CASSESE O BELLONI AL QUIRINALE? I RUMORS PRIMA DEL QUINTO VOTO

Potremmo essere davanti ad una sorta di inedito e iconico ‘Abcd’ della politica italiana: in attesa di capire domani se il quinto voto per le Elezioni del Presidente della Repubblica sarà quello buono, sull’orizzonte di nomi e presunti candidati si staglia un ordine “alfabetico”.



Amato, Belloni, Cassese e ovviamente Mario Draghi: su queste personalità stanno portando le attenzioni i partiti e nelle prossime ore potrebbero esserci novità importanti nello sviluppo degli accordi, ancora molto complicati, tra i leader e i grandi elettori. Se Cassese non disdegna l’ipotesi di essere accostato al Quirinale, da Belloni il riserbo è massimo (del resto è pur sempre la direttrice dei servizi segreti); Amato resta una importante “riserva” del Paese e Draghi è sempre Draghi, il vero punto “attrattivo” di questa maggioranza ma in generale dell’intera politica. Salvini nel pomeriggio è stato chiaro uscendo dalla Camera: «domani la Lega scriverà un nome sulla scheda. Conto di portare sui tavoli alcuni profili che spero raccolgano il “sì” di tutti. Ho fatto un pomeriggio di incontri su persone da andare a proporre […] Farò un nome fuori dalla politica, senza tessera di partito, con credibilità internazionale e apprezzamento nazionale. Un servitore dello Stato». Letta attende la chiamata del leader del Carroccio, così anche Giuseppe Conte che da ore ormai risulta “sparito” dai radar del Parlamento. Importante è lo scoop, in attesa di conferme, lanciato da “Il Foglio”: nel tardo pomeriggio Antonio Tajani, n.2 di Forza Italia, avrebbe fatto visita al Premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. Alle 21 è previsto il vertice del Centrodestra, con la notte che ancora una volta dovrà cercare di “portare consiglio” ai partiti: magari partendo proprio da quell’Abcd di qui sopra…



RISULTATI QUARTA VOTAZIONE: ENNESIMA FUMATA NERA, DOMANI 5° VOTO

Come ampiamente anticipato, non sarà oggi il giorno delle elezioni del nuovo Presidente della Repubblica: potrebbe però essere il giorno per definire le strategie “ultime” dei leader, sempre più in fibrillazione per la mancanza di un accordo unitario da presentare alle proprie già frammentate forze parlamentari.

Il Centrodestra ha tenuto linea unica sull’astensione per evitare la “spaccatura di ieri”, spaccatura che invece è avvenuto nel “fronte progressista” in quanto i 166 voti per Sergio Mattarella oggi alla quarta votazione sono l’evidenza plastica dell’insubordinazione agli ordini di partito (ergo, di Giuseppe Conte). Non pochi analisti concordano nel ritenere quei 166 voti come molti dei “dimaiani” grillini, pronti dunque a seguire più la rotta del Ministro degli Esteri che non quella del Presidente: 56 voti sono andati a Nino Di Matteo (Alternativa-Populisti), 8 per Luigi Manconi (Sinistra Italiana-Europa Verde), 6 per Cartabia (Azione), 4 Amato, 3 Casini, 3 Baldini, 2 Belloni, 2 Bersani, 20 dispersi e ben 441 astenuti (quasi tutto il Centrodestra). Attesi i vertici dei leader e pure il tanto conclamato ma finora ancora non convocato “conclave” ristretto dove decidere le sorti del voto Quirinale: i nomi che restano in campo sono sempre gli stessi, ma rispunta prepotentemente quello di Mario Draghi da aggiungersi ai già predetti Cassese, Belloni, Amato e pure Sergio Mattarella, ancora oggi il più votato dai 1009 grandi elettori. Quinto scrutinio convocato per domani mattina alle ore 11 alla Camera: anche per venerdì dunque si profila difficile l’ipotesi di una doppia votazione giornaliera come avveniva in epoca pre-Covid.



