Anticapitalista e i Verdi si sono uniti ma manca il candidato premier, una guida unica, ruolo per il quale viene considerato più adatto François Ruffin, dell’ala di Mélenchon, che sembra meno divisivo per gli altri partiti della coalizione. Il Nuovo Fronte Popolare potrebbe avere un ruolo decisivo nei risultati delle elezioni legislative in Francia 2024, a differenza di Les Républicains del presidente espulso Éric Ciotti (decisione poi ribaltata in tribunale), visto che i repubblicani sono in confusione: il partito di centrodestra si è spaccato dopo la proposta del leader di allearsi con il Rassemblement National. Eppure, le sinistre e il centrodestra potrebbero essere decisivi al secondo turno, quando le alleanze tra i partiti possono fare la differenza dal punto di vista di equilibri e coalizioni.

CANDIDATI, PARTITI E IL RISCHIO “COABITAZIONE” DOPO LE ELEZIONI LEGISLATIVE IN FRANCIA 2024

Le elezioni legislative in Francia 2024 servono per nominare i nuovi 577 deputati dell’Assemblea nazionale: sono consultazioni diverse dalle presidenziali, grazie alle quali i francesi votano per la scelta del Capo dello Stato. Ogni candidato che ottiene almeno il 12,5% può passare al secondo turno, se la percentuale viene raggiunta da un solo candidato, allora il rivale con la percentuale più alta passa al secondo turno con lui, ma potrebbe non esserci bisogno di questo step, se un candidato ottenesse la maggioranza assoluta, cioè più del 50% dei voti nonché il 25% degli elettori.

Di solito, c’è convergenza tra la maggioranza nell’Assemblea nazionale e l’orientamento del presidente in carica, ma se non c’è allineamento allora si configura un periodo di coabitazione, proprio lo scenario che potrebbe configurarsi con la vittoria di Jordan Bardella del Rassemblement National di Marine Le Pen. Proprio in virtù della tripolarizzeazione del sistema politico in Francia, il governo che si formerà potrebbe non contare su una vera maggioranza parlamentare, quindi potrebbe guidare il Paese con una minoranza e dover trattare per ogni questione, peraltro con un presidente che è di uno schieramento diverso.

ELEZIONI LEGISLATIVE FRANCIA 2024: QUALI SONO I PROGRAMMI DEI PARTITI

Mettiamo candidati e partiti a confronto in vista delle Elezioni legislative 2024 in Francia attraverso i loro programmi, partendo dall’economia. Ad esempio, sul tema delle pensioni, Rassemblement National propone di consentire a chi ha cominciato a lavorare prima dei 20 anni e ha 40 anni di contributi di lasciare il lavoro a 60 anni, quindi abrogando la riforma dell’anno scorso, come richiede tra l’altro il Nouveau Front populaire. Riguardo i salari, si propone l’esenzione degli aumenti dai contributi previdenziali per il mese, entro certi limiti, per un periodo di 3-5 anni, mentre l’Iva andrebbe abbassata al 5,5% su benzina, elettricità, gas e olio combustibile, mentre andrebbe sospesa su un centinaio di prodotti di prima necessità. Il Nuovo fronte popolare vuole introdurre l’età pensionabile legale a 60 anni e innalzare il salario minimo da 1.400 a 1.600 euro netti al mese, adattando gli stipendi all’inflazione. Per quanto riguarda i consumi, propone il blocco dei prezzi di energia e carburanti e di vendere beni di prima necessità a prezzi controllati. La coalizione attualmente al governo, Ensemble, propone la rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione e l’aumento di tutti gli stipendi fino ai 2.000 euro tramite la riforma dei contributi sociali, la riduzione delle bollette dell’energia elettrica del 15% e l’esenzione delle imposte di successione e sulle donazioni fino a 150mila euro a figlio.

Per quanto riguarda la politica estera, segnaliamo la contrarietà di RN al riconoscimento di uno stato palestinese, la proposta di una “doppia frontiera” e il sostegno all’Ucraina, ma senza inviare truppe e missili. Curiosamente c’è convergenza sulla Palestina con Ensemble, visto che il riconoscimento non è fattibile nel breve termine. Sull’immigrazione, l’estrema destra propone l’abolizione dello ius soli e la facilitazione dell’espulsione togliendo i vincoli amministrativi, oltre all’introduzione del reato di soggiorno illegale, mentre le sinistre chiedono di portare la durata del permesso di soggiorno a 10 anni, di abrogare le leggi sull’asilo del governo Macron e di introdurre lo status di migranti climatici, mentre Macron vuole subordinare il rilascio del permesso di soggiorno alla conoscenza del francese e al rispetto dei valori della Repubblica, aprire centri di detenzione alle frontiere esterne. Infine, sull’ambiente Le Pen vuole rilanciare il nucleare e togliere i sussidi per l’eolico, fermando i nuovi progetti e smantellando i parchi esistenti; al contrario il Nuovo fronte popolare vuole puntare sull’eolico offshore, quindi in mare aperto, e incentivare l’isolamento delle abitazioni, vietare glifosato e tutti i Pfas anche negli utensili in cucina, mentre Ensemble vuole implementare il nucleare, rilanciare le ristrutturazioni per le case con dispersioni termiche, ridurre l’uso dei pesticidi e introdurre 100mila auto verdi.