In 3 casi su 5 il centrodestra vincerebbe le elezioni politiche. Non è ancora chiaro l’esito della crisi di governo in corso, ma proseguono le analisi sulla composizione del nuovo Parlamento. In questo quadro si inserisce quella di Nando Pagnoncelli, che ha preso in considerazione cinque scenari, di cui quattro con la legge elettorale attuale, il Rosatellum, e uno basato sull’ipotesi di una nuova legge elettorale che attribuisce i seggi col sistema proporzionale e prevede una soglia di sbarramento al 4%. Una fotografia, più che una previsione, visto che ci sono variabili ignote al momento, a partire dalle alleanze e dall’incognita della neonata formazione di Luigi Di Maio, Insieme per il futuro.
Il sondaggista, amministratore delegato di Ipsos Italia, illustra sul Corriere della Sera il primo scenario in cui è il centrodestra ad affermarsi, ottenendo 221 seggi contro 157 alla Camera, 106 contro 76 al Senato. Nel secondo scenario, in cui si considera il possibile allargamento dell’area centrista a Forza Italia, vede il nuovo Parlamento senza maggioranza assoluta, quindi il centro allargato sarebbe decisivo, alleandosi con Pd-M5s o con Lega-Fratelli d’Italia. Il terzo scenario è quello delle coalizioni ampie, quindi includendo due forze centriste nel centrodestra e il “campo largo” nel centrosinistra. In questo caso il centrodestra otterrebbe la maggioranza, ma risicata: 202 alla Camera, 101 al Senato.
REBUS MAGGIORANZA CON NUOVA LEGGE ELETTORALE
Il quarto scenario esclude M5s dal “campo largo”. In tal caso il centrodestra otterrebbe una maggioranza più netta nel nuovo Parlamento: 244 deputati contro 109 e 124 senatori contro 50. Infine, il quinto e ultimo scenario, che tiene conto del proporzionale con sbarramento al 4%. Niente maggioranza assoluta, quindi in questo caso si renderebbero necessarie alleanze e formule di governo. Quindi, in tre scenari su cinque prevarrebbe il centrodestra, in uno di questi con una maggioranza appesa al filo, mentre nei restanti due scenari esaminati da Nando Pagnoncelli di Ipsos Italia per il Corriere della Sera, bisognerebbe affidarsi ad alleanze “a geometria variabile” con diverse incognite.
Non ne mancano già ora: le prospettive M5s dopo la rottura con il governo Draghi, il processo federativo del centro “moderato”, le potenzialità di Italexit, ma anche il cambiamento della composizione di Camera e Senato con il taglio che aumenterà la competizione tra i partiti. Una cosa è sicura e Pagnoncelli la evidenzia in maniera chiara: ancora una volta la maggioranza potrebbe essere decisa dalle segreterie dei partiti dopo le elezioni, «in barba alla roboante retorica che ha illuso gli italiani di poter decidere con il proprio voto chi governerà il Paese per l’intera legislatura».