Una polemica a distanza che si fa sempre più fitta, con botta e risposta al vetriolo che sanciscono idealmente l’inizio reale della campagna elettorale verso le elezioni Amministrative a Milano: si tratta dei due principali contendenti, il sindaco uscente Giuseppe Sala e lo sfidante del Centrodestra, il professor Luca Bernardo. Lo scontro scatta sulle plance per i manifesti elettorali, dato che con le 28 liste iscritte regolarmente alle Comunali, al momento sono solo 24 quelle con permesso di affiggere manifesti: escluse, finora, Forza Italia allo spazio 25, Bryant Biavaschi per ‘Milano inizia qui‘ allo spazio 26, il PCI che è allo spazio 27, Potere al popolo al 28. Immediato l’attacco di Bernardo e di tutto il Centrodestra: «I campioni della democrazia vogliono narcotizzare la campagna elettorale». Il tesoriere della campagna di Bernardo, Guido Della Frera, ha spiegato nel dettaglio quale è il vero problema al momento, a 20 giorni dalla tornata elettorale del 3-4 ottobre: «a causa della mancanza di quattro spazi nessuna lista può sfruttare i tabelloni».
È il dottore e candidato di Lega-FI-FdI-Noi con l’Italia ad alzare il tono della sfida, annunciando «Non voglio pensare che sia un boicottaggio contro il candidato di centrodestra», però resta «poco rispettoso dei cittadini e della politica». Intervistato da Rtl 102-5, ancora Bernardo lancia un’altra stilettata al suo avversario, «Purtroppo penso che quello che il sindaco Sala non ha fatto in questi cinque anni è il confronto con i suoi cittadini ed è quello che invece faccio io da quando mi hanno candidato, ascoltarli, mettere al centro la persona e cercare di prendere impegni e non intenti, ideologie o promesse. Le mie priorità – conclude – sono sicurezza e salute, sono i due temi principali con cui si partirà: sulla sicurezza il programma è immaginare presidi fissi nelle zone più complesse, ma anche la polizia locale nei quartieri che possa andare ed essere vicina ai cittadini soprattutto quelli più soli come anziani, donne, i ragazzi e dall’altra parte la salute, usciamo da 15 mesi di Covid che io ho vissuto lavorando all’interno dell’ospedale, poi si parlerà di lavoro e tanto altro».
MILANO, LA REPLICA DI SALA AL CENTRODESTRA
Non si è fatta attendere la duplice replica del sindaco uscente e candidato con la lista civica omonima: «Narcotizzare la campagna elettorale addirittura, che devo rispondere? Noi siamo nelle mani delle regole e delle difficoltà, gli uffici stanno facendo il possibile perché questa situazione sia risolta in un paio di giorni», spiega Beppe Sala in merito al caos sui manifesti elettorali, aggiungendo «Se riteniamo che la mancanza degli spazi per qualche giorno, perché poi arrivano, possa condizionare il voto o possa condizionare l’affluenza…stiamo parlando delle elezioni da mesi. Inoltre non è stata sicuramente una nostra indicazione quella di attaccare i manifesti dietro nella parte posteriore delle plance». L’ex Pd contesta a Bernardo di alzare i toni inutilmente, «la questione è se si vuole sempre strumentalizzare: fino ad oggi non ho detto niente ma noi abbiamo avuto gazebo della mia lista distrutti, in cui qualcuno è entrato ha distrutto i manifestini e ha fatto i suoi bisogni dentro. Bisogna capire se in questo momento in cui serve tranquillità si vogliono alzare i toni o meno: lui li alza, io lavoro e cerco di risolvere». In merito al progetto degli ultimi 5 anni a Milano, Sala rivendica le politiche portate avanti dopo le scorse Amministrative vinte: «Bernardo ha detto che Milano è ferma, ma nel 2018-2019 è stata reputata da Il Sole 24 Ore la città più vivibile d’Italia: quello che si fa da 10 anni è di rendere la città viva con fiducia nei cittadini, la politica incide il 10% nel destino della città, sono i milanesi il segreto di Milano». Bernardo non ci sta e nel pomeriggio rilancia la sfida a distanza con il candidato del Centrosinistra, «Da due settimane siamo in attesa dell’autorizzazione a esporre la mia immagine sui taxi e dal Comune ci hanno fatto sapere che arriverà entro sessanta giorni»; ancora più dura la candidata consigliera della Lega, Silvia Sardone «Sala non può fa finta di niente. Assegni le plance e permetta a tutti di fare una campagna elettorale con gli stessi strumenti. Il sindaco ha tutto l’interesse a non far sapere ai milanesi che si va a votare».