LA LUNGA NOTTA VERSO LA QUARTA VOTAZIONE AL QUIRINALE
L’impasse sul Quirinale resta anche se le ultime “mosse” dei partiti suggeriscono quantomeno che la notte che abbiamo davanti potrebbe essere molto lunga, come spiega Matteo Salvini dal Parlamento: «Tenete i telefonini accesi, sarà una notte di lavoro».
Lo “stop” di Letta a Casellati e per il momento quello della Lega allo scambio Colle-Chigi – «Draghi registra prezioso e collante coalizione Governo», ha detto ancora il leader del Carroccio poco fa – rende le elezioni per il Presidente della Repubblica tutt’altro che “leggibili” anche solo nel giro di qualche ora. Si attende per domani una quarta votazione che potrebbe vedere scenari imprevedibili al momento: resta da capire se ci sarà – ma sembra di sì, a questo punto – un vero “conclave” nella notte e con chi a partecipare. Salvini e Letta vengono dati molto “attivi” nei rispettivi canali diplomatici, con il primo che secondo “Il Foglio” avrebbe addirittura fatto visita al presidente emerito della Consulta Sabino Cassese. La Lega e lo stesso Salvini smentiscono su tutta la linea, «Non so neanche dove abita il professor Cassese» ma è evidente vi sia la ricerca da parte del Carroccio di un modo di uscire dalla “morsa” di Fratelli d’Italia – che continua a chiedere per domani un voto per un nome della “rosa” fatta ieri – e del Governo stesso che rischia la spaccatura qualora non si arrivasse ad un nome condiviso per il Quirinale. «Abbiamo diritto a fare proposte di centrodestra», ribadisce Salvini con forza, lasciando però intendere che nelle prossime ore qualche sorpresa potrebbe sì arrivare, «Noi abbiamo fatto nomi di alto profilo, ne faremo anche altri»: che sia Cassese, Casini, Cartabia o un altro nome ancora, questo è ancora tutto da scoprire.
RISULTATI TERZO SCRUTINIO QUIRINALE: NUOVA FUMATA NERA
Si conferma la terza fumata nera consecutiva per le elezioni del Presidente della Repubblica: i voti ufficiali letti dal Presidente Fico vedono 125 preferenze per Sergio Mattarella, 114 per Guido Crosetto (ben 52 grandi elettori in più della platea di FdI), 61 per Paolo Maddalena, 52 per Pier Ferdinando Casini (votato da renziani e altri centristi) e 19 per Giancarlo Giorgetti; nulle 22 e schede bianche 412, molto meno di ieri.
Ma a segnare la terza giornata di “trame” per il Quirinale è un tweet, quello di Enrico Letta giunto al termine dello spoglio alla Camera: «Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto». Il segretario del Pd sta parlando della nomina di Casellati a Presidente, prendendosela sì con l’eventuale tentativo del Centrodestra ma sommariamente anche dirigendosi verso quelle “parti” della sua coalizione – soprattutto il Movimento 5Stelle – che avrebbero potuto trovare l’accordo con Salvini “saltando” la presenza del Pd. Insomma, è di nuovo la confusione a regnare sovrana come testimoniano le parole del senatore FdI La Russa che osa dire l’innominabile fino ad oggi: «Il conclave è saltato, non sarebbe servito a niente. Non c’è mai stata la volontà di superare il fatto che abbiamo il dovere verso i nostro elettori di centrodestra di proporre dei nomi della nostra area culturale». Meloni lancia dunque un “messaggio” al Centrodestra come a dire: domani si vota un candidato di coalizione e non uno condiviso dalla maggioranza di Governo (di cui Fratelli d’Italia non fa parte). Ora resta da vedere cosa Salvini, Letta e Conte potranno/dovranno decidere nelle prossime complicatissime ore. Nota importante: domani ci sarà la quarta votazione, sempre unica – nonostante le richieste di Iv e centristi per iniziare la duplice votazione giornaliera – e sempre a partire dalle ore 11 (con risultati spoglio attorno alle 15.30).
DIRETTA SPOGLIO TERZO SCRUTINIO: SPRINT MATTARELLA E CROSETTO
È cominciato lo spoglio del terzo scrutinio per le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica e le due “novità” principali che arrivano dalla Camera riguardano i nomi fatti e soprattutto quelli “mancanti”.
