ELEZIONI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: SEGNARE LA SCHEDA PER “RICONOSCERE” IL VOTO…

L’elezione del presidente della Repubblica passa anche per tattiche e stratagemmi d’aula affinate negli anni dalla politica. Tra queste la più celebre è quella che prevede di “segnare” il voto. Il fatto che l’elezione avvenga a scrutinio segreto porta i partiti e i loro leader a studiare delle contromisure per ridurre al minimo la presenza di “franchi tiratori“, ovvero di parlamentari che protetti dall’anonimato votano in difformità rispetto alle indicazioni dei partiti.



Affidarsi allo strumento delle “schede segnate” può servire dunque ad un leader o segretario di partito per valutare che la propria pattuglia parlamentare dia seguito agli ordini di scuderia ma, in caso di coalizione allargata, può anche servire a verificare che tutti i partiti abbiano tenuto fede agli impegni presi, senza cercare di scaricare sugli altri la responsabilità di un candidato “bruciato”.



ELEZIONI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: MODI PER “SEGNARE” LA SCHEDA E IL VOTO (CONTRO I FRANCHI TIRATORI)

Ma in cosa consiste di preciso il metodo delle schede segnate? In sintesi nello scrivere in tanti modi diversi lo stesso nome. Nella marcia di avvicinamento a questa elezione del Quirinale sono stati in tanti a suggerire questa tattica a Silvio Berlusconi per controllare la fedeltà dei suoi parlamentari e quella dei suoi alleati. Sarebbe stato in particolare Clemente Mastella, il navigato sindaco di Benevento, a telefonare Silvio Berlusconi consigliandogli questo tipo di approccio.



Al Corriere della Sera, Mastella ha poi parzialmente confermato: “Uno con la mia esperienza, può dare solo un’opinione. Silvio può tentare alla quarta votazione se ha la saldezza dei suoi e degli alleati. Ed è qui che interviene il mio metodo. Berlusconi deve dire a Forza Italia di scrivere sulla scheda “Silvio Berlusconi”, alla Lega “Berlusconi Silvio”, a Fratelli d’Italia semplicemente “Berlusconi”, a Noi con l’Italia “S. Berlusconi”, a Coraggio Italia “Cavalier Berlusconi”… Solo così potrà capire dove saranno mancati i voti. Dopodiché tocca pescare all’esterno“.

“SCHEDA SEGNATA”, NOMI IN CODICE: FICO PUÓ LEGGERE SOLO I COGNOMI

Esiste però una maniera per vanificare questa tattica parlamentare, ed è nelle mani di una sola persona: il presidente della Camera, Roberto Fico. Sarà infatti proprio lui a presiedere il Parlamento riunito in seduta comune e a rendere noto, poco prima dello scrutinio, il metodo di lettura dei voti. Alcuni rumours sostengono che Fico sarebbe intenzionato a pronunciare unicamente il cognome segnato sulla scheda. Si tratterebbe, nel caso di un approccio diverso da quello tenuto sia nel 2013 che nel 2015 dall’allora presidente della Camera, Laura Boldrini, che lesse in maniera precisa tutto ciò che venne scritto sulle schede depositate nell’insalatiera. Per quanto passibile di polemiche, la decisione di Fico non rappresenterebbe un unicum: già durante l’elezione del 1999, l’allora presidente della Camera Luciano Violante fece la stessa scelta.