A BREVE LO SPOGLIO ELEZIONI QUIRINALE

Alle 14 è ripreso il quarto voto per i 58 delegati regionali, a seguire inizierà lo spoglio delle Elezioni per la conferma che anche oggi non si avrà il nome del Presidente della Repubblica: con il Centrodestra in astensione e il Centrosinistra con scheda bianca (voto libero per M5s invece), lo stallo è ancora palese alla Camera.

Le quote dei bookmakers vedono ancora Mario Draghi come principale favorito alla “partita” sul Colle, ma i rumors in arrivo dal Parlamento parlano invece di un “tris”, forse un “poker”, di nomi che il Centrodestra a guida Salvini farà nelle prossime ore. I nomi di Cassese, Amato, Mattarella e Belloni sono quelli più “chiacchierati” tra le segrete stanze del Transatlantico: le trame sono diverse anche perché da Fratelli d’Italia al Movimento 5Stelle, non convincono appieno alcuni nomi sul tavolo per una soluzione “condivisa”. Di Maio sbotta sul nome di Belloni, «per favore non giochiamo a bruciare i nomi. Fateci lavorare», Renzi attacca invece la scelta del Centrodestra («irresponsabile astenersi a questo giro»), anche se malignamente da fonti del Cdx viene letto questo attacco come uno scatto d’ira per la perdita delle quotazioni del “suo” candidato Pier Ferdinando Casini. Risultati attesi per la quarta votazione attorno alle 15.30-16 mentre resta lo stallo nei partiti anche sulle questioni formali: nessun partito ha presentato richiesta formale per chiedere due voti al giorno, sebbene siano tutti d’accordo già da domani.

DIRETTA QUARTO VOTO QUIRINALE: CENTRODESTRA SI ASTIENE

«Abbiamo scelto per l’astensione per evitare gli scontri, non vogliamo prove di forza. Ci prendiamo un’altra giornata perché voglio allargare il campo del centrodestra e trovare un nome di altro profilo istituzionale»: così Matteo Salvini motiva la scelta del Centrodestra di non ritirare le schede della quarta votazione per le elezioni del Presidente della Repubblica. In questo modo non tenta la “prova di forza” in Aula, col rischio serio di spaccare la maggioranza di Governo (come ieri “minacciato” da Enrico Letta qualora il Centrodestra si fosse presentata in Aula con il nome di Casellati Presidente).

Dopo il mancato “conclave” la mossa scelta da Salvini sembra andare nella direzione di un rinnovato dialogo, come ben spiega anche Tajani da FI: «Disponibili ad un confronto col fronte progressista, ma basta veti». Come ieri però, chi non sembrava voler seguire l’indicazione della coalizione è Fratelli d’Italia: i senatori FdI non hanno risposto alla prima chiama ma non si sono neanche astenuti, in attesa di una decisione ultima di Giorgia Meloni, irritata per la modalità dell’astensione senza invece puntare su un nome “d’area” per tentare l’Aula. La scelta è poi stata fatta e si è accodata al resto del Centrodestra: alla seconda chiama i senatori meloniani hanno optato per l’astensione. Azione conferma Cartabia come candidata al Quirinale, la Sinistra per Luigi Manconi, Alternativa C’è potrebbe abbandonare il nome di Maddalena a vantaggio del giudice Nino Di Matteo, mentre molti nel M5s ragionano su un voto “simbolico”, in quanto oggi la Giornata della Memoria contro la Shoah, per la senatrice a vita Liliana Segre. Il resto della coalizione di Centrosinistra voterà invece scheda bianca per la quarta volta consecutiva.

OGGI SI SAPRÀ IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?

Potrebbe essere oggi il “D-day”, anzi il “Q-Day”: con la quarta votazione per le Elezioni del Presidente della Repubblica, il nuovo inquilino del Quirinale potrebbe emergere dopo le lunghi trattative notturne tra i tre principali attori “protagonisti” in campo. Matteo Salvini (Lega), Enrico Letta (Pd) e Giuseppe Conte-Luigi Di Maio (M5s): da loro passa il crocevia di questo quarto scrutinio e in generale la “soluzione” della partita.

