Clima rovente in vista delle elezioni regionali in Puglia. Il Centrodestra si scaglia contro il Governo, che ieri – 31 luglio 2020 – ha dato il via libera al decreto legge sull’adeguamento della legge elettorale alla doppia preferenza di genere. Una modifica che arriva a meno di due mesi dal voto e che alimenta la tensione tra le fazioni politiche. Quattro giorni fa, il 28 luglio, i consiglieri regionali della Puglia non erano riusciti a raggiungere la fumata bianca sul tema e il Consiglio dei ministri ha deciso di “subentrare”: il premier Giuseppe Conte ha nominato il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, come commissario straordinario con la funzione di provvedere «agli adempimenti strettamente conseguenti per l’attuazione del decreto sulla doppia preferenza di genere nelle Regionali in Puglia», riporta Il Fatto Quotidiano. «Per il Governo l’empowerment femminile è un imperativo morale, politico e giuridico», il commento soddisfatto di Conte, che ha tenuto a precisare: «Non siamo disposti a consentire ulteriori discriminazioni a carico delle donne».
ELEZIONI PUGLIA, GOVERNO INTRODUCE PER DECRETO LA DOPPIA PREFERENZA
Il Governo ha dunque dato seguito alla “minaccia” di due giorni fa: già giovedì il premier Conte si era detto pronto ad esercitare poteri sostitutivi senza l’applicazione del principio di parità di genere. E il giurista grillino ha ammonito anche le altre regioni che non hanno ancora adeguato i rispettivi sistemi elettorali, lanciando un appello alle forze parlamentari: «Sarebbe davvero un bel segnale che il decreto-legge appena approvato dal Consiglio dei Ministri riunito in seduta straordinaria fosse convertito in legge all’unanimità dal Senato e dalla Camera dei Deputati».
Ma la mossa dell’esecutivo giallorosso non è stata particolarmente apprezzata dalle opposizioni, Centrodestra in primis. I tre leader della coalizione – Salvini, Meloni e Berlusconi – hanno diramato una nota congiunta nella serata di ieri: «In Puglia si sta giocando con le istituzioni, piegandole a interessi di una parte politica. Per responsabilità del presidente uscente, il Cdm si è preso la responsabilità di scrivere un provvedimento che rischia di compromettere il libero esercizio del voto e rappresenta una grave ingerenza politico-elettorale. Il Colle vigili. Il rischio è quello di creare un precedente pericoloso», riporta Tg Com 24.