Lo sprint evidente sul nome di Sergio Mattarella sembra essere un segnale lanciato da alcuni parlamentari – molti del M5s? – per invocare un “congelamento” dello scenario istituzionale e la permanenza tanto dell’attuale Presidente della Repubblica quanto del Premier Draghi a Palazzo Chigi. I risultati del terzo scrutinio daranno ancora “fumata nera” per il Quirinale, con più di metà di parlamentari che hanno dato indicazione diversa da quella ordinata dal partito: la situazione è molto confusa, il voto di oggi si concluderà con i più votati Mattarella e Crosetto (votato dal gruppo FdI in “protesta” con la coalizione per aver puntato ancora sulla scheda bianca), ma sono i nomi “in sordina” di Casini e Draghi a tenere banco nel Transatlantico. Al momento l’altra notizia importante è la mancanza di un “conclave” convocato almeno finora: il “bivio” del Centrodestra è quello di scendere a patti con Pd-M5s per un nome condiviso, oppure provare a “forzare la mano” domani puntando dritto sul nome di Casellati. Giorgetti (n. 2 Lega e Ministro del Governo Draghi), intercettato fuori dalla Camera, si lascia sfuggire due battute molto indicative: «Draghi dicono che nessuno voglia votarlo. Casini? Quando c’è casino…». E così le quotazioni del senatore ex Udc tornano in salita…
VOTO QUIRINALE: CHI VOTERÀ ANCHE OGGI SCHEDA BIANCA (E CHI NO)
Le trame sul Quirinale si infittiscono dentro e fuori il Parlamento: anche per il terzo scrutinio Pd, Italia Viva, M5s, LeU, Lega e Forza Italia hanno dato ordine ai propri grandi elettori il voto con scheda bianca per le elezioni del Presidente della Repubblica: chi invece ha deciso di “sfilarsi” dall’opzione della “bianca” è Fratelli d’Italia. Alla chiama dei senatori prima non hanno votato, poi al secondo giro hanno espresso un voto per Guido Crosetto, fondatore di FdI ed ex parlamentare.
D’urgenza il colloquio tra Salvini e Meloni in questi minuti sta cercando di capire come impostare le prossime mosse, soprattutto capire quando (e con chi) partecipare all’ormai atteso vertice tra le coalizioni che potrebbe decidere le sorti del Quirinale. Fonti di Italia Viva confermano il tentativo fatto nelle scorse ore dal Centrodestra di proporre uno “scambio”: votare per Casellati Presidente della Repubblica e poi sostenere Matteo Renzi alla guida del Senato. Il diretto interessato però nega l’ok a questa opzione e rilancia: «le scelte migliori restano Draghi e Casini», spiega uscendo dalla Camera dopo aver espresso il suo voto, «Parteciperemo al conclave per trovare una soluzione, se ci sarà. Io non faccio battaglie per avere una poltrona, non dò i miei voti per uno scambio, io ste robe non le faccio». Il leader di Italia Viva esprime poi la necessità di condurre nei prossimi anni la riforma decisiva del Presidenzialismo («questa deve essere l’ultima volta così») e infine lancia la sua profezia, «Se il centrodestra portasse Casellati, il centrosinistra proverebbe il controblitz. Noi decideremo chi votare a seconda dei nomi in campo». Intanto alle ore 21 è stata indetta una nuova riunione del Pd con i propri grandi elettori, forse a questo punto per stabilire la condotta domani in Parlamento con la quarta votazione con quorum abbassato. Le votazioni intanto “corrono” e già alle ore 12 è cominciata la chiama dei deputati dopo l’avvenuto voto per senatori a vita e senatori.
AL VIA IL TERZO SCRUTINIO: SPUNTA NOME CASELLATI…
Tutto pronto per il terzo scrutinio del Quirinale dalle ore 11 anche se le ultimissime novità che filtrano dal Parlamento riportano, per il terzo giorno consecutivo, l’utilizzo della scheda bianca almeno per i partiti di Centrosinistra. Questo è l’orientamento per prendere tempo in vista dell’incontro odierno con il Centrodestra e per non bruciare alcun nome valido “sussurrato” ancora ieri sera nel tavolo Conte-Letta-Speranza.
Di contro, il Centrodestra potrebbe puntare sul candidato “della rosa” Carlo Nordio, fosse anche per testare la tenuta della coalizione in vista della forse decisiva quarta votazione da domani. Ma da domani il nome che si vocifera possa essere il vero candidato per le Elezioni a Presidente della Repubblica potrebbe essere davvero quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati: «La Casellati, come Fico, sono le più alte cariche istituzionali. Quindi non fanno parte di rose politiche, di proposte. Sono lì. Casellati è candidabile senza che Salvini la proponga», ha spiegato stamattina Matteo Salvini ad “Agorà” su Rai3. «Oggi incontrerò tutti, è il mio lavoro, Pera, Moratti e Nordio sono nomi all’altezza. Spero che Conte e Letta non si fermino ai no». Casellati, così come Casini, potrebbero essere i nomi messi sul banco del Quirinale nel vertice ristretto tra le coalizioni: si allontana il “nome” di Mario Draghi, specie dopo quanto spiegato dallo stesso leader della Lega, «Se Draghi lasciasse il governo avremmo confusione. E sarebbe un problema per l’Italia».
ELEZIONI QUIRINALE, OGGI ULTIMO VOTO CON QUORUM “ALTO”
Si apre alle 11 e non più alle 15 lo scrutinio per le Elezioni del nuovo Presidente della Repubblica: dopo i falliti tentativi delle prime due giornate di votazioni, oggi è l’ultima volta del quorum “alto”, ovvero di 672 grandi elettori sui 1009 totali. Da domani – qualora si concludesse anche oggi in “fumata nera” – il via alla quarta e forse decisiva votazione con la maggioranza assoluta che basterebbe per chiudere la partita del Quirinale.
Appuntamento come sempre in diretta video streaming dal canale YouTube della Camera dei Deputati: quorum richiesto ancora 627 voti, trame in campo praticamente ancora “infinite” visto la giornata piuttosto convulsa e “schizofrenica” di martedì. È però forse dalla giornata di oggi che si potrebbe cominciare a “fare sul serio” abbandonando la tattica delle schede bianche (672 lunedì, 527 ieri) e provando a fare uscire i primi nomi “caldi”, o comunque per mettere alla prova l’opposto versante del Parlamento.
NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: OGGI IN CAMPO I PRIMI NOMI?
Nella partita a “scacchi” per le Elezioni del Quirinale i grandi elettori del Centrodestra potrebbero dirigersi compatto verso la nomina di Carlo Nordio, uno dei nomi proposti ieri dalla prima “rosa” di candidati Presidente della Repubblica (assieme a Letizia Moratti e Marcello Pera). Assieme dunque ai nomi già visti in questi giorni, da Paolo Maddalena – sostenuto da ex M5s, parte del Misto e Alternativa C’è – a Marta Cartabia (Azione-Calenda) fino a Luigi Manconi (Sinistra Italiana ed Europa Verde), il nome del magistrato oggi in pensione potrebbe valere una prima “sfida” a distanza a quel Centrosinistra che ieri ha bocciato la terna proposta da Lega-FI-FdI, pur lodandone la qualità e lo spessore istituzionale. Mentre parallelamente fuori dal Parlamento potrebbe tenersi l’agognato incontro tra le delegazioni ristrette di Centrodestra e Centrosinistra sul nome “condiviso” da portare domani alla Camera, i partiti guidati da Salvini torneranno a riunirsi prima del terzo voto per proporre ai grandi elettori la nomina di Carlo Nordio per verificare quantomeno la “tenuta” della coalizione. Secondo fonti del Centrodestra all’Adnkronos, quasi sicura il mancato raggiungimento dei 672 voti disponibili oggi, da domani con quorum abbassato si ragiona sul convergere su Elisabetta Alberti Casellati come candidata forte alla guida del Colle.
COSA È SUCCESSO IERI: LA “GUERRA DELLE ROSE”
Una guerra di “rose” (o della rosa) potremmo riassumere la giornata convulsa di ieri: mentre alla Camera proseguivano le surreali votazioni per il nuovo Presidente della Repubblica, il Centrodestra ha sganciato la prima mossa (su “consiglio” esterno di Matteo Renzi). In una conferenza stampa – o meglio, comunicazione alla stampa – tutti i leader compatti del Centrodestra hanno lanciato la loro “rosa”: Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio. «Presentiamo tre nomi ufficiali del Centrodestra: non siamo qui a imporre niente a nessuno. Come fatto per 30 anni dal Centrosinistra, credo sia oggi diritto dell’area liberale e conservatrice del Paese, nostro diritto avanzare delle proposte», spiega Salvini, sostenuto poi da Meloni subito dopo «sono tre profili di altissimo livello. Come lo sono anche Elisabetta Casellati e Antonio Tajani, sono curriculum fantasmagorici che poniamo al servizio del Paese: facciamo proposte per avvicinare, di più non possiamo e non vogliamo fare». Tajani perché n.2 di Forza Italia e soprattutto Casellati perché Presidente del Senato vengono tenuti fuori dalla “rosa” che punta ad essere più che altro un “grimaldello” nel “muro” issato dal Centrosinistra in questi giorni alle proposte pervenute dall’altro campo. Letta, Conte e Speranza giudicano «nomi positivi e che fanno crescere il dialogo», ma in una loro nota congiunta arrivano a bocciare la terna proposta: «Prendiamo atto della terna formulata dal centrodestra che appare un passo in avanti, utile al dialogo. Pur rispettando le legittime scelte del centrodestra, non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione in questo momento necessario». Enrico Letta uscendo dalla Camera lancia poi un appello al Centrodestra: «Nella giornata di domani proponiamo un incontro tra due delegazioni ristrette in cui porteremo le nostre proposte. Chiudiamoci in una stanza buttando la chiave, pane e acqua fino a soluzione finale condivisa. La nostra proposta è di terminarla coi tatticismi, chiudersi in una stanza e trovare una intesa». Oggi in Aula si proveranno a svelare le prime carte, ma sarà ancora fuori dal Parlamento che si giocherà la partita più importante: in primis, per capire se ci sarà questo incontro tra le parti e in secondo luogo su quali nomi potrebbe giungere la “convergenza di intenti”. Casellati, Cartabia, Casini i tre più “chiacchierati”; Draghi e Mattarella i più “innominabili” ma, forse anche questo, ancora veri aghi della bilancia.