Gentile direttore,

il duello rusticano fra il Presidente uscente Stefano Bonaccini e la principale sfidante Lucia Borgonzoni, nella campagna elettorale per le elezioni in Emilia Romagna, rischia di oscurare alcuni fattori fondamentali. Non si sottolinea infatti abbastanza che il popolo viene consultato, in libere elezioni, per eleggere oltre al presidente della Giunta, i membri del Consiglio regionale.



Questo aspetto oggi mi pare di fondamentale importanza. Infatti, senza rimettere in discussione l’ordinamento istituzionale della nostra regione come di altre, nel quale si privilegia la governabilità, va tuttavia sottolineato che il Consiglio regionale è il vero luogo della politica, e che quindi deve riprendere il suo ruolo centrale.



Per queste ragioni ho accettato l’invito a essere candidato nella lista civica “Bonaccini Presidente” che appoggia il Presidente uscente, non per portare qualche voto in più, ma per un percorso iniziato ormai dieci anni fa di costruzione di liste civiche con le quali partecipare alla vita politica della mia città e che mi ha visto consigliere comunale, e ora all’interno di un coordinamento regionale delle stesse, partecipare alla gara elettorale regionale.

Questo impegno vuole sfidare il potere “costituito” e chiedere spazio per portare idee, istanze, esperienze dal mondo del lavoro, dei servizi, dei reali problemi della vita, ma al tempo stesso vuole sfidare i singoli cittadini, le associazioni, le organizzazioni di categoria, i “famosi” corpi intermedi a mettersi in gioco, a esserci!



La regione Emilia-Romagna, e in particolare il Presidente uscente, presentano risultati invidiabili perfino dalle regioni considerate modello per il Paese intero, ma il dibattito non può arenarsi su questi temi; chi ha governato infatti, è giustamente contento dei risultati, mentre gli sfidanti, quasi bloccati dagli stessi risultati, cercano pretesti per sfruttare la tornata elettorale con lo scopo di usare il risultato per esigenze di politica nazionale.

C’è bisogno di riattivare un dialogo con la gente, di conoscenza dei problemi, di soluzioni che già ci sono e che attendono solo di essere riconosciute e valorizzate. Questa sarà la responsabilità di tutti i consiglieri regionali che verranno eletti, indipendentemente dal ruolo che verrà loro assegnato dagli elettori, di maggioranza o di opposizione.

Queste elezioni segnano una grande occasione anche per chi ha governato la regione per tanti anni, dove esibire risultati eccellenti ormai non basta più, e questo lo dimostrano i risicati margini di distanza che i sondaggi certificano tra i principali sfidanti.

La mia esperienza decennale di partecipazione alla vita politica, grazie alle liste civiche territoriali è già un inizio di questo percorso. Se non si favorisce una reale partecipazione della società, e in questa dei soggetti più vivi che operano senza aspettare una direttiva, ma mossi solo dall’ideale e dalla passione per il bene di ognuno, creando posti di lavoro, luoghi di assistenza, scuole, educazione e altro, se non apre di più a tutto questo si rischia di sterilizzare una regione dalle grande potenzialità.

Il bello è che questa sfida è per tutti i candidati al consiglio regionale e deve essere giocata nella politica e con la politica, dai banchi della maggioranza o dai banchi dell’opposizione.