Se oggi, domani o la prossima settimana non ci resta che scoprirlo con la consueta diretta in video streaming dalla Camera dei Deputati: dalle ore 11 l’inizio della chiama per i 1009 grandi elettori (senatori a vita, senatori, deputati, delegati regionali), con i risultati dello spoglio che potranno giungere tra le 15 e le 15.30. Dopo le tre precedenti “fumate nere”, la quarta votazione di oggi viene attesa da tutti in quanto per legge il quorum dell’assemblea si abbassa alla maggioranza assoluta richiesta (50% più 1 dei voti): ergo, servono 505 voti per essere eletti nuovo Presidente della Repubblica. I giochi sono ancora tutti aperti anche se fino all’ultimo attimo prima di entrare in Parlamento i riflettori sono tutti per quanto filtrerà dalle segreterie dei partiti dopo i colloqui ad oltranza della notte. Il rischio al momento è avere anche per oggi un quarto “giro a vuoto” con Pd, LeU e forse ancora Lega-FI in “scheda bianca” in attesa di capire come finiranno le trattative di giornata.

ELEZIONI QUIRINALE: COSA È SUCCESSO IERI (PARLANO I LEADER)

Il vertice ristretto, il cosiddetto “conclave” a cui avrebbero dovuto partecipare Salvini, Letta, Conte e Matteo Renzi, non c’è stato: i nomi che restano in campo dopo il “niet” furioso del Pd alla candidatura di Maria Elisabetta Alberti Casellati sono quelli di Pier Ferdinando Casini, Marta Cartabia, Sabino Cassese (emerso ieri sera come opzione dopo la presunta “visita” del leader della Lega al presidente emerito della Corte Costituzionale, poi smentita dallo stesso ex Ministro) e ovviamente anche Mario Draghi. Anche se lo stop del Centrodestra su questo sembra netto: «Draghi regista prezioso e collante coalizione Governo», ha detto ancora Salvini ieri sera, ribadendo «Abbiamo diritto a fare proposte di centrodestra. Noi abbiamo fatto nomi di alto profilo, ne faremo anche altri». Resta evidente vi sia la ricerca da parte del Carroccio di un modo per uscire dalla “morsa” di Fratelli d’Italia – che continua a chiedere per oggi un voto per un nome della “rosa” fatta ieri (Nordio, Moratti, Pera) – e del Governo stesso che rischia la spaccatura qualora non si arrivasse ad un nome condiviso per il Quirinale. I tanti voti per Sergio Mattarella e Guido Crosetto ieri hanno significato la volontà di una fetta di circa 250 grandi elettori “sparsi” di ribellarsi alle logiche dettate dai grandi partiti: se però oggi si arrivasse alla Camera con un nome condiviso da tutti i partiti dell’attuale maggioranza anche se con vari franchi tiratori al loro interno, la “partita” per il Presidente della Repubblica potrebbe già chiudersi. «Il centrosinistra avrebbe tante proposte, anche il centrodestra. Ho proposto lo schema di un candidato condiviso», ha spiegato ieri Giuseppe Conte confermando la sua linea – dettata anche da Beppe Grillo, intervenuto con una stranissima chiamata in diretta durante la MaratonaMentana – di non volere Mario Draghi al Quirinale, bensì di tenerlo a Palazzo Chigi. Il M5s di contro fa però sapere di non voler appoggiare la candidatura di Casini, dicendosi pronta alla battaglia: il problema è anche capire con quali forze parlamentari, dato che tutte le coalizioni in campo hanno diverse “divisioni” al loro interno, come manifestato ieri nella convulsa e schizofrenica terza votazione per il Quirinale.

QUARTA VOTAZIONE IN DIRETTA VIDEO STREAMING DALLA CAMERA