Gli americani sono preoccupati per l’andamento economico e per l’inflazione: sono questi i temi che decideranno le ormai prossime elezioni di midterm che, ormai sembra assodato dai sondaggi e dalle previsioni degli analisti, porteranno al ribaltamento degli equilibri del Congresso, con un ritorno alla maggioranza dei repubblicani.



“Alla Camera i repubblicani sono in chiaro vantaggio, attorno al 65-70%, mentre al Senato i democratici sono in leggera ripresa: è molto probabile che il risultato finale veda un 50 a 50 o un 51 a 49” ci ha detto in questa intervista Andrew Spannaus, giornalista americano, fondatore di Transatlantico.info. “Va ricordato che in questo tipo di elezioni è usuale che almeno uno dei due rami del Parlamento passi al partito di opposizione. Che il Senato rimanga ai democratici è possibile, anche perché si vota per il rinnovo solo di un terzo di esso”.



A livello nazionale, il cosiddetto “generic ballot”, i democratici sembrano aver recuperato qualcosa e vengono stimati in leggero vantaggio sui repubblicani: è così? E per quali motivi?

Il “generic ballot” è un sondaggio in cui si chiede agli elettori di indicare per quale partito intendono votare, ignorando la questione dei collegi uninominali e senza considerare i singoli candidati. Dopo un lungo vantaggio dei repubblicani in questo momento la situazione sembra in parità. Ma se si contano i seggi, si vedrà che i repubblicani hanno un vantaggio del 65-70%, un vantaggio che è sia strutturale, sia legato ai temi principali della campagna elettorale. Il tema dell’aborto sicuramente potrà mitigare e aiutare un po’ i democratici, così come le notizie che riguardano Trump. Tutto quello che sposta l’attenzione da Biden, che attualmente raccoglie una popolarità inferiore al 50%, e dai problemi economici come l’inflazione, aiuta i democratici.



Cosa c’è in cima alle preoccupazioni degli elettori americani?

Sicuramente i temi economici. È un problema molto sentito, che avvantaggia i repubblicani.

Al Senato invece i democratici riusciranno a mantenere il controllo?

Hanno un leggero vantaggio, ma siamo quasi alla pari. Dipende da tre Stati: saranno Nevada, Georgia e Pennsylvania a decidere il risultato finale.

Come è attualmente la situazione in questi tre Stati?

In Pennsylvania e in Nevada i democratici sono in leggero vantaggio, mentre in Georgia sono alla pari, anche se il candidato repubblicano ha problemi legati ad alcuni scandali. In Nevada i repubblicani hanno però la possibilità di prendere un seggio, ecco perché potrebbe finire 50 a 50 o 51 a 49. Saranno decisivi gli ultimi elettori indecisi che quel giorno si recheranno alle urne.

Che cosa ci dice questa situazione? Gli Stati Uniti sono un Paese ormai diviso in due?

Ci dice che ci sono problemi di fondo a lungo termine che influenzano la politica, che sono quelli economici, ma anche di struttura politica, legati ad esempio agli strascichi delle elezioni del 2020. C’è attesa per sapere come si affronterà il problema di chi vuole manipolare il sistema elettorale a proprio vantaggio. Questo è un tema importante, che il nuovo Congresso dovrà affrontare nei prossimi due anni.

Cosa intende per manipolazione del sistema elettorale? 

Non riconoscere il risultato delle elezioni, utilizzando i Parlamenti dei singoli Stati per cambiare il voto. In molti Parlamenti hanno chiesto che non accada, ma diversi Stati hanno varato leggi che danno ai Parlamenti locali più potere di intervenire. E questo è molto pericoloso. Il Senato sta studiando una legge per evitare questo problema e che potrebbe essere approvata dopo il voto dal nuovo Congresso.

Altri temi importanti?

Ci sono i temi sociali e culturali che possono influenzare il voto nel breve termine, dall’aborto alla criminalità e agli scandali. È difficile dire quanto possano contare sul risultato finale, ma possono avere un effetto quando il voto è, come oggi, diviso esattamente a metà.

Quanto pesa la guerra in Ucraina? Secondo molti osservatori, se in un conflitto non sono coinvolti soldati americani, l’interesse è scarso, è così?

Non è un tema importante per il voto. Alcuni repubblicani utilizzano questo argomento per dire: non spendiamo altri soldi per una guerra dall’altra parte del mondo. E non a caso sta crescendo il numero di repubblicani che alla Camera votano contro i pacchetti di aiuto, anche se la direzione assunta dall’Amministrazione Biden di sostegno all’Ucraina, pur evitando un confronto diretto con la Russia, difficilmente cambierà, anche se il Congresso dovesse passare di mano.

Neppure la paura dell’escalation nucleare ha un impatto sugli elettori americani? Biden ha parlato di possibile Armageddon…

È un tema importante, ma solo per le istituzioni. Ci sono personaggi importanti della politica e dell’esercito che cercano di spingere la Casa Bianca verso una soluzione diplomatica. Attualmente sono minoritari, ma il loro numero sta aumentando. La discussione andrà affrontata, ma non ha al momento a che fare con queste elezioni.

Ci sono personaggi politici emergenti?

Al momento no, tutti aspettano il prossimo anno, quando inizierà di fatto la campagna elettorale. Di possibili candidati ce ne sono tanti tra i repubblicani, molti di loro sono conosciuti, come Pompeo, anche se il più in vista è oggi il governatore della Florida, DeSantis. Sul versante democratico, ci sono senatori e anche qualche ministro. Sicuramente potremo assistere a una sfida molto aperta, soprattutto se alla fine Biden non dovesse candidarsi, cosa che è possibile, vista la sua età. Ma questo dipenderà da Trump. Se, nonostante i suoi guai giudiziari, dovesse riproporre la sua candidatura, Biden si sentirà obbligato a scendere di nuovo in campo, anche se avere un presidente ottantenne non sarebbe il massimo.

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