MINNEAPOLIS – Secondo round delle primarie. Oggi si è votato in New Hampshire e anche il New Hampshire, dopo lo Iowa, dice “Trump”. Sono le 8:30 di sera, si tratta solo di proiezioni, ma il margine (53% a 45%) sembra rassicurante. Iowa, New Hampshire …2 a 0 e palla al centro. Ma è rimasto più nessun avversario?
In verità oggi erano chiamati alle urne sia i repubblicani che i democratici, ma alle primarie democratiche, almeno per ora, non ci bada quasi nessuno. Che Biden compaia o meno sulla scheda elettorale (in New Hampshire non compariva) conta poco, vince lo stesso, il candidato è lui. Vedremo. Per i repubblicani, invece, questa era una tornata cruciale. La compagine degli aspiranti presidenti del partito conservatore, fino a qualche tempo fa abbondante nel numero se non nella qualità, era già bella spolpata e tutti si aspettavano col calar della sera di arrivare veramente all’osso cosi come predicevano i sondaggi: altra sconfitta rimediata da Nikki Haley e, in caso di batosta, presumibilmente fine delle operazioni elettorali per l’ex Governatrice della Carolina, fine dell’avventura anche per lei.
Sì, perché sulla carta, dopo Iowa e New Hampshire mancherebbero ancora 48 Stati… ma, come avevamo detto settimana scorsa, vincere e raccogliere un pugno di delegati in queste primissime tappe non ti fa presidente, ma perdere ammazza le tue aspirazioni, ti riporta con i piedi in terra e addio sogni di gloria. E quando “atterri”, quando scendi giù dalla vita come “sogno presidenziale”, trovi sempre lui e sempre più di lui, Donald Trump, uno dei politici più improbabili nella storia della democrazia occidentale, eppure tra i più popolari di sempre.
Ma all’osso non siamo ancora arrivati. La Haley perde, ma non si arrende. Riconosce la sconfitta, ma annuncia a tutti che “this race is far from being over”, la battaglia è appena cominciata. Sembra credere proprio che il Paese abbia bisogno di lei. De Santis si è fermato prima. De Santis, l’ultimo ad aver ammainato la bandiera, non penso abbia mai veramente creduto alla nomination, schiacciato come appariva dall’ombra di Trump. Eppure il Governatore della Florida, fino a ieri fiore all’occhiello e astro nascente del partito, sembrava poter avere qualcosa da dire. Alla prova dei fatti no, non ce l’aveva … troppo simile a Trump rispetto alle idee (si fa per dire), ma senza quella strafottente spavalderia di Donald che taglia come un coltello il mondo tra chi è con lui e di chi gli è contro. Così, alla fin della fiera, per non perdere due volte e non scomparire totalmente dalla scena repubblicana, De Santis ha scelto di scansarsi e accodarsi a Trump.
Non così Nikki Haley, che pure sul New Hampshire aveva scommesso tanto. Cos’ha rimediato da tutto il suo impegno? Solo un momento di gloria incassando tutti i 6 voti di Dixville Notch, paesino di dodici (12) anime, primo seggio ad aprire in New Hampshire alla mezzanotte di Lunedi. “A great start to a great day in New Hampshire”, un grande inizio di un grande giorno, aveva commentato sorridente una Haley apparentemente ottimista e sicura di sé, ma visibilmente tirata come una corda di violino. E così con lo stesso sorriso si è ripresentata davanti ai suoi sostenitori non appena CNN, FOX e compagnia varia hanno confermato le prime proiezioni.
È legittimo chiedersi se la Haley abbia realmente qualche chance, se la sua macchina da guerra che occorre mettere insieme e finanziare per condurre una campagna elettorale da relativamente sconosciuta contro un uomo che anche le mucche dell’Iowa conoscono possa portarla a prevalere.
Vedremo. Intanto, 2 a 0, palla al centro. Trump ha ancora un avversario.
God Bless America